31 dicembre, 2010
PROMEMORIA 31 dicembre 1879 - Thomas Edison dimostra al pubblico per la prima volta la lampada ad incandescenza
Thomas Edison dimostra al pubblico per la prima volta la lampada ad incandescenza
La lampadina ad incandescenza è stata inventata nel 1854 da Heinrich Goebel, un orologiaio tedesco emigrato in America. Non riuscì però a rendere pubblica la sua invenzione. Nel 1878 Thomas Alva Edison riuscì a costruirne un modello sufficientemente durevole. Nel 1860 Joseph Wilson Swan aveva già costruito una simile lampadina che perfezionò fino al 1878; divenne partner di Edison. Poco prima della sua morte Heinrich Goebel riuscì a far valere i propri diritti d’inventore che furono poi acquistati da Edison dalla vedova di Heinrich impoverita.
Era costituita da un bulbo di vetro in cui era stato praticato il vuoto, al cui interno era contenuto un filo di cotone carbonizzato attraversato da corrente elettrica. Bisogna dire che molti inventori stavano lavorando all'idea, tra i quali il torinese Alessandro Cruto. Il problema dei primi modelli era la rapida distruzione del filamento.
Nel 1903 l'americano William David Coolidge introduce l'uso del filamento di tungsteno, tuttora impiegato. Questo metallo presenta la caratteristica di incrementare le sua resistenza elettrica all'aumentare della temperatura. Un aumento della tensione elettrica di alimentazione provoca un aumento della potenza dissipata (vedi effetto Joule) e una temperatura superiore del filamento. Nella lampadina al tungsteno questo comporta un aumento della resistenza con conseguente diminuzione della potenza. Questo sistema è in pratica in grado, a differenza delle lampadine precedenti, di autocompensare l'instabilità della tensione di alimentazione (solo parzialmente).
30 dicembre, 2010
Immigrati: al via corso di formazione 'sin-ergia'
Immigrati: al via corso di formazione 'sin-ergia'
Ha preso il via a Lavinio – Anzio presso il distaccamento di Polizia provinciale il secondo corso di formazione rivolto agli immigrati dal nome ‘Sin-Ergia’, finanziato dal Ministero dell’Interno, Dipartimento Liberta Civili, in collaborazione con il Parco Scientifico Romano, Tor Vergata.
Il corso vede impegnati 75 beneficiari per una durata di sei mesi e avrà come oggetto materie quali la lingua italiana, l’informatica di base, educazione alla legalità, agraria e orientamento sul territorio. La sala informatica organizzata dalla Polizia provinciale è già divenuta un luogo importante per Lavinio, dove poter formarsi ed informarsi sulle attività istituzionali proposte nel territorio. Lavinio è un territorio che vede una importante presenza di immigrati provenienti dall’India, lo scorso anno su 22 donne frequentanti 12 erano indiane.
L’età media è di circa 35 anni e gli uomini hanno un’età oscillante trai 30 e i 50 anni. Le prime sette comunità presenti riguardano: la Romania 28%, la Bulgaria 13,5 %, l’India 8,9%, il Marocco 5,5 %, il Pakistan 4,6% e la Tunisia 3,9 % (dati osservatorio Caritas). Molti degli immigrati residenti a Lavinio lavorano nelle serre dell’entroterra e si occupano di agricoltura, per questo l’idea di proporre un corso con nozioni riguardanti l’agricoltura a Cura del Parco scientifico Romano di Tor Vergata.
“Stiamo lavorando con le associazioni del territorio per costruire un reale rapporto di inclusione sociale e uno sviluppo locale sostenibile che rispetti l'ambiente e l'uomo. Grazie alla collaborazione del Ministero dell'Interno e dell'Unione Europea – spiega il Direttore della Polizia provinciale, Luca Odevaine - abbiamo potuto realizzare questo importante corso che offre strumenti per un lavoro nell'agricoltura consapevole, cercando di combattere lo sfruttamento ed il lavoro nero”.
PROMEMORIA 30 dicembre 1924 - Edwin Hubble annuncia che gran parte delle nebulose non facevano parte della nostra galassia come si credeva.
Edwin Hubble annuncia che gran parte delle nebulose, prima osservate con telescopi meno potenti, non facevano parte della nostra galassia come si credeva, ma erano esse stesse galassie, fuori dalla nostra Via Lattea
E' noto principalmente per la scoperta, assieme a Milton Humason, nel 1929, della legge empirica redshift/distanza, oggigiorno universalmente nota come legge di Hubble, la cui interpretazione in termini di velocità di recessione è consistente con le soluzioni di (Alexander Friedman e Georges Lemaître) delle equazioni di Einstein per uno spaziotempo omogeneo isotropo e in espansione.
I primi studi di Hubble presso l'Università di Chicago si concentrarono su matematica e astronomia. Si diplomò nel 1910; passò i tre anni seguenti come borsista Rhodes ad Oxford, dove studiò legge e ricevette un diploma Master.
Tornò all'astronomia presso l'Osservatorio Yerkes dell'Università di Chicago, dove conseguì il dottorato nel 1917, e George Ellery Hale gli offrì un posto nel suo staff. Hale era il fondatore e direttore dell'Osservatorio di Monte Wilson della Carnegie Institution, vicino a Pasadena. Hubble rimase con la Carnegie fino alla sua morte per infarto nel 1953.
Il suo arrivo all'Osservatorio di Monte Wilson fu all'incirca contemporaneo al completamento del Telescopio Hooker da 100 pollici, allora il più potente del mondo. Le osservazioni di Hubble condotte tra il 1923 e il 1924 con l'Hooker stabilirono, senza ombra di dubbio, che gran parte delle nebulose, prima osservate con telescopi meno potenti, non facevano parte della nostra galassia come si credeva, ma erano esse stesse galassie, poste al di fuori della Via Lattea. L'annuncio di questa scoperta fu dato il 30 dicembre 1924.
Il telescopio Hooker fu usato da Hubble anche per misurare i redshift delle galassie. Unendo le sue misure delle distanze delle galassie e le misure dei redshift scoprì una proporzionalità tra le due misure. Hubble ottenne un valore di proporzionalità di 500 km/s/Mpc,[1] che è molto superiore al valore attualmente accettato di 55 km/s/Mpc. L'errore era dovuto agli errori di calibrazione della distanze.
Nel 1929 Hubble, assieme a Milton Humason, formulò la legge empirica di distanza di redshift delle galassie, oggi nota come legge di Hubble, che portò al concetto di universo in espansione. Se il redshift è interpretato come misura di velocità di allontanamento, allora esso indica uno spazio in espansione omogenea. Questa scoperta successivamente ha portato alla formulazione della teoria del Big Bang da parte di George Gamow. Nel 1917 Albert Einstein aveva avuto gli stessi risultati nella Teoria della relatività generale ma, non volendo accettare le implicazioni cosmologiche che potevano conseguirne, introdusse nell'equazioni una costante cosmologica. Quando Einstein venne a conoscenza della scoperta di Hubble, disse che quella costante era stato l'errore più grande della sua vita.
Poco prima della sua morte, il Telescopio Hale da 200 pollici dell'Osservatorio di Monte Palomar venne completato. Hubble fu il primo ad usarlo.
Hubble, inoltre, inventò un sistema di classificazione per le galassie, raggruppante secondo contenuto, distanza, forma, dimensione e brillantezza.
29 dicembre, 2010
Il concerto di Capodanno con Baglioni a via dei Fori Imperiali
Il concerto di Capodanno con Baglioni a via dei Fori Imperiali
Sarà Claudio Baglioni il protagonista del concerto di Capodanno in via dei Fori Imperiali. Appuntamento il 31 dicembre alle 22. Come da tradizione l'evento sarà gratuito.
Baglioni festeggerà l'arrivo del nuovo anno con uno show dal vivo di oltre tre ore nella sua città, nel quale presenterà il meglio del suo repertorio. "Per Roma, per il mondo" il titolo. Rai Uno effettuerà vari collegamenti in diretta nel corso della serata, consentendo a tutta Italia di partecipare alle celebrazioni del Capodanno romano. A guidare la serata la cantante, attrice, e showgirl argentina Lola Ponce.
Pochi minuti prima della mezzanotte il concerto sarà momentaneamente interrotto per consentire il countdown e per brindare insieme al nuovo anno. Riprenderà poi per proseguire fino a notte inoltrata. Allo scoccare della mezzanotte, sarà possibile assistere da via dei Fori Imperiali ad uno spettacolare evento pirotecnico con fuochi d'artificio.
Il palco sarà su via dei Fori Imperiali con le spalle a Piazza Venezia. Per assistere all'evento il pubblico potrà accedere da Via Cavour oppure da via dei Fori Imperiali. Quest'anno il concerto non sarà quindi proprio sotto al Colosseo, ma dall'altra parte dei via dei Fori Imperiali. "Ce lo ha chiesto la sovrintendenza – ha sottolineato il Sindaco – per evitare ripercussioni sul monumento". Il Sindaco ha inoltre ricordato che "con questo evento, a costo zero per l' amministrazione, non si apre solo un nuovo anno ma un nuovo decennio che vedrà sfide importanti come la candidatura di Roma olimpica''.
L'evento straordinario dell'ultima notte dell'anno è promosso da Roma Capitale, in collaborazione con Camera di Commercio di Roma e Acea, e con il coordinamento organizzativo di Zètema Progetto Cultura.
PROMEMORIA 29 dicembre 1937 - Lo Stato Libero Irlandese viene sostituito da un nuovo stato chiamato Irlanda.
Lo Stato Libero Irlandese viene sostituito da un nuovo stato chiamato Irlanda, quando viene adottata la nuova Costituzione. Sebbene sia prevista la figura di un presidente, rappresentante dello stato rimane il monarca britannico. Indipendenza, quindi, di fatto ma non ancora totale sul piano formale
Stato Libero d'Irlanda (Irish Free State in inglese; Saorstát Éireann in irlandese) era il nome delle stato comprendente 26 delle 32 contee d'Irlanda separate dal Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda con il Trattato Anglo-Irlandese siglato da quest'ultimo e dalla Repubblica Irlandese rappresentativa a Londra il 6 dicembre 1921. L'entità statuale, formata con una assemblea costituente (Third Dáil) durò circa 15 anni (1922-1937) fino alla promulgazione della costituzione irlandese che proclamava l'attuale Repubblica d'Irlanda.
Dal 1º gennaio 1801 fino al 6 dicembre 1922 l'Irlanda fece parte del Regno Unito (di Gran Bretagna e Irlanda). Nelle elezioni generali britanniche del dicembre 1918, il partito indipendentista Sinn Féin conquistò 73 dei 106 seggi della Camera dei Comuni (Londra) che si assegnavano in Irlanda. Nel gennaio 1919, i membri del parlamento eletti per il Sinn Fein rifiutarono di prendere possesso del loro seggio a Westminster ed insediarono un parlamento irlandese fuorilegge, il Dáil Éireann. Questo Dáil proclamò immediatamente ed in via unilaterale l'indipendenza della Repubblica irlandese che, però, non ottenne alcun riconoscimento internazionale. Dopo un'aspra guerra di indipendenza i rappresentanti del governo britannico e l'Aireacht (gabinetto) dell'Eire nel 1921 negoziarono il Trattato Anglo-Irlandese. Il Dáil approvò il trattato di pace.
