26 luglio, 2010

PROMEMORIA 26 luglio 2006 Giodo Rossi, Commissario straordinario FIGC assegna lo scudetto 2005-2006 all'Inter


Il commissario straordinario della Federazione Italiana Giuoco Calcio Guido Rossi assegna lo scudetto 2005-2006 all'Inter, in seguito allo Scandalo del calcio italiano del 2006 e alla revoca del titolo inizialmente vinto dalla Juventus. Per la squadra milanese è il quattordicesimo scudetto, il primo vinto a tavolino.
Lo scandalo del calcio italiano del 2006 (noto anche con il nome di Calciopoli o, impropriamente, Moggiopoli) è stato, in ordine di tempo, il terzo grande scandalo (dopo quello del 1980, noto come Calcioscommesse e quello del 1986, noto come Secondo calcioscommesse o Calcioscommesse 2) a investire il mondo del calcio italiano, anche se come portata ed effetti è stato certamente maggiore dei primi due. Lo scandalo, le cui prime avvisaglie emersero da indiscrezioni di stampa alla fine di aprile del 2006 (ma in realtà negli ambienti calcistici circolava da diversi mesi l'esistenza di scottanti intercettazioni telefoniche tra importanti dirigenti federali e di società, oggetto di indagine della Procura di Torino, sebbene non fosse chiara la reale portata dei fatti), fu battezzato dagli organi di informazione con varie denominazioni, ma alla fine è storicamente prevalso il termine Calciopoli (per assonanza con Tangentopoli, laddove in quel caso a reggere l'espressione era il termine tangente). Le intercettazioni telefoniche oggetto delle indagini emersero solamente il 2 maggio 2006.
Oggetto delle indagini da parte della Procura Federale della FIGC furono, oltre a vari dirigenti della stessa Federcalcio e dell'Associazione Italiana Arbitri, i dirigenti di diverse società professionistiche di calcio. A conclusione delle indagini la procura decise di chiamare a rispondere di vari capi di imputazione sei club: Juventus, Milan, Fiorentina, Lazio, Reggina ed Arezzo. Le ultime due, non coinvolte nella lotta per la qualificazione alle coppe europee 2006-2007, furono giudicate in un procedimento a parte, per consentire priorità ai giudizi sui primi quattro club, influenti sulla determinazione delle squadre italiane partecipanti alle competizioni internazionali nella stagione successiva.
L'accusa principale era di illecito sportivo, verificato nel tentativo di aggiustare le designazioni arbitrali per determinati incontri di campionato o di intimidire (o corrompere) gli arbitri assegnati affinché favorissero le azioni conclusive di una squadra a danno dell'altra.

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