24 gennaio, 2010

PROMEMORIA 24 gennaio 1979 - Viene ucciso a Genova dalle Brigate Rosse l'operaio-sindacalista Guido Rossa


Viene ucciso a Genova dalle Brigate Rosse l'operaio-sindacalista Guido Rossa.
Guido Rossa (Cesiomaggiore, 1º dicembre 1934 – Genova, 24 gennaio 1979) è stato un operaio e sindacalista italiano, assassinato durante gli anni di piombo dal gruppo terroristico delle Brigate Rosse.

L'omicidio
Il 24 gennaio 1979 alle 6:35 del mattino Rossa esce di casa sua in via Ischia 4 per recarsi al lavoro e sale nella sua Fiat 850. Ad attenderlo su un Fiat 238 parcheggiato dietro c'è un commando composto da Riccardo Dura, Vincenzo Guagliardo e Lorenzo Carpi che gli sparano contro sei colpi, uccidendolo.

L'effetto politico
È la prima volta che le Brigate Rosse uccidono un iscritto al PCI e un sindacalista. La rabbia e l'indignazione è enorme. Al funerale, cui partecipano 250.000 persone, presenzia il Presidente della Repubblica Sandro Pertini.
L'omicidio di Rossa segna una svolta nella storia delle Brigate Rosse, che da quel momento non riusciranno più a trovare le stesse aperture nei confronti dell'organizzazione interna del proletariato di fabbrica. In effetti, proprio per la delicatezza dell'obiettivo, è ritenuto probabile che le BR avessero intenzione di punire Rossa, ma senza eliminarlo: la vittima, probabilmente, doveva essere solo "gambizzato". Questa ipotesi è confermata dalle perizie: fu Vincenzo Guagliardo a esplodere i colpi calibro 7,65 alle gambe con una Beretta 81.
Guagliardo, uno dei componenti del commando, racconta che, a gambizzazione avvenuta, Riccardo Dura, capo della colonna genovese delle BR, dopo essersi allontanato come gli altri brigatisti dal luogo dell'operazione, era tornato indietro per esplodere l'ultimo colpo, quello che uccise Guido Rossa. L'autopsia rivela infatti che su Rossa furono esplosi quattro colpi alle gambe e uno solo mortale al cuore. Guagliardo aggiunge che il giorno dopo il delitto, i membri dell'organizzazione chiesero spiegazioni sull'accaduto e che Dura giustificò l'omicidio affermando che le spie andavano uccise. Sempre secondo Guagliardo le BR valutarono seriamente la sua espulsione, rinunciandovi però per non provocare fratture all'interno dell'organizzazione. Dura continuò quindi la sua militanza nelle BR, partecipando ad altre azioni ed entrando nel Comitato Esecutivo.
La ricostruzione dei fatti di Guagliardo suggerisce che la causa dell'omicidio di Guido Rossa sarebbe da ricercare nell'iniziativa individuale del capo dei componenti del commando e non in una volontà politica delle BR di eliminare il sindacalista. A dispetto di tale ipotesi, però, la colonna genovese delle BR si assunse interamente la responsabilità dell'omicidio, come dichiarato dal procuratore della repubblica Luigi Carli nella puntata televisiva del programma La storia siamo noi[1] .

Il film
Nel 2005 il regista Giuseppe Ferrara, anche in concomitanza con il centenario della CGIL, realizza una pellicola cinematografica sulla vita di Rossa ed il suo drammatico assassinio dal titolo "Guido che sfidò le Brigate Rosse". Nonostante il film fosse coprodotto dalla RAI ha trovato spazio nella programmazione della tv di Stato solamente nel giugno 2009.[2] Proprio nel 2009, infatti, un gruppo trasversale di 47 Senatori appartenenti al Pd, Pdl, Idv e Udc aveva proposto alla presidenza del Senato che il film fosse proiettato a palazzo Madama e alla Rai in prossimita' del 9 maggio (giorno della memoria dedicato alle vittime del terrorismo). La presidenza del Senato aveva risposto negativamente, appellandosi a cause tecniche che impedivano la trasmissione del film nei locali del Senato. La Rai ha recapitato una lettera ai promotori dell'iniziativa il giorno 8 maggio dichiarando che il Film verra' trasmesso a 51 giorni di distanza sulla terza rete di Stato e non in prima serata.[3]. Il primo passaggio tv è datato domenica 28 giugno 2009 su Raitre alle 23:15.

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