In ambito internazionale fu riconosciuto uno stato irlandese con il nome di Stato Libero d'Irlanda (in gaelico Saorstát Éireann, in inglese "Irish Free State"). Il nuovo stato libero avrebbe dovuto coprire in teoria l'intera isola, ma le due parti concordarono che le 6 contee dell'Irlanda del Nord (che era già diventata un'entità autonoma) potessero scegliere se rimanere sotto il Regno Unito, cosa che fecero, essendo la popolazione in maggioranza protestante.
Le 26 contee rimaste entrarono a far parte dello Stato Libero, che avrebbe avuto lo status di dominion all' interno del Commonwealth britannico il cui capo dello stato era formalmente il Re d'Inghilterra). Aveva un Governatore Generale, un Parlamento bicamerale, un gabinetto chiamato Executive Council ed un Primo Ministro (President of the Executive Council).
Una parte del movimento indipendentista, guidata da Eamon de Valera, non accettò gli accordi con il governo britannico, in quanto non garantivano l'unità dell'isola e mantenevano i citati legami costituzionali con il Regno Unito. Ne conseguì una guerra civile, che si concluse con la sconfitta della fazione contraria agli accordi.
Il 29 dicembre 1937 fu promulgata una nuova Costituzione, la Bunreacht na hÉireann. Sostituì l'Irish Free State con un nuovo stato, l'Éire o, in lingua inglese, Ireland (Irlanda). Questa struttura costituzionale dello stato prevedeva un Presidente, il quale fu eletto nel 1938. Il re d'Inghilterra manteneva comunque una formale supremazia sulla repubblica finché, il 1º aprile 1949, il Republic of Ireland Act dichiarò l'Éire una repubblica a tutto tondo, dando al Presidente della Repubblica anche il ruolo di rappresentanza suprema effettiva. Di conseguenza, l'Irlanda abbandonò il Commonwealth.
28 dicembre, 2010
PROMEMORIA 28 dicembre 1973 - Aleksandr Solženicyn pubblica Arcipelago Gulag
Aleksandr Solženicyn pubblica Arcipelago Gulag
Arcipelago Gulag è un saggio di inchiesta narrativa edito in tre volumi scritto da Aleksandr Solženicyn nel quale si ripercorre, con lucidità e precisione, il periodo di dittatura comunista in URSS e il terrificante utilizzo della giustizia politica e dei campi di concentramento amministrati dal Gulag disseminati in tutta l'Unione Sovietica.
L'opera di Solženicyn unisce i tratti caratteristici dell'autobiografia, della ricerca storiografica e della critica incessante verso il potere sovietico, descrivendo minuziosamente, attraverso anche numerose testimonianze dei superstiti, il percorso carcerario dall'istruttoria ai lager speciali, dall'arresto causato da una delazione fino al termine della pena. Arcipelago Gulag ha avuto grande risonanza nell'opinione pubblica internazionale per aver fornito il più radicale e circostanziato ritratto dell'altra faccia dell'URSS post-rivoluzionaria.
Ricezione dell'opera in Italia
Concepito già nel 1958, Solženicyn dovette far trafugare il testo in Occidente poiché il KGB era riuscito ad entrare in possesso di una copia e a sequestrarla. L'autore riuscì a microfilmare il testo e a consegnarlo ad alcuni amici francesi. Arcipelago Gulag fu pubblicato in prima edizione a Parigi nel 1973, dando origine ad un vero e proprio sommovimento culturale.
L'opera uscì in Italia il 25 maggio 1974 per i tipi della Mondadori, ma non suscitò un analogo interesse da parte dei nostri intellettuali. Scarse furono le recensioni sui giornali. Solzenicyn non piaceva ovviamente alla sinistra, ma anche la destra non lo lesse, cercando soltanto di sfruttarlo per un uso esclusivamente politico. Quanto ai democratici di centro, essi subivano, secondo alcuni critici, la cosiddetta "egemonia culturale della sinistra", per cui preferirono non commentare né nel bene né nel male [1]. La stessa Mondadori non preparò l'uscita del libro con un adeguato battage pubblicitario, anzi fece precedere l'uscita dell'Arcipelago da un libro della scrittrice fiorentina Oriana Fallaci, che oscurò quasi completamente l'opera del molto meno noto scrittore russo. L'unica recensione di rilievo sui quotidiani fu quella di Pietro Citati sul Corriere della Sera del 16 giugno, che però lo considerò solamente il memoriale di un prigioniero scampato a una più dura sorte [2]. Nessuno, nel mondo intellettuale italiano, venne attratto dal suo modo di fare storia, che univa il metodo di ricerca storiografica (volto alla ricerca della verità) con l'utilizzo della prosa d'arte.
27 dicembre, 2010
PROMEMORIA 27 dicembre 1985 Terroristi palestinesi uccidono venti persone negli aeroporti di Roma e Vienna.
Terroristi palestinesi uccidono venti persone negli aeroporti di Roma e Vienna.
La strage di Fiumicino 1985 è il frutto di un duplice attentato terroristico palestinese che il 27 dicembre 1985 ha colpito simultaneamente l'aeroporto di Roma-Fiumicino e l'aeroporto di Vienna, uccidendo un totale di 16 persone. I feriti sono stati oltre 100, mentre quattro furono i terroristi uccisi. I due attacchi sono iniziati con una differenza di pochi minuti l'uno dall'altro alle 9:15 circa.
L'attacco all'aeroporto di Fiumicino
L'azione terroristica fu perpetrata da uomini armati che, dopo aver gettato bombe a mano, aprirono il fuoco con raffiche di mitra sui passeggeri in coda per il check-in dei bagagli presso gli sportelli della compagnia aerea nazionale israeliana El Al e della americana TWA, scegliendo le loro vittime in modo indiscriminato. Nell'attacco all'aeroporto di Fiumicino morirono 13 persone. Tra le vittime, quattro statunitensi, tre greci, due messicani e un algerino.
I terroristi che parteciparono alla strage di Fiumicino furono in totale quattro: tre di essi furono uccisi dalle guardie della sicurezza aeroportuale nel corso dell'azione e uno, il capo del commando Mohammed Sharam, fu catturato vivo.
L'attacco all'aeroporto di Vienna
Nell'attacco all'aeroporto di Vienna si ebbero tre vittime, un israeliano e due austriaci, tra i passeggeri, e decine di feriti. L'attacco coinvolse tre terroristi poi fuggiti su un'automobile rubata: uno di loro, Mongi Ben Aballah Saadaoui, venne ucciso durante l'inseguimento, gli altri due, Abdelaziz Merzaughi e Mongi Ben Ahmed Shaaouali, furono catturati alla fine dell'inseguimento.
I terroristi
La regia del duplice attentato è stata attribuita al militante e leader politico palestinese Abu Nidal.
Secondo quanto riferisce l'ammiraglio Fulvio Martini (all'epoca direttore del SISMI) nella sua autobiografia Nome in codice: Ulisse, i servizi italiani erano stati avvertiti fin dal 10 dicembre della possibilità di un attentato e poi, grazie alle informazioni ricevute dai servizi di un paese arabo amico, il 19 dicembre erano riusciti a restringere il periodo temporale in cui sarebbe avvenuto tra il 25 e il 31 dicembre e ad individuare il bersaglio nell'aeroporto di Fiumicino. Stando a quanto afferma l'ammiraglio, sia le forze di polizia italiane che i servizi alleati furono avvertiti (gli stessi israeliani, dopo questo avvertimento, fecero appostare diversi tiratori scelti in difesa della postazione della compagnia El Al, che furono poi tra i primi ad aprire il fuoco sugli attentatori); tuttavia, sempre secondo Martini, qualcosa non funzionò nella gestione delle forze dell'ordine italiane e nonostante le informazioni ottenute con più di una settimana di anticipo l'azione dei terroristi non venne fermata in tempo.
26 dicembre, 2010
Santo Stefano al museo
Santo Stefano al museo
Roma, 26 dicembre – Suggerimento per il pomeriggio di Santo Stefano: scuotersi dall'inevitabile torpore del dopo pranzo e farsi una passeggiata con la famiglia tra i Musei Civici della Capitale. Sono aperti (e non solo il 26 ma anche, eccezionalmente, il 27 che è lunedì, abituale giorno di chiusura).
I Musei Civici romani, gestiti dalla Sovrintendenza di Roma Capitale con Zètema Progetto Cultura, costituiscono un sistema di spazi espositivi unico nel suo genere per varietà di temi, allestimenti, dimensioni. Si va dalla grande collezione storico-archeologica come quella dei Capitolini ai piccoli musei di nicchia, come il Napoleonico o il Carlo Bilotti e il Pietro Canonica nel verde di Villa Borghese.
E le ragioni per farci un salto, in questi giorni di festa, non mancano. Qualche esempio: ai Capitolini c'è "Il Musico" di Leonardo, il Macro di via Nizza offre la nuova ala di Odile Decq, al Bilotti sono in mostra le opere di Carla Accardi, al Planetario brillano – proprio il giorno di Santo Stefano – le "stelle del nord". E del Museo di Zoologia cattura l'attenzione non solo la ricchezza di reperti fossili e in provetta, ma pure l'atmosfera retrò, da vecchio museo scientifico di fine Ottocento (ma in perfetto ordine).
Si sia adulti o bambini, dunque, nei Musei Civici non ci si annoia. E le porte, il 26 dicembre, sono aperte. Buona visita…
Chagall all'Ara Pacis
Chagall all'Ara Pacis
Roma, 26 dicembre - Arriva dal Musée National Marc Chagall di Nizza al Museo dell'Ara Pacis di Roma, dal 22 dicembre 2010 al 27 marzo 2011, la mostra-tributo al pittore ebreo di origine russa Marc Chagall.
A venticinque anni dalla morte dell'artista (1887 – 1985) la mostra "Chagall il mondo sottosopra" espone circa 140 opere tra dipinti e disegni, alcuni dei quali inediti, provenienti da collezioni private, dal Musée National D'art Moderne Centre Georges Pompidou e dal Musée National Marc Chagall di Nizza.
Nelle opere di Chagall i personaggi, gli animali, gli oggetti spesso sfidano la legge di gravità, sono spostati, collocati in un luogo "altro", la loro immagine si è liberata da ogni tipo di realtà contingente: è un mondo "sottosopra", dall'ordine capovolto.
Questo capovolgimento può derivare tanto da catastrofici sconvolgimenti, quanto dal puro piacere, è frutto di una visione formatasi su diversi assi: dai racconti della religione ebraica alla rivoluzione d'Ottobre, alla quale il pittore prese parte.
Per Chagall cambiare punto di osservazione, abbandonare la regola e la rigidità, significa intravedere la vita e i valori veri.
La sua opera si colloca tra tradizione e innovazione, assume le fiabe, le stampe popolari russe (lubki), i miti ebraici, ma anche le nuovissime immagini del Surrealismo.
L'assessore capitolino alla cultura, Umberto Croppi, ha detto:
"… per Chagall valsero i criteri del proprio invitto individualismo, del proprio automatismo creativo che lo inducevano a diffidare da accolite e da manifesti prescritti. Anche per queste ragioni è un grandissimo onore, per Roma, ospitare una mostra di Marc Chagall. Perché la libertà di un artista è il dono più grande che la sua memoria lascia in chi ne ha amato l'opera e questa emozione la proveremo, tutti, una volta ancora."
