03 agosto, 2007

Tre milioni di romani (quasi)


A Roma si nasce di più e si muore di meno: nel 2007 la capitale ha superato la soglia dei 2.700.000 abitanti, secondo i risultati dell'allineamento tra i dati di censimento e l'Anagrafe. L'allineamento ha fatto emergere 158mila nuovi cittadini, che corrispondono ad un 6,2% di popolazione in più rispetto al 2006.

Sono questi i dati dell'analisi condotta dall'ufficio Statistica del Comune sull'andamento demografico della città presentati in Campidoglio dall'assessore al bilancio Marco Causi.

Roma inoltre risulta l'unico grande Comune del Paese in cui la popolazione cresce non solo per effetto dell'arrivo di nuovi cittadini da altre parti del mondo, ma per una ripresa delle nascite, in controtendenza rispetto al resto del Paese.

Infatti nella capitale l'incremento della popolazione rispetto al 2005 è dello 0,3%, pari a 8.226 piccoli cittadini in più, mentre in tutti gli altri grandi comuni scende sotto zero (Napoli meno 0,9%, Catania meno 0,8%, Genova meno 0,7%, Milano meno 0,4%). Il tasso di natalità romano, tra i più elevato dei grandi comuni, aumenta dal 9,7 per mille del 2005 al 10,1 del 2006. Il tasso di mortalità continua a diminuire: nel 2003 era di 10,4 per mille e nel 2006 è stato del 9,6 per mille, inferiore alla media regionale (9,1 per mille).

Ogni 100 abitanti della capitale, sette sono di cittadinanza straniera, in aumento costante da cinque anni, a partire dal 4,2% del 2002. Parallelamente risulta in crescita anche il numero dei bambini stranieri a Roma: rispetto al totale delle culle romane, quelle straniere sono l'11,5%, una percentuale comunque più contenuta rispetto al 21,8% di Milano, al 20,2% di Torino, al 17,3 di Firenze e al 16,1% di Bologna.

I dati confermano la capacità di Roma di attrarre abitanti che la scelgono come luogo di residenza: il saldo tra ingressi e uscite dalla città è positivo, pari a più 2,7 per mille nel 2006 rispetto all'anno precedente, anch'esso in controtendenza rispetto alla maggior parte dei grandi Comuni (meno 3,3 per mille a Milano, oltre meno 10 per mille per Napoli e Torino).

"Tutti i dati - spiega Causi - confermano il fatto che Roma sta vivendo un ciclo espansivo che non è solo economico, ma anche demografico sorretto sia dalla ripresa della natalità dei romani, sia dagli arrivi dei nuovi cittadini, stranieri e non. Questo dimostra non solo l'attrattività di Roma, ma anche la sua buona salute come comunità e come corpo sociale". L'assessore ritiene infine che "alle istituzioni locali e alle classi dirigenti della città sta il compito di sostenere un circolo virtuoso tra economia, demografia e qualità della vita che nei prossimi anni potrà consentire a Roma di raggiungere obiettivi sempre più elevati nell'offerta di servizi e nel completamento delle sue infrastrutture".

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