26 gennaio, 2010

PROMEMORIA 26 gennaio 1917 - Giuseppe Ungaretti compone la poesia "Mattina"


Giuseppe Ungaretti compone la poesia "Mattina".
L'Allegria segna un momento chiave della storia della letteratura italiana: Ungaretti rielabora in modo molto originale il messaggio formale dei simbolisti (in particolare dei versi spezzati e senza punteggiatura dei Calligrammes di Guillaume Apollinaire), coniugandolo con l'esperienza atroce del male e della morte nella guerra. Al desiderio di fraternità nel dolore si associa la volontà di ricercare una nuova "armonia" con il cosmo[10] che culmina nella citata poesia Mattina (1917). Questo spirito mistico-religioso si evolverà nella conversione in Sentimento del Tempo e nelle opere successive, dove l'attenzione stilistica al valore della parola (e al recupero delle radici della nostra tradizione letteraria), indica nei versi poetici l'unica possibilità dell'uomo, o una delle poche possibili, per salvarsi dall' "universale naufragio".
Il momento più drammatico del cammino di questa vita d'un uomo (così, come un "diario", definisce l'autore la sua opera complessiva) è sicuramente raccontato ne Il Dolore: la morte in Brasile del figlioletto Antonio, che segna definitivamente il pianto dentro del poeta anche nelle raccolte successive, e che non cesserà più d'accompagnarlo. Solo delle brevi parentesi di luce gli sono consentite, come la passione per la giovanissima poetessa brasiliana Bruma Bianco, o i ricordi d'infanzia ne I Taccuini del Vecchio, o quando rievoca gli sguardi d'universo di Dunja, anziana tata che la madre aveva accolto nella loro casa d'Alessandria:[11]
« Il velluto dello sguardo di Dunja
Fulmineo torna presente pietà »
(da L'Impietrito e il Velluto, 1970).
Mattina
Mattina è una delle più famose composizioni poetiche di Giuseppe Ungaretti, e fa parte della raccolta L'Allegria, in Naufragi. Fu scritta il 26 gennaio 1917 a Santa Maria la Longa, e il suo titolo originario era Cielo e mare. La brevissima lirica, scritta dal poeta, soldato sul fronte del Carso durante la Prima guerra mondiale, esprime l'illuminazione della improvvisa consapevolezza del senso della vastità del cosmo. Il messaggio che la lirica vuol comunicare è la fusione di questi due elementi contrapposti: il singolo, ciò che è finito, si concilia con l'immenso, ritrovando nella luce (m'illumino) il principio e la possibilità di tale fusione.

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