L'evento è promosso dall'assessorato capitolino alla cultura e organizzato dal Musée National Marc Chagall.
Museo dell'Ara Pacis
Lungotevere in Augusta - angolo via Tomacelli
Orario: mar-dom 9-19; 24 e 31 dicembre 9-14 (la biglietteria chiude un'ora prima)
Chiuso: lun, 1 gennaio, 1 maggio e 25 dicembre
Info: 060608 tutti i giorni 9/21 - www.arapacis.it
PROMEMORIA 26 dicembre 1996 - Entra in vigore la Convenzione delle Nazioni Unite per la lotta alla desertificazione.
Entra in vigore la Convenzione delle Nazioni Unite per la lotta alla desertificazione.
La Convenzione per Combattere la Desertificazione in quei Paesi che soffrono di Gravi Siccità, particolarmente in Africa, o Convenzione contro la desertificazione (UNCCD), viene aperta alla firma dei Paesi il 17 giugno 1994 a Parigi, ed è entrata in vigore a dicembre 1996, 90 giorni dopo la ratifica del cinquantesimo paese. Ma la sua storia è lunga e tortuosa.
La Comunità Internazionale aveva da tempo riconosciuto la desertificazione come uno dei maggiori problemi economici, sociali e ambientali in vari paesi del mondo, e nel 1977 la Conferenza delle Nazioni Unite sulla Desertificazione (UNCOD) adottò il Piano d'Azione per Combattere la Desertificazione (PACD). Nonostante questo piano, uno studio dell'UNEP del 1991 concluse che, malgrado si possano registrare alcuni esempi localizzati di successo, il processo di degrado della terra in zone aride, semi-aride e subumide si è generalmente intensificato.
Quindi, la desertificazione rappresentava ancora un argomento di grande preoccupazione nel giugno successivo quando i governanti di molti paesi del mondo si riunirono a Rio de Janeiro per il Summit Mondiale dei Capi di Stato di Rio de Janeiro (UNCED).
A Rio de Janeiro furono presentate la Convenzione sulla Diversità Biologica (CBD) e la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC), ma si stabilì anche che contro la desertificazione si sarebbero dovute sviluppare attività nuove, con un approccio integrato ai problemi enfatizzando le azioni che promuovessero lo sviluppo sostenibile a livello di comunità, quindi un approccio che cerca di bloccare il grande fenomeno della desertificazione attraverso la somma di tanti piccoli interventi.
A Rio de Janeiro si decise inoltre di istituire un Comitato di Negoziazione Intergovernativo per preparare, entro giugno 1994, una convenzione per combattere la desertificazione in quei paesi che soffrono di gravi siccità, particolarmente in Africa. Il 17 giugno 1994, a Parigi, la Convenzione per Combattere la Desertificazione in quei Paesi che soffrono di Gravi Siccità, particolarmente in Africa viene adottata ed aperta alla firma dei Paesi. La Convenzione conta più di 170 Parti e la prima Conferenza delle Parti si tenne nell'Ottobre 1997 a Roma.
La Convenzione contro la Desertificazione viene considerata, insieme a CBD e UNFCCC una delle tre Convenzioni di Rio.
Definizioni
La desertificazione è identificata dalla Convenzione come la degradazione delle terre in aree aride, semi aride, e subumide principalmente causata dalle attività umane e dal cambiamento climatico.
Il nuovo concetto di desertificazione non si riferisce più quindi al processo di espansione dei deserti esistenti ma al processo di degrado , più o meno lento e più o meno volontario, di terre soggette a sovrasfruttamento e a uso non appropriato. Tale degrado risulta maggiormente irreversibile in zone già in origine aride o semi-aride.
Circa un terzo delle terre emerse, in più di cento paesi e popolate da circa un miliardo di persone sono da considerarsi aride, semi-aride o subumide e sono quindi potenzialmente in pericolo di desertificazione. Molte aree sono gia' vittime di questo fenomeno.
Cause e obiettivi
Le cause maggiori di desertificazione sono state identificate in deforestazione, sovrapascolo, e cattive pratiche di irrigazione; ma anche povertà e instabilità politica sono considerate contribuire significativamente.
Combattere la desertificazione diventa quindi essenziale per assicurare una produttività, immediata e nel lungo termine, per le popolazioni che vivono nelle aree interessate. Visti i fallimenti che si sono avuti in passato, la Convenzione sta cercando di sviluppare un approccio innovativo al problema. Il problema è difficile e si prevede che non ci saranno soluzioni in tempi brevi in quanto le cause sono molte e complesse e spaziano dai meccanismi del commercio internazionale alle pratiche di uso del suolo non sostenibili.
La Convenzione quindi ha adottato una strategia basata sulla promozione di tante azioni locali, spesso piccole ma spesso con idee nuove ed approcci innovativi e che prediligano il partenariato internazionale. Questo perché i cambiamenti da effettuare sono sia a livello locale che internazionale.
La Convenzione cerca di fermare il processo di desertificazione e di restaurare parte dei terreni degradati anche per contribuire al raggiungimento di una sicurezza alimentare nelle aree affette, ossia per contribuire a creare le basi per uno sviluppo sostenibile nei paesi affetti da desertificazione è il fine ultimo della Convenzione.
I provvedimenti della Convenzione
I paesi afflitti dai problemi di desertificazione stanno mettendo in pratica le linee guida della Convenzione attraverso l'identificazione e la messa in opera di programmi d'azione nazionali, sub-regionali e regionali. I programmi sono sviluppati seguendo gli specifici criteri regionali (diversi da regione a regione) descritti negli Annessi della convenzione. L'Africa, la regione dove i processi di desertificazione sono i più drammatici, è considerata una priorità a livello globale, ma anche per Asia, America Latina e Caraibi, Mediterraneo Settentrionale, ed Europa Orientale e Centrale esistono delle linee guide specifiche per lo sviluppo dei programmi.
In tutte le regioni i programmi e le attività devono comunque svilupparsi secondo i seguenti criteri:
Tenere conto e imparare dalle esperienze passate;
Utilizzare un approccio democratico bottom-up per l'identificazione di attività (ossia non imposto da chi governa il territorio ma sviluppato da, o insieme, alle comunità che vivono nell'area);
Enfatizzare e stimolare la partecipazione popolare e la creazione di un ambiente favorevole ossia di un sistema che faccia sì che alle popolazioni locali siano dati gli strumenti adatti per agire in prima persona nel processo di combattere il processo di degrado delle terre;
Operare cambiamenti politici in modo da decentralizzare le decisioni ad autorità competenti locali, migliorare i sistemi di diritto terriero e di proprietà, dare poteri decisionali alle donne, e ai produttori agricoli (coltivatori e pastori);
Permettere alle organizzazioni della società civile di giocare un ruolo importante nella preparazione e nell'attuazione di tali programmi d'azione;
Integrare completamente questi programmi d'azione contro la desertificazione nelle politiche nazionali per lo sviluppo sostenibile;
Mantenere una grande flessibilità nella identificazione dei programmi in modo da poterli ri-indirizzare al modificarsi delle circostanze.
Un altro criterio importante nella creazione di programmi contro la desertificazione è quello della cooperazione tra i paesi afflitti dallo stesso problema, soprattutto se confinanti. È infatti molto importante che le azioni vengano concertate in maniera da offrire un fronte, più forte possibile, e da potere sommare gli effetti positivi.
Quello di coordinare le azioni è anche un tema molto importante per riuscire più facilmente a canalizzare su tali attività i finanziamenti da parte di agenzie bilaterali o multilaterali di cooperazione.
I paesi cosiddetti sviluppati rivestono un ruolo importante anche nello sviluppo di attività di ricerca e delle tecnologie più adatte a fronteggiare i problemi di desertificazione.
La Convenzione inoltre pone una enfasi particolare nella sensibilizzazione, l'educazione e la formazione riguardo le problematiche, le cause e le possibili attività di difesa dai problemi derivanti dalla desertificazione.
25 dicembre, 2010
PROMEMORIA 25 dicembre 1223 - Francesco d'Assisi crea il primo presepe.
Francesco d'Assisi crea il primo presepe.
San Francesco d'Assisi, nato Francesco Giovanni di Pietro Bernardone (Assisi, 26 settembre 1182 – Assisi, 3 ottobre 1226), è stato un religioso italiano. Fondatore dell'ordine mendicante che da lui poi prese il nome, è venerato come santo dalla Chiesa cattolica. Il 4 ottobre ne viene celebrata la memoria liturgica in tutta la Chiesa cattolica (festa in Italia; solennità per la Famiglia francescana). È stato proclamato, assieme a Santa Caterina da Siena, patrono principale d'Italia il 18 giugno 1939 da papa Pio XII.
Conosciuto anche come "il poverello d'Assisi", la sua tomba è meta di pellegrinaggio per decine di migliaia di devoti ogni anno. La città di Assisi, a motivo del suo illustre cittadino, è assurta a simbolo di pace, soprattutto dopo aver ospitato i due grandi incontri tra gli esponenti delle maggiori religioni del mondo, promossi da Giovanni Paolo II nel 1986 e nel 2002. Oggi, S. Francesco d'Assisi è uno dei santi più popolari e venerati del mondo.
Oltre all'opera spirituale, Francesco, grazie al Cantico delle creature, è riconosciuto come l'iniziatore della tradizione letteraria italiana.
24 dicembre, 2010
Natale: dalla Provincia operazione regali sicuri
Natale: dalla Provincia operazione regali sicuri
‘Squadre speciali in missione natalizia’ nei centri commerciali, per rendere lo shopping più sicuro senza truffe, furti e rapine. È scattata l’operazione sicurezza nei centri commerciali e negli outlet intorno alla Capitale, dove la presenza di migliaia di clienti in arrivo da tutto il territorio per le compere natalizie rischia di attirare anche ladri e truffatori.
Nei giorni scorsi, l'Amministrazione provinciale ha lanciato una campagna di prevenzione su tutto il territorio, lavorando in stretta collaborazione con le direzioni aziendali delle grandi catene commerciali.
A seguito del perdurare dei preoccupanti fenomeni di criminalità che stanno colpendo numerose attività commerciali e di pubblico esercizio, in collaborazione con l'Assessorato alla Tutela dei Consumatori ed alla Confcommercio, l'Assessorato alla Sicurezza ha elaborato il Progetto “Shopping sicuro”.
La Polizia Provinciale, già a partire dall’ultimo fine settimana, ha iniziato dei pattugliamenti contro i furti e gli scippi nei parcheggi dei centri commerciali, ma nelle prossime ore inizieranno dei controlli a tappeto contro i reati “predatori” e giri di perlustrazione durante i momenti di maggiore affluenza dei clienti come deterrente per eventuali malintenzionati.
Le pattuglie della Polizia provinciale garantiranno il controllo a Castel Romano Outlet ed Euroma 2, Roma Est – Lunghezza e Tiburtino Shopping Center - Guidonia, Valmontone Outlet, Soratte Outlet – Sant'Oreste ed a Parco Leonardo.
“Il progetto vuole sostanzialmente ridare al commercio un livello di sicurezza più elevato e garantire maggior serenità e tranquillità sia agli operatori che alla clientela”, ha spiegato Serena Visintin assessore all’Usura e Tutela dei consumatori della Provincia di Roma.
L'assessore alle Politiche della Sicurezza Ezio Paluzzi, dopo aver espresso soddisfazione per lo spirito innovativo dell'iniziativa, sottolinea come “la maggior sicurezza significa anche trasmettere maggior tranquillità e serenità ai cittadini in un momento di forti tensioni sociali e di crisi economica”.
PROMEMORIA 24 dicembre 1946 - Nasce la quarta repubblica francese.
Nasce la quarta repubblica francese.
Quarta Repubblica francese (in Francese Quatrième République) è il nome che si attribuisce allo stato che, in Francia, si venne a costituire dopo la Seconda guerra mondiale con la stesura della quarta costituzione repubblicana.
Fu introdotta il 13 ottobre 1946 quando fu approvata la nuova costituzione anche se per molti aspetti non è altro che la continuazione della Terza Repubblica.
La quarta repubblica si rilevò in poco tempo come una debole forma di governo parlamentare: in dodici anni di durata (1946-1958) si sono susseguiti ben 22 governi differenti, alcuni della durata di pochi mesi.
Durante questo periodo ci fu comunque una grossa crescita economica ma la Francia cominciò ad entrare in conflitto con le colonie: in breve tempo perse tutti possedimenti in Indocina ed iniziò a fare i conti con la richiesta d'indipendenza dell'Algeria.
Il 5 ottobre 1958, grazie all'apporto decisivo di Charles de Gaulle, venne approvata la nuova costituzione che trasformava la Francia in una repubblica semipresidenziale.
23 dicembre, 2010
Per Natale a Palazzo Valentini una raccolta di giocattoli usati e la mostra “Barbielonia”
Per Natale a Palazzo Valentini una raccolta di giocattoli usati e la mostra “Barbielonia”
Oggi, giovedì 23 dicembre, dalle 9 alle 18, nella sede della Provincia di Roma si tiene una raccolta di giocattoli usati, che verranno riportati a nuova vita e donati a bimbi meno fortunati. È l'iniziativa 'Metti un T-Riciclo sotto l' Albero' promossa per il secondo anno consecutivo dalla Provincia di Roma in sinergia con il Comitato provinciale Pari Opportunità guidato da Flavia Leuci.
"Per un Natale solidale e contro gli sprechi - spiega Leuci - il Comitato ha invitato i dipendenti della Provincia e tutti i cittadini che vogliano partecipare, a lasciare giocattoli usati sotto l'albero allestito nella Sala della Pace di Palazzo Valentini”.
“I giocattoli raccolti, igienizzati e restaurati – aggiunge Leuci – vengono donati a bimbi in condizioni meno agiate; un' iniziativa etica che, attraverso il riuso di oggetti ancora in buone condizioni fa un regalo anche all'ambiente".
Quest'anno oltre alla raccolta di giocattoli la manifestazione prevede anche la mostra ad ingresso gratuito 'Barbielonia', un' esposizione che ripercorre 50 anni di storia della Barbie, dai primi modelli ai più recenti, recuperati e reinventati dalle donne della Cooperativa “Il T-riciclo”.
"La mostra - conclude Leuci - vuole essere anche spunto di riflessione sugli stereotipi di genere rappresentati dal modello femminile della bambola più regalata e famosa nel mondo”.
Natale in provincia di Roma con un ricco programma di eventi e concerti
Natale in provincia di Roma con un ricco programma di eventi e concerti
Sarà un Natale ricco di eventi e iniziative quello organizzato nei comuni della provincia di Roma a partire dal grande concerto Gospel, che si terrà giovedì 23 dicembre sera a Palestrina presso il teatro comunale dove si esibirà la ‘New York State Choir’.
Un grande appuntamento con la musica gospel che verrà replicato il 29 dicembre nella chiesa di S. Biagio nel comune di Marano Equo.
I New York State Choir sono una formazione di 30 elementi tra cantanti e musicisti professionisti provenienti dagli Stati Uniti che in questi anni ha calcato i più grandi palcoscenici a livello mondiale. Tanta buona musica ma anche eventi e iniziative legate al Natale in tutto il territorio provinciale. A Sant’Oreste si terrà il 25 dicembre presso la chiesa di San Lorenzo Martire il concerto della corale ‘Rosa Proserpio’ che eseguirà musiche tradizionali natalizie. Nel comune di Nettuno sempre il giorno di Natale si terrà il concerto per accompagnare la messa solenne di natale presso lo storico santuario Pontificio di N.S. delle Grazie e Santa Maria Goretti.
Il programma di eventi prosegue con il concerto corale e folkloristico nel comune di Rocca Canterano presso la chiesa di Santa Maria Assunta il 28 dicembre prossimo. Appuntamento speciale poi a Manziana, che vanta una ricca e lunga tradizione nella musica e poesia lirica, con le ‘Nozze di Figaro’ in scena fino al 30 dicembre.
“Anche quest’anno abbiamo voluto essere al fianco dei Comuni per la promozione di eventi e iniziative culturali in concomitanza con le festività natalizie – spiega l’assessore alle Politiche culturali della Provincia di Roma, Cecilia D’Elia – Il ricco programma di eventi finanziato coinvolgerà tutto il territorio cercando di rendere il Natale un momento di grande spiritualità, ma anche un appuntamento per stare insieme e condividere l’emozione dell’arte e della musica”.
Micaela Campana non sarà assessore in V Municipio
Micaela Campana non sarà assessore in V Municipio
La dirigente del PD romano aveva già rimesso precedentemente il mandato al suo partito.
Micaela Campana, neo Responsabile dell'organizzazione del PD di Roma, ha deciso di non accettare l'incarico assessorile propostogli dal presidente del V Municipio Ivano Caradonna. Le perplessità della Campana erano state già manifestata al momento della nomina dei nuovi assessori. La stessa Campana, a cui Caradonna aveva deciso di rinnovare l'incarico, aveva condannato le modalità con cui il presidente aveva condotto la crisi dopo il suo passaggio dal Pd all'Api. All'indomani del congresso del PD la Campana annuncia in una nota la volonta "di dimettersi da assessore".
"Un mese fa - scrive la Campana - appena rinominata assessore della Giunta Caradonna avevo già rimesso il mio mandato al Partito perchè ritenevo e ritengo che quella squadra di governo sia stata nominata dopo l'azzeramento delle nomine fatto in modo irresponsabile, per chi e' capo di una maggioranza larga come il Presidente Caradonna, dopo più di tre mesi dal suo passaggio all'API, senza nessuna discussione con il partito di maggioranza e senza, ancor più grave, rassicurazione di un programma di governo fortemente ancorato al centro sinistra e di contrasto senza ambiguita' ed ammiccamenti nei confronti della giunta Alemanno.
In questo mese, in attesa che il mio partito uscisse da una fase delicata come il congresso, ho più volte espresso pubblicamente la volontà di non essere a disposizione del Presidente Caradonna per il proseguo della sua consiliatura, infatti non solo non ho perfezionato l'atto di nomina non percependo quindi nessun rimborso amministrativo, ma non ho partecipato ad alcuna giunta finora svolta - ha aggiunta Campana -.
Oggi il Partito Democratico ha un Segretario Marco Miccoli e un Presidente Eugenio Patanè, largamente eletti, e che già hanno posto le basi migliori per permettere al PD di Roma di affrontare al meglio la delicatissima fase del Paese e della nostra città.
Sono onorata di questo incarico importante nella segreteria di Roma e penso che per svolgerlo al meglio servirà tutto il mio tempo a disposizione; lavorerò convintamente e con rinnovata passione ultimamente smarrita, per e con i circoli di tutta Roma, con gli iscritti e i simpatizzanti, e sarò a completa disposizione dei circoli della Tiburtina dei suoi cittadini, dei consiglieri per ridare al Partito Democratico il ruolo che gli spetta come centro propulsivo della coalizione di centro sinistra, e come forza di governo alternativa, trasparente e dalla parte della citta di roma rispetto al Sindaco Gianni Alemanno e alla sua Giunta".
Ora il dubbio è su quale posizione assumerà l'altro assessore del PD Massimo Caprari. Sembra infatti che Caprari svolga regolarmente il ruolo di assessore in V Municipio. Un controsenso politico interno al Pd o una volontà di voler cambiare partito, sulla scia di un 'virus' sempre più diffuso nel V Municipio? Certo è che la telenovela del V Municipio sembra non essere ancora finita.
"Corpo, rete, racconto". Iniziano a Palazzo Incontro i Laboratori teatrali di Barberio Corsetti
"Corpo, rete, racconto". Iniziano a Palazzo Incontro i Laboratori teatrali di Barberio Corsetti
La compagnia teatrale FATTORE K di Giorgio Barberio Corsetti, nell’ambito dell’iniziativa Corpo Rete Racconto, promosso dalla Provincia di Roma all’interno del Progetto ABC Arte Bellezza Cultura
Organizza due Laboratori Teatrali dal titolo “COMMEDIA”
rivolti a 20 giovani artisti della Provincia di Roma, 16 tra attori, danzatori, acrobati e mimi, e 4 videomaker nell’ambito del progetto Il Castello ‐ Parte I
I laboratori si svolgeranno nei giorni 27, 28, 29 e 30 dicembre 2010 dalle ore 10 alle ore 15 presso Palazzo Incontro in Via dei Prefetti 22 a Roma (secondo piano)
I laboratori verteranno sui temi della commedia e saranno finalizzati alla creazione di situazioni teatrali con l’uso del video.
Un laboratorio (27, 28, 29 e 30 dicembre) sarà condotto da Julien Lambert, acrobata e clown e Marina Del Vecchio, videomaker, e verterà sulle interazioni tra invenzioni del corpo (acrobazie, elementi di clownerie, cadute) e drammaturgia video.
L’altro laboratorio (28, 29 e 30 dicembre) sarà condotto da Federica Santoro, attrice della compagnia FATTORE K e Fabio Cherstich, aiuto regia di Giorgio Barberio Corsetti, e Michele Nanni, videomaker, e verterà sulle interazioni tra elementi di recitazione e drammaturgia video.
Nelle stesse giornate del 27, 28, 29 e 30 dicembre 2010, negli spazi di Palazzo Incontro in Via dei Prefetti 22, il regista Giorgio Barberio Corsetti svolgerà le prime audizioni per la realizzazione dello spettacolo finale a Spoleto.
Il progetto Il Castello - Parte I, che trae la propria ispirazione dall’omonimo romanzo di Franz Kafka, prevede, oltre ai due laboratori, le audizioni per lo spettacolo finale che si svolgerà a Spoleto e la creazione di un sito web/progetto cross mediale. I laboratori fanno parte dei momenti performativi intermedi che condurranno allo spettacolo finale (progetto Il Castello - Parte II) che debutterà nel giugno 2011 al Festival Dei Due Mondi di Spoleto.
La partecipazione è gratuita.
Come partecipare: inviare una richiesta di adesione con allegato CV di max 2 cartelle (con recapiti e-mail e telefonici) a ilcastellolab@gmail.com.
Per informazioni: 06.97840186.
A Palazzo Valentini approvato il Bilancio di Previsione della Provincia di Roma
A Palazzo Valentini approvato il Bilancio di Previsione della Provincia di Roma
Con 28 voti favorevoli e 11 contrari, il Consiglio provinciale di Roma ha approvato il Bilancio di previsione e il piano delle Opere Pubbliche.
La manovra finanziaria ammonta a 597,83 milioni di euro: 98,87 milioni per le spese di investimento, 459,87 milioni di euro per le spese correnti e 39,08 per rimborso prestiti.
Tra i principali numeri, inseriti nella manovra, i 505,5 milioni di euro che la Giunta Zingaretti ha previsto per il periodo 2011-2013 destinati principalmente per interventi nelle scuole, viabilità, ambiente ed agricoltura, sport, turismo e cultura.
In particolare, già nel 2011 si prevedono quasi 100 milioni di euro di investimenti in opere pubbliche con una centralità per le infrastrutture stradali (53,2 milioni di euro), edilizia scolastica e formazione (35,8 milioni di euro), sport e turismo (2,6 milioni di euro), ambiente (2,3 milioni di euro), cultura (1,4 milioni di euro).
"La Provincia di Roma ha approvato questo bilancio difficile – ha commentato il presidente Nicola Zingaretti - dando una grande prova di compattezza della sua maggioranza e con un confronto duro con l'opposizione ma rispettoso delle prerogative di questa istituzione. Sono contento perchè in un momento di crisi come quello che stiamo vivendo era importante che la Provincia facesse il suo lavoro".
"Abbiamo due obbiettivi molto semplici - ha sostenuto Zingaretti - creare lavoro, visto che proprio ieri l'Istat ha confermato che l'occupazione è il tema fondamentale del nostro Paese e dialogare con tutta quella parte di Italia che certo è cosciente della crisi ma non vuole arrendersi, quindi chiede alle istituzioni di fare il proprio dovere.
“Noi oggi - ha aggiunto Zingaretti - abbiamo dimostrato che la Provincia di Roma è in campo, vuole combattere per lo sviluppo e per ridare fiducia a questo Paese".
" Uno dei tanti aspetti positivi di questa Amministrazione – ha detto ancora Zingaretti – è proprio il fatto che abbiamo trasformato in fatti i tanti obiettivi programmatici sui quali c'eravamo impegnati. Avevamo detto raccolta differenziata porta a porta e la stiamo facendo in molti comuni della provincia, avevamo preso l'impegno per il wi-fi gratuito e lo stiamo mantenendo, avevamo posto l'accento sulle scuole e sulle scuole stiamo investendo".
La Provincia di Roma – ha infine concluso il presidente Zingaretti – è forse uno dei pochissimi enti in Italia che paga le fatture dei fornitori a 60 giorni dall'arrivo delle fatture stesse in ragioneria e questo è un grande elemento di serietà che
aiuta le imprese, evitando loro di essere strangolate non solo da un credito che non c'è ma anche da poteri criminali che di fronte alle difficoltà degli imprenditori si fanno avanti".
"A fronte di un calo delle entrate tributarie di 46 milioni nel triennio 2007-2010, - ha spiegato l' assessore provinciale al Bilancio, Antonio Rosati - non abbiamo tagliato i fondi per il sostegno alle fasce sociali più deboli e per il welfare”.
Ha concluso Rosati: “Abbiamo cercato di operare affinché i cittadini, soprattutto i giovani, non perdano ulteriori speranze nel futuro. A tal fine abbiamo istituito un fondo per lo sviluppo economico e l'imprenditoria giovanile di 6 milioni di euro, 3 milioni di euro della Provincia di Roma e 3 milioni di euro di Unicredit, in grado di generare, complessivamente investimenti per circa 60 milioni di euro. Dobbiamo sapere che non ci sarà più la ricchezza di una volta, ma possiamo crescere in maniera più virtuosa''.
PROMEMORIA 23 dicembre 1961 - Disastro ferroviario della Fiumarella: un vagone ferroviario precipita da un viadotto sulla Ferrovia Cosenza-Catanzaro
Disastro ferroviario della Fiumarella: un vagone ferroviario precipita da un viadotto sulla Ferrovia Cosenza-Catanzaro causando la morte di 71 passeggeri.
Il treno, diretto a Catanzaro, era composto dall'Automotrice Breda M2.123 e dal rimorchio Breda RA 1006. L'incidente avvenne al passaggio del treno sul viadotto in curva della Fiumarella, circa un'ora dopo la partenza dalla stazione di Soveria Mannelli avvenuta alle ore 6:43. Il rimorchio deragliò dal binario e, a causa della rottura del gancio di trazione di tipo tranviario, precipitò nel torrente sottostante dopo un volo di circa 40 metri. All'interno del rimorchio c'erano 99 passeggeri, dei quali un gran numero era costituito da studenti: 71 di essi morirono nell'impatto, mentre gli altri 28 risultarono feriti più o meno gravemente.
L'incidente scatenò un acceso dibattito parlamentare, che portò il Governo (con la legge 1855 del 23 dicembre 1963) a revocare la concessione alla Mediterranea Calabro Lucane, istituendo la Gestione commissariale governativa delle Ferrovie Calabro Lucane. Il traffico ferroviario rimase interrotto per alcuni anni e sostituito tra Soveria Mannelli e Catanzaro da autoservizio. A Decollatura, luogo di origine di un buon numero di vittime, venne eretto un monumento a ricordo dei caduti.
22 dicembre, 2010
PROMEMORIA 22 dicembre 1947 - Italia - L'Assemblea Costituente approva la Costituzione della Repubblica Italiana
Italia - L'Assemblea Costituente approva la Costituzione della Repubblica Italiana
Il 2 giugno 1946 si celebrarono libere elezioni, le prime dal 1924. Avevano diritto di voto tutti gli italiani maggiorenni (allora a 21 anni di età), maschi e, per la prima volta, femmine.
Vennero consegnate contestualmente agli elettori la scheda per la scelta fra Monarchia e Repubblica, il cosiddetto Referendum istituzionale, e quella per l'elezione dei deputati dell'Assemblea Costituente, a cui sarebbe stato affidato il compito di redigere la nuova carta costituzionale, come stabilito con il Decreto Legislativo Luogotenenziale n. 98 del 16 marzo 1946.
Il referendum istituzionale venne vinto dalla Repubblica con circa 12 milioni e 700mila voti, contro 10 milioni e 700mila per la monarchia. Umberto II di Savoia, Re d'Italia subentrato in seguito all'abdicazione del padre Vittorio Emanuele III il 9 maggio 1946, il 13 giugno 1946 lasciò il Paese con la sua famiglia diretto all'esilio.
Il 18 giugno 1946 la Corte di Cassazione proclamò ufficialmente la vittoria della Repubblica.
Il meccanismo elettorale dell'assemblea Costituente era proporzionale a liste concorrenti in 32 collegi elettorali plurinominali. La legge elettorale prevedeva l'elezione di 573 deputati, ma le elezioni non si poterono svolgere nelle province di Bolzano, Trieste, Gorizia, Pola, Fiume e Zara, ancora sotto l'occupazione militare degli alleati Anglo-Americani e della Yugoslavia. Risultarono quindi eletti, in seguito alle elezioni, 556 costituenti.
Il 25 giugno 1946 venne insediata l'Assemblea Costituente con Giuseppe Saragat alla presidenza. Come suo primo atto, il 28 giugno elesse come Capo provvisorio dello Stato Enrico de Nicola. Su 504 votanti, De Nicola (PLI) ottenne 396 voti, Cipriano Facchinetti (PRI) 40, Ottavia Penna Buscemi (UQ) 32, Vittorio Emanuele Orlando (sin.storica) 12, Carlo Sforza (PRI) 2, Alcide De Gasperi (DC) 1, Alfredo Proja (DC) 1. Le schede bianche furono 14, le nulle 6.
Come previsto dal Decreto Legislativo Luogotenenziale n. 98/1946, l'Assemblea aveva innanzitutto il compito di redigere la nuova costituzione. Essa, però, aveva anche altri tre compiti: votare la fiducia al governo, approvare le leggi di bilancio e ratificare i trattati internazionali. Le funzioni legislative erano formalmente assegnate al Governo, ma in virtù delle tradizioni parlamentari prefasciste questo rimise spesso i provvedimenti legislativi più importanti all'Assemblea Costituente.
L'Assemblea nominò al suo interno una Commissione per la Costituzione, composta di 75 membri, incaricati di stendere il progetto generale della costituzione. La Commissione si suddivise a sua volta in tre sottocommissioni:
diritti e doveri dei cittadini, presieduta da Umberto Tupini (DC);
organizzazione costituzionale dello Stato, presieduta da Umberto Terracini (PCI);
rapporti economici e sociali, presieduta da Gustavo Ghidini (PSI).
Un più ristretto Comitato di redazione (o Comitato dei diciotto) si occupò di redigere la costituzione, coordinando ed armonizzando i lavori delle tre commissioni. La Commissione dei 75 terminò i suoi lavori il 12 gennaio 1947 ed il 4 marzo cominciò il dibattito in aula del testo. Il testo finale della Costituzione della Repubblica Italiana fu definitivamente approvato il 22 dicembre 1947.
L'Assemblea Costituente votò la fiducia ai Governi De Gasperi II, III e IV, approvò le leggi di bilancio per il 1947 e 1948 e ratificò i trattati di pace, firmati a Parigi il 10 febbraio 1947.
21 dicembre, 2010
"Commedia". Iniziano a Palazzo Incontro i Laboratori teatrali di Barberio Corsetti
"Commedia". Iniziano a Palazzo Incontro i Laboratori teatrali di Barberio Corsetti
La compagnia teatrale FATTORE K di Giorgio Barberio Corsetti, nell’ambito dell’iniziativa Corpo Rete Racconto, promosso dalla Provincia di Roma all’interno del Progetto ABC Arte Bellezza Cultura
Organizza due Laboratori Teatrali dal titolo “COMMEDIA”
rivolti a 20 giovani artisti della Provincia di Roma, 16 tra attori, danzatori, acrobati e mimi, e 4 videomaker nell’ambito del progetto Il Castello ‐ Parte I
I laboratori si svolgeranno nei giorni 27, 28, 29 e 30 dicembre 2010 dalle ore 10 alle ore 15 presso Palazzo Incontro in Via dei Prefetti 22 a Roma (secondo piano)
I laboratori verteranno sui temi della commedia e saranno finalizzati alla creazione di situazioni teatrali con l’uso del video.
Un laboratorio (27, 28, 29 e 30 dicembre) sarà condotto da Julien Lambert, acrobata e clown e Marina Del Vecchio, videomaker, e verterà sulle interazioni tra invenzioni del corpo (acrobazie, elementi di clownerie, cadute) e drammaturgia video.
L’altro laboratorio (28, 29 e 30 dicembre) sarà condotto da Federica Santoro, attrice della compagnia FATTORE K e Fabio Cherstich, aiuto regia di Giorgio Barberio Corsetti, e Michele Nanni, videomaker, e verterà sulle interazioni tra elementi di recitazione e drammaturgia video.
Nelle stesse giornate del 27, 28, 29 e 30 dicembre 2010, negli spazi di Palazzo Incontro in Via dei Prefetti 22, il regista Giorgio Barberio Corsetti svolgerà le prime audizioni per la realizzazione dello spettacolo finale a Spoleto.
Il progetto Il Castello - Parte I, che trae la propria ispirazione dall’omonimo romanzo di Franz Kafka, prevede, oltre ai due laboratori, le audizioni per lo spettacolo finale che si svolgerà a Spoleto e la creazione di un sito web/progetto cross mediale. I laboratori fanno parte dei momenti performativi intermedi che condurranno allo spettacolo finale (progetto Il Castello - Parte II) che debutterà nel giugno 2011 al Festival Dei Due Mondi di Spoleto.
La partecipazione è gratuita.
Come partecipare: inviare una richiesta di adesione con allegato CV di max 2 cartelle (con recapiti e-mail e telefonici) a ilcastellolab@gmail.com.
Per informazioni: 06.97840186.
“PUNTO A CAPO”. La mostra personale di Pat Carra
“PUNTO A CAPO”. La mostra personale di Pat Carra
Il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti e l’assessore alle Politiche culturali, Cecilia D’Elia presentano la mostra “Punto a Capo” di Pat Carra, ospitata al Complesso del Vittoriano dal 23 dicembre 2010 al 23 gennaio 2011.
Con entrata da Piazza Ara Coeli, questo è l’orario per i visitatori: dal lunedì al venerdì 9.30/18.30 - sabato e domenica 9.30/19.30.
L’ingresso è gratuito.
Una esposizione che vuole far conoscere l’universo di una delle più amate fumettiste italiane attraverso 29 tele che sono ingrandimenti, tutti disegnati e cuciti interamente a mano, dei fumetti su carta originari.
Le dimensioni variano da 90x100 cm a 100x260 cm. I tessuti spaziano dal lino al khadi di Gandhi, dal cotone alla canapa, alla iuta. I fumetti di Pat Carra sono quindi volati dalla carta alla tela, hanno preso corpo e volume, sono disegnati a mano, ricamati al dritto e al rovescio, tagliati, cuciti. Pat intreccia sulle tele il lavoro della penna e quello dell’ago, cucendo ironie taglienti su morbidi tessuti. Le vignette e le strisce sono umoristiche, ironiche, satiriche. Parlano di donne e di uomini, di libertà femminile, di conflitti tra i sessi.
La mostra è promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali della Provincia di Roma, realizzata da Comunicare Organizzando di Alessandro Nicosia e a cura di Susanna Boschi, Pat Carra, Anders Lunderskov, Sandro Stefanelli.
PROMEMORIA 21 dicembre 1993 - Il TGV Réseau N.511 diretto a Parigi deraglia a Ablaincourt-Pressoir, ferendo 25 persone ferme in stazione.
Il TGV Réseau N.511 diretto a Parigi deraglia a Ablaincourt-Pressoir, ferendo 25 persone ferme in stazione. Con i suoi 300 km/h è il più veloce incidente ferroviario della storia
Con il termine TGV, dal francese Train à Grande Vitesse (treno a grande velocità), viene definita una famiglia di convogli a trazione elettrica di concezione francese, progettati dalla SNCF, Société nationale des chemins de fer français (Società nazionale delle ferrovie francesi), in collaborazione con la società costruttrice Alstom (GEC-Alsthom). Per traslazione con il termine TGV si intende anche il servizio ferroviario ad alta velocità francese. Il primo TGV è entrato in esercizio per la prima volta fra Parigi e Lione nel settembre 1981, sfruttando la prima tratta della nuova linea costruita fra Saint-Florentin e Sathonay-Camp, nei pressi di Lione.
TGV è un marchio depositato appartenente alla SNCF.
Il logo metallizzato, creato nel 2000 da The Brand Company, filiale dell'agenzia pubblicitaria BDDP, ha lo scopo di evocare, nella sua fluidità, la velocità e la potenza del treno. Lo slogan del servizio è: TGV, prenez le temps d'aller vite (francese: "TGV, prendetevi il tempo di andare veloce")[1].
Il sistema TGV ha festeggiato il 28 novembre 2003 il primo miliardo di passeggeri trasportati dall'inaugurazione del servizio, nel settembre 1981. Si prevede di raggiungere il secondo miliardo entro il 2010.
20 dicembre, 2010
PROMEMORIA 20 dicembre 1960 - Viene costituito il Fronte Nazionale per la Liberazione del Vietnam
Viene costituito il Fronte Nazionale per la Liberazione del Vietnam
« Nessun vietcong mi ha mai chiamato negro »
(Cassius Clay, motivando il suo rifiuto alla leva militare in Vietnam)
Viet Cong (Việt Cộng) era il gruppo di resistenza sud vietnamita ai vari governi filoamericani dell'epoca. Il termine è un'abbreviazione e significa comunista del Vietnam, in virtù del fatto che il comunismo (il partito Lao Dong - partito dei lavoratori) era una forte componente della resistenza, ma non l'unica.
Fronte di liberazione nazionale
L'FLN (fronte di liberazione nazionale del Vietnam del sud), era una delle componenti fondamentali della resistenza. Era un movimento politico con buona componente nazionalista in cui confluivano diverse correnti di pensiero, sia comuniste, sia correnti abbastanza neutrali. Il suo leader era Nguyen Huu Tho.
Nato nel 1960, suoi obiettivi erano quelli dell'indipendenza del Vietnam del sud dalla dittatura del regime filoamericano di Ngo Dinh Diem e dei suoi successori (anche dagli americani), la realizzazione di un governo che risollevasse il paese (inteso come Vietnam del sud) sia sul piano politico che su quello economico/sociale, prima della riunificazione pacifica del Vietnam. Questi obiettivi vengono esposti dettagliatamente nel manifesto dell'FLN redatto nel 1960.
L'FLN era la componente più autorevole dell'intero movimento di resistenza, tanto che la bandiera del movimento viene associata all'intero gruppo di resistenza. La bandiera si rifaceva alla bandiera del Vietnam del nord, con l'aggiunta di una metà blu.
Durante la guerra questo movimento venne fortemente appoggiato dall'RDVN (Repubblica democratica del vietnam del nord) e nutriva forti consensi nella popolazione. Dopo la fine del conflitto i rapporti tra FLN e RDVN precipitano per via del cambiato atteggiamento da parte dell'RDVN.
Governo rivoluzionario provvisorio
Il GRP (governo rivoluzionario provvisorio) è stato fondato nell'8 giugno 1969, come alternativa al governo di Saigon. In seguito avrebbe preso parte, seppur in misura limitata, alle trattative di pace. Il GRP era stato fondato durante l'esilio nella giungla delle componenti di resistenza dall'FLN e dal COSVN(quartier generale militare del Lao Dong).
Dopo la fine della guerra il GRP viene considerato un intralcio da parte dell'RDVN, la futura vita politica del Vietnam del sud venne decisa solamente dall'RDVN (che quindi risultava essere l'unico vincitore), infatti si passò direttamente ad una riunificazione forzata del Vietnam, in cui il GRP poteva avere solo un'utilità propagandistica[1].
I combattenti
Il braccio armato dell'FLN era la FALP (forze armate della liberazione del popolo). I nemici che si trovarono ad affrontare erano oltre alle forze armate le ostilità della giungla, anzi secondo alcuni il nemico più pericoloso sul piano militare era rappresentato dal vivere nella giungla, e non dagli avversari.
Chiunque prendesse parte alla lotta per la resistenza perdeva il contatto diretto con i familiari (venendo così a mancare anche un sostegno morale), in alcuni casi i guerriglieri rividero i propri familiari solamente dopo la fine della guerra, mentre generalmente i guerriglieri che provenivano dalle campagne riuscivano a vedere i propri familiari in occasione della concessione delle licenze, recandosi loro stessi nelle campagne. Per quanto riguardava i guerriglieri che provenivano dalle città il discorso era molto più complicato, infatti spesso in questi casi erano le famiglie a venire nella giungla (a volte queste visite si rivelarono drammatiche).
C'è da dire infine che buona parte dei combattenti vietcong non aveva alcun movente politico, infatti erano in molti che si arruolavano con i guerriglieri solo per motivi strettamente personali, per migliorare le condizioni di vita proprie e dei familiari. In alcuni casi i combattenti si schieravano nelle file dei vietcong per vendicarsi della distruzione dei propri villaggi da parte delle forze filoamericane. Per questo motivo alcuni ritenevano che i vietcong talvolta inducevano gli americani ad attaccare un villaggio (attaccando degli avamposti americani in alcuni casi quest'ultimi si ritorcevano nei confronti di qualche particolare villaggio nella zona).
Vita nella giungla
Vivere nella giungla rappresentava per i vietcong un vero problema. Infatti alcune delle maggiori preoccupazioni in ambito militare del conflitto derivava dal vivere nella giungla: nella giungla il primo nemico non erano gli americani o gli nguy ("fantocci", termine con cui indicavano il governo di Saigon e le sue truppe), ma la malaria, che pochissimi riuscivano ad evitare (Truong Nhu Tang:2008). Infatti i bombardamenti dei B-52, seppur arrecavano danni di certo non trascurabili, tra il 1968 e il 1970 non uccisero nessun capo civile o militare. I principali problemi erano rappresentati dalla malnutrizione e dalle malattie, quali ad esempio la malaria. Per capire quanto fosse diffusa la malaria, basti pensare che persino il ministro della sanità dell'RDVN, quando giunse nella giungla per valutare la situazione, venne colpito fatalmente dalla malattia.[senza fonte]
Per quanto riguarda la nutrizione, le razioni giornaliere comprendevano pochi chilogrammi di riso, acqua, e assoluta mancanza di carne, quindi la nutrizione garantita dalle razioni era carente sia dal punto di vista della quantità che della qualità. Per colmare questa mancanza molti guerriglieri cercarono, qualora gli eventi glielo consentissero, di allevare polli o maiali, in altri casi la malnutrizione porterà i guerriglieri a cercare cibo nella giungla, e quindi a cacciare (e mangiare) animali esotici come elefanti o leopardi. Nei casi più fortunati arrivava qualche rifornimento speciale dalla Cambogia.
Poi tra le altre problematiche offerte dalla giungla è da segnalare la presenza dei serpenti velenosi, verso cui i vietcong erano particolarmente vulnerabili per via anche delle calzature leggere. Il rettile più letale era il "cham guap": il suo veleno era quasi istantaneo richiedendo così ottimo tempismo nell'applicazione dell'antidoto.
Le incursioni aeree
Ovviamente vivere nella giungla in una guerra non era l'unico problema. Per quanto riguarda gli scontri militari con l'esercito di Saigon era sentito tra le file dei vietcong il problema delle incursioni aeree. Inizialmente i guerriglieri erano particolarmente indifesi, molti dei rudimentali bunker cedevano all'esplosione di una bomba ad un chilometro di distanza e soprattutto i guerriglieri non erano capaci di prevederli.
La situazione cambia in un secondo momento quando i vietcong ricevono aiuto da parte dei servizi segreti russi che, mantenendo agenti appostati nelle vicinanze delle basi di partenza dei B-52, informavano il COSVN e a sua volta i vari gruppi della resistenza. Queste previsioni permisero ai vietcong di maturare adeguate strategie difensive che consistevano semplicemente nell'evacuare i bunker fino alla fine dei bombardamenti. Queste evacuazioni a volte duravano giorni.
Per quanto riguardava invece gli attacchi di fanteria, non sembra che fosse considerato un problema da parte dei vietcong, anzi su questo piano sembravano abbastanza avvantaggiati per via della conoscenza del territorio.
L'armamento
Il movimento di resistenza non poteva contare su un arsenale simile a quello posseduto dalle truppe di Saigon o dall'esercito americano: era pur sempre un movimento di resistenza.
Le armi e i rifornimenti venivano recuperati da canali clandestini, per esempio dalla Cambogia e, cosa che sorprende, arrivavano anche dall'esercito nemico, oppure dal nord (attraverso il famoso sentiero di Ho Chi Minh) i materiali forniti da cinesi e russi. Sia i rifornimenti dalla Cambogia sia quelli dall'ARVN (esercito della repubblica del Vietnam) furono importanti, per quanto riguarda la Cambogia infatti degli imprenditori realizzarono una sorta di emporio o spaccio per i guerriglieri in alcune zone confinanti, mentre per quanto riguarda i rifornimenti provenienti dall'ARVN, c'è da dire che c'era un commercio molto attivo fra i guerriglieri e gli ufficiali di più alto grado dell'ARVN.
Comunque l'arsenale rimaneva sempre limitato, infatti in molti casi i guerriglieri si armavano alla meglio, recuperando talvolta munizioni e armi tra i caduti nemici. Ad esempio i guerriglieri avevano dei veri e propri laboratori per il recupero delle bombe inesplose. I guerriglieri usavano anche armi non convenzionali, in particolare trappole di varia natura. Oltre alle semplici mine (talvolta realizzate usando granate inesplose) realizzavano trappole con il bambù che si azionavano a scatto e trafiggevano il corpo dei malcapitati. Per evitare che gli stessi guerriglieri cascassero in queste trappole si preoccupavano di porre degli opportuni segnali nella zona della trappola, segnali che variavano di zona in zona rendendo l'dentificazione generale da parte delle truppe nemiche abbastanza difficile.
19 dicembre, 2010
PROMEMORIA 19 dicembre 1972 - L'Apollo 17, ultima missione dell'uomo sulla Luna, rientra sulla Terra.
L'Apollo 17, ultima missione dell'uomo sulla Luna, rientra sulla Terra.
Apollo 17 fu l'undicesima missione con equipaggio umano del programma Apollo della NASA, la sesta e finora ultima ad arrivare sulla Luna. Fu anche la prima ad essere lanciata di notte e l'ultima di tutto il programma Apollo.
Dopo che Cernan e Schmitt furono nuovamente a bordo del modulo di comando, il modulo lunare venne fatto precipitare sulla Luna in maniera controllata. L'impatto avvenne a circa 10 chilometri dal punto di allunaggio della missione. Il conseguente terremoto lunare venne registrato anche dai sismografi installati vicino ai punti d'allunaggio delle quattro missioni Apollo precedenti.
Inoltre, durante il viaggio di ritorno, vennero fatte esplodere a distanza le cariche esplosive posizionate durante le attività extraveicolari per creare ulteriori terremoti lunari.
Anche durante questo viaggio di ritorno fu prevista l'EVA per recuperare le pellicole dagli appositi contenitori. L'astronauta Evans esegui tale lavoro rimanendo per 66 minuti all'esterno dell'America. Il 19 dicembre 1972 alle ore 19:24 UTC, avvenne l'ammaraggio dell'Apollo 17 nelle acque dell'Oceano Pacifico. L'equipaggio venne recuperato dalla portaerei USS Ticonderoga, già nave di recupero dell'Apollo 16. Con questa missione era terminato il programma lunare americano.
18 dicembre, 2010
PROMEMORIA 18 dicembre 1983 - 38 marinai del distaccamento M.M. di Aulla (MS) rimangono vittime di unincidente
38 marinai del distaccamento M.M. di Aulla (MS) rimangono vittime di uno spaventoso incidente sul viadotto di Nervi (autostrada La Spezia-Genova). Solo tre si salvarono dal tragico volo di 70 metri. Ai funerali dei 35 marinai partecipò anche l'allora Presidente della Repubblica Italiana Sandro Pertini che ricordò la tragedia nel discorso di fine anno
17 dicembre, 2010
PROMEMORIA 17 dicembre 1970 Si apre il processo per il Massacro di My Lai
Si apre il processo per il Massacro di My Lai
Il massacro di My Lai, conosciuto anche come massacro di Song My, fu un massacro di civili inermi che avvenne durante la Guerra del Vietnam, quando i soldati statunitensi della Compagnia Charlie, della 11a Brigata di Fanteria Leggera, agli ordini del tenente William Calley, uccisero 347 civili - principalmente vecchi, donne, bambini e infanti. Il massacro avvenne il 16 marzo 1968 a My Lai, una delle quattro frazioni raggruppate nei pressi del villaggio di Song My, nella provincia di Quang Ngai a circa 840 chilometri a nord di Saigon. I soldati si abbandonarono anche alla tortura e allo stupro degli abitanti.
Come venne riferito da un tenente dell'esercito sudvietnamita ai suoi superiori, fu una atroce vendetta, che avvenne poco dopo uno scontro a fuoco con delle truppe Viet Cong che si erano mischiate ai paesani.
Il massacro fu fermato dall'equipaggio di un elicottero dell'esercito USA in ricognizione, che atterrò frapponendosi tra i soldati americani e i superstiti vietnamiti. Il pilota, sottufficiale Hugh Thompson Jr., affrontò i capi delle truppe americane e disse che avrebbe aperto il fuoco su di loro se non si fossero fermati.
Mentre due membri dell'equipaggio dell'elicottero - Lawrence Colburn e Glenn Andreotta - puntavano le loro armi pesanti contro i soldati che avevano preso parte alle atrocità, Thompson diresse l'evacuazione del villaggio. I membri dell'equipaggio vennero accreditati di aver salvato almeno 11 vite. Esattamente trent'anni dopo, i tre vennero premiati con la Soldiers Medal, l'onorificenza più alta dell'esercito statunitense per atti di coraggio che non coinvolgono il contatto diretto col nemico.
16 dicembre, 2010
“Buone pratiche nell’era globale”: all’Università la Sapienza il convegno patrocinato dalla Provincia di Roma
“Buone pratiche nell’era globale”: all’Università la Sapienza il convegno patrocinato dalla Provincia di Roma
Venerdì 17 e sabato 18 dicembre, all’Università la Sapienza di Roma, ci saranno due giorni di incontri per provare a orientarsi nel mondo contemporaneo, nell’economia, nella cultura e nel sociale. “Buone pratiche nell’era globale”, questo il titolo delle tavole rotonde organizzate con il patrocinio della Provincia di Roma, vedranno la partecipazione di economisti, sociologi, esponenti del mondo politico, psico analisti, filosofi, artisti.
Ospite d’onore, il Prof. Zygmunt Bauman, che introdurrà i lavori nella mattina del 17 dicembre presso la Facoltà di Economia, insieme all’assessore provinciale al Lavoro e formazione, Massimiliano Smeriglio, al Rettore dell’Università La Sapienza di Roma, Luigi Frati e al Preside della facoltà di Economia, Attilio Celant.
Seguiranno tre sessioni sui temi dell’Orientamento, della Sostenibilità e dell’Inclusione con testimonianze di buone pratiche nell’economia sostenibile, nel consumo critico e nella responsabilità sociale.
Sabato 18 dicembre, presso la Facoltà di Psicologia, si terrà la Lectio Magistralis del prof. Zygmunt Barman.
Durante il convegno verranno riportate le buone prassi che possono promuovere nuovi modelli in grado di orientare motivazioni e ideali, sia delle persone sia delle istituzioni. Esempi pratici in grado di mobilitare passioni, identificazioni, desideri di costruire, visioni prospettiche per il futuro.
L’ingresso è libero.
17 e 18 dicembre 2010
Buone pratiche nell’era globale
Sapienza Università di Roma
17 dicembre Aula V - Facoltà di Economia - Via del Castro Laurenziano, 9
18 dicembre Aula Magna - Facoltà di Psicologia - Via dei Marsi, 78
Tavole rotonde con testimonianze di buone pratiche, interventi teorici, dibattiti.
Ospite d’onore Zygmunt Bauman
Officina dell'Innovazione: la Provincia di Roma per il dialogo tra imprese e mondo della ricerca
Officina dell'Innovazione: la Provincia di Roma per il dialogo tra imprese e mondo della ricerca
Giovedì 16 dicembre presso la Sala della Pace di Palazzo Valentini (via IV Novembre 119/a), a partire dalle ore 14:30, si terrà un incontro sul tema: “La Provincia di Roma per il dialogo tra mondo dell’impresa e della ricerca. Risultati e prospettive di Officina dell’Innovazione”.
I lavori della giornata saranno aperti da Marco Miccoli, presidente VI Commissione Consiliare della Provincia di Roma, e Stefano Di Tommaso, sindaco di Frascati.
Il primo intervento, affidato a Gian Paolo Manzella, direttore del Dipartimento Innovazione e Impresa della Provincia, si soffermerà sul tema: “Una provincia per l’innovazione”; mentre Arianna Tibuzzi, direttore di Officina dell’Innovazione, terrà una relazione su: “Costruire un’agenzia dell'innovazione nell'area metropolitana di Roma: problemi, potenzialità, linee di indirizzo”.
La tavola rotonda sarà moderata da Carlo Alberto Pratesi dell’Università degli Studi Roma Tre.
Saranno presenti:
Luigi Campitelli, direttore generale BIC Lazio;
Rosa D'Ascenzi, amministratore delegato D'Ascenzi Pavimenti S.p.A.;
Lorenzo Tagliavanti, vicepresidente della Camera di Commercio di Roma;
Stephen Trueman, direttore Sapienza Innovazione – Università La Sapienza.
Per ulteriori informazioni: Officina dell’Innovazione - tel 06.88812410 info@officinainnovazione.it
PROMEMORIA 16 dicembre 1966 - Il Libretto rosso di Mao viene pubblicato a Pechino
Il Libretto rosso di Mao viene pubblicato a Pechino
Citazioni dalle Opere del presidente Mao Zedong (毛主席语录 Pinyin: Máo Zhǔxí Yǔlù), meglio noto come Libretto Rosso o Il libro delle Guardie Rosse, fu pubblicato la prima volta nel 1966. Si compone di una antologia di citazioni tratte dagli scritti e dai discorsi di Mao Zedong. Il titolo "Libretto Rosso" gli fu dato in occidente a causa del colore della copertina e dal formato, adatto ad essere infilato in una tasca superiore della giacca cinese allora maggiormente in uso: la zhongshanzhuang, cosiddetta "giacca maoista". In Cina però questo titolo alternativo non fu mai impiegato.
Durante la Rivoluzione culturale il libro godette di un'enorme popolarità, fu tradotto in numerosissime lingue e inviato gratuitamente all'estero a chiunque ne facesse richiesta. Studiare il pensiero del presidente Mao divenne un obbligo civico, anche se mai sancito ufficialmente, tanto che vi furono casi di pestaggi per chi ne fosse trovato sprovvisto. Sempre durante la Rivoluzione culturale lo studio del Libretto Rosso divenne materia scolastica in tutti i gradi di istruzione così come in tutti i luoghi di lavoro, oltre che nell'esercito, cui era originariamente rivolto.
Il libro divenne presto anche un topos iconografico, rappresentato in ogni dipinto e manifesto, fu agitato in ogni manifestazione e persino rappresentato in oggetti di uso quotidiano come le sveglie. Curiosamente non esiste un singolo Libretto Rosso, ma una intera classe di pubblicazioni con lo stesso titolo e piccole variazioni grafiche in copertina. Ciò che cambia sono la scelta delle citazioni. Infatti sia le fazioni delle Guardie Rosse, rigorosamente contrarie al Partito Comunista Cinese, che il Partito Comunista Cinese stesso pubblicarono edizioni in cui si dava risalto ora alla "dialettica in seno al popolo" ora al ruolo determinante del partito per l'edificazione del socialismo in Cina, in genere privilegiando le citazioni dalle opere di Mao degli anni 30.
Con l'avvento di Deng Xiaoping nel 1978, l'uso politico del Libretto Rosso andò scemando sia per la paura di attirarsi critiche di deviazionismo di sinistra sia per la campagna contro il culto della personalità. Oggi il Libretto Rosso rimane unicamente in vendita nelle bancarelle dell'usato come souvenir per turisti.
In Italia fu pubblicato, negli anni dal 1967 al 1969, da Editrice in lingue estere, Edizioni Lara, Edizioni Oriente, Feltrinelli, Longanesi, Avanzini e Torraca, il Quadrato e più recentemente da Newton Compton nella collana 1000 lire. Nel 1967 fu pubblicata una breve parodia dal titolo I pensieri di Mao, a cura di Marco Rostagno.
15 dicembre, 2010
Dal 26 dicembre edizione natalizia di PROVE D’ORCHESTRA
Dal 26 dicembre edizione natalizia di PROVE D’ORCHESTRA
Torna, come ogni anno, l’edizione natalizia di “Prove d’Orchestra”, la rassegna di concerti giunta quest’anno alla XVIII edizione, promossa dalla Presidenza del Consiglio Provinciale di Roma e organizzata dalla Scuola Popolare di Musica di Donna Olimpia.
Dal 26 Dicembre al 5 Gennaio 2011 si terranno concerti nei comuni di Cerveteri, Manziana e San Vito Romano.
Tre i concerti in tabellone: domenica 26 dicembre alle ore 18, presso la Chiesa di Santa Maria de Arce di San Vito Romano, si esibirà il Coro Polifonico da Camera “Patrizia e Augusta Rocca” diretto dal M° Tristano Callori; domenica 2 gennaio alle ore 19, presso la Sala “Giovanni Ruspoli” del Comune di Cerveteri, sarà la volta di Stefano Ribeca al flauto e Marco Cianchi alla chitarra; chiude Prove d'Orchestra il Trio Cameristico di Roma Stefano Ribeca (flauto), Lee I-Nin (clarinetto) e Marco Cianchi (chitarra) con uno splendido concerto che avrà luogo mercoledì 5 gennaio alle ore 21 a Manziana, presso la Chiesa di Santa Maria del Carmine.
La Scuola Popolare di Musica Donna Olimpia, con trentacinque anni di attività, è stata frequentata da circa 30 mila allievi e sono state centinaia le collaborazioni professionali con artisti ed insegnanti provenienti da tutto il mondo: nei teatri e nelle chiese, nelle biblioteche e nelle scuole di ogni ordine e grado, nelle strade, nei centri sociali nelle carceri, ovunque ha portato musica, cultura e informazione.
Insieme alle altre scuole di musica della città, con associazioni, cooperative ed istituzioni anche di altri paesi, la Scuola ha organizzato stage, seminari e concerti con l’obiettivo di essere punto di riferimento per tutti coloro che amano la musica.
A Palazzo Valentini una mostra dedicata all'arte del ricamo
A Palazzo Valentini una mostra dedicata all'arte del ricamo
“Tombolo, chiacchierino, imparaticci o modano”: termini che per molti possono essere sconosciuti ma che invece indicano diverse tecniche dell'arte del ricamo.
Un mondo vero e proprio da scoprire in occasione della mostra della Scuola di Ricamo di Ata Chirico: “Come una volta...la passione del ricamo”, inaugurata martedì 14 dicembre a Palazzo Valentini dalla presidente del Consiglio provinciale di Roma, Giuseppina Maturani, che per il secondo anno consecutivo ha voluto sostenere questa iniziativa.
“Una passione che non ha età - ha raccontato la maestra Ata Chirico che, ogni anno, organizza corsi di ricamo - e che rappresenta per molti un hobby da coltivare nei propri momenti liberi, nonostante la vita frenetica che si conduce ogni giorno”.
I lavori sono delle vere e proprie opere d'arte che colpiscono per la loro bellezza e sono rese ancora più preziose dall'impegno e dalla precisione con cui sono state realizzate.
La mostra sarà a Palazzo Valentini, Sala Tom Benetollo, fino al 18 dicembre e sarà possibile visitarla nei seguenti orari: martedì – venerdì ore 10,30 – 19; sabato ore 10,30 – 13. L'ingresso è libero.
Osservatorio Romano sulle Migrazioni - Settimo Rapporto
Osservatorio Romano sulle Migrazioni - Settimo Rapporto
Giovedì 16 dicembre 2010, alle ore 16, presso la Sala delle Carte Geografiche, Via Napoli, 36 (P.za Repubblica), si terrà la presentazione del volume “Osservatorio Romano sulle Migrazioni - Settimo Rapporto”, promosso dalla Provincia di Roma, Caritas diocesana e Camera di Commercio.
La pubblicazione contiene uno studio, curato da autori italiani e immigrati, con dati aggiornati e indagini su:
la Provincia di Roma e i suoi Comuni
Roma e i suoi Municipi
l’economia e l’imprenditoria nell’area romana
Il Saluto introduttivo sarà di Mons. Enrico Feroci, direttore Caritas diocesana di Roma.
Per la Provincia di Roma interverrà l’assessore alle Politiche Sociali della Provincia di Roma Claudio Cecchini; per la Camera di Commercio interverrà il Vice Presidente Lorenzo Tagliavanti.
PROMEMORIA 15 dicembre 1961 - Un tribunale per i crimini di guerra israeliano condanna a morte Adolf Eichmann per il suo ruolo nell'Olocausto
Un tribunale per i crimini di guerra israeliano condanna a morte Adolf Eichmann per il suo ruolo nell'Olocausto
Il processo Eichmann, celebrato nel 1960, a quattordici anni da quello di Norimberga fu il primo processo ad un criminale nazista tenutosi in Israele.
L'arrivo di Eichmann in Israele fu accolto da una fortissima ondata di esultanza mista ad odio verso quello che si era impresso nell'immaginario dei sopravvissuti ai lager come uno dei maggiori responsabili della sorte degli Ebrei. Tuttavia Eichmann offrì di sé stesso un'immagine poco appariscente, quasi sottomessa, ben diversa da quella di inflessibile esecutore degli ordini del Fuhrer; negò di odiare gli ebrei e riconobbe soltanto "la responsabilità di aver eseguito ordini come qualunque soldato avrebbe dovuto fare durante una guerra". Hannah Arendt lo descrisse, con una frase poi passata alla storia, come l'incarnazione dell'assoluta banalità del male.
La linea difensiva fu impostata nel dipingere l'imputato Eichmann come un impotente burocrate, mero esecutore di ordini inappellabili, negando quindi ogni diretta responsabilità; egli stesso d'altro canto non mostrò nessun segno di sincero rimorso e di critica verso l'ideologia razzista del terzo Reich e le sue concrete e criminali applicazioni. La sua colpevolezza, provata in maniera esaustiva dalle testimonianze di numerosi sopravvissuti chiamati a deporre contro di lui, condusse il giudice militare a pronunciare la definitiva sentenza di morte.
Prima che il condannato fosse giustiziato furono presentate diverse richieste di grazia (in prima persona da Eichmann, dalla moglie e da alcuni parenti di Linz), tutte respinte dall'allora presidente d'Israele, Yitzhak Ben-Zvi. Adolf Eichmann fu condannato a morte e impiccato nel carcere di Ramla il 31 maggio 1962. Come da verdetto il cadavere fu cremato e le sue ceneri vennero caricate su una motovedetta della marina israeliana e disperse nel Mar Mediterraneo al di fuori delle acque territoriali israeliane.
14 dicembre, 2010
Cerimonia di premiazione per la 2ª edizione del Premio Fotografico Sudest
Cerimonia di premiazione per la 2ª edizione del Premio Fotografico Sudest
Martedì 7 dicembre, a partire dalle ore 10, a Palazzo Valentini si è tenuta la cerimonia di premiazione e l'inaugurazione della mostra finale della 2° edizione del Premio Fotografico Sudest.
Il Premio è un’iniziativa della cooperativa Cecilia Onlus di Roma. L’iniziativa è stata realizzata con il contributo dell’Assessorato provinciale alle Politiche Sociali e per la Famiglia e ai Rapporti Istituzionali – guidato da Claudio Cecchini – e con il patrocinio di Legacoop Lazio.
Da 30 anni la cooperativa Cecilia agisce nell'area sud-orientale di Roma e in particolare nel Municipio di Cinecittà: si è scelto così di fare del “sud-est” , inteso come periferia e marginalità ma anche come luogo ricco di risorse inespresse, il filo conduttore di tutta l'iniziativa.
Affrontare il tema e far conoscere la realtà di chi vive in uno dei tanti sud-est del mondo, diventa un'esigenza fondamentale per un'organizzazione che da sempre è impegnata a sostenere chi si trova ai margini della vita sociale. A partire dalla storia e dalla realtà di un quartiere che ha vissuto vicende storiche importanti e che ha conosciuto da vicino i fenomeni della povertà e della marginalità, fino ad arrivare alle attuali situazioni di discriminazione e disparità a scala globale, passando per il ponte costruito da chi quotidianamente lavora cooperando per difendere i diritti dei più deboli, il premio Sudest vuole essere un punto di raccordo del dibattito sulla cooperazione a Roma.
Utilizzando il linguaggio, più che mai vivo, del racconto per immagini fotografiche, si vuole stimolare una riflessione più densa e costruttiva su questioni troppo spesso tralasciate o raccontate con strumenti formali e poco efficaci.
La realizzazione del concorso fotografico ha una duplice valenza. La prima è la volontà di raccogliere immagini, contenuti e documenti, di alta qualità, in grado di costituire materiale di studio e comunicazione sui temi della cooperazione e sulla storia della periferia romana.
La seconda è il carattere sociale dell'iniziativa. Il concorso fotografico contribuisce, infatti, al sostegno di una buona causa nella periferia Sudest di Roma. Per l'edizione del 2009 si è scelto di destinare tutte le quote delle iscrizioni al sostegno dei progetti per minori in difficoltà portati avanti dalla Cooperativa Cecilia.
Per dare visibilità al lavoro del terzo settore, molti dei premi assegnati dalla Giuria (presieduta da Gianni Pinnizzotto della Scuola Graffiti) provengono dalle realtà del sociale che collaborano alla realizzazione del concorso.
Il concorso è articolato in 4 sezioni e un premio speciale per la migliore immagine tra quelle inviate.
• Premio speciale Cooperativa Cecilia per la migliore immagine delle tre sezioni:
• Sezione 1 - Sudest romano
• Sezione 2 - Sudest del mondo
• Sezione 3 - Il senso della cooperazione
• Sezione 4 - A tema libero per Laboratori Sociali di Fotografia
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