13 marzo, 2011
PROMEMORIA 13 marzo 1943 - Olocausto: le truppe tedesche deportano o uccidono gli ebrei del ghetto di Cracovia
Olocausto: le truppe tedesche deportano o uccidono gli ebrei del ghetto di Cracovia
Il ghetto ebraico di Cracovia (Kraków in polacco) fu uno dei cinque principali ghetti creati dai nazisti nel Governatorato Generale in Polonia durante l'occupazione tedesca nella Seconda guerra mondiale. Il ghetto rappresentò un punto di transito per la suddivisione tra i lavoratori considerati abili e coloro che erano destinati al successivo massacro nei campi di sterminio. Prima della guerra Cracovia era un influente centro culturale ed aveva una popolazione ebraica di 60.000-80.000 abitanti.
La persecuzione della popolazione ebraica di Cracovia iniziò subito dopo l'occupazione della città nel settembre del 1939 a seguito della campagna polacca che vide le forze tedesche conquistare rapidamente la nazione. Gli ebrei vennero immediatamente obbligati a prendere parte a lavori forzati imposti dalle truppe naziste; dal novembre 1939 tutti gli ebrei di oltre dodici anni furono obbligati a portare un bracciale di identificazione; in tutta Cracovia le sinagoghe vennero chiuse e le reliquie e oggetti di valore che contenevano vennero confiscati dalle autorità tedesche.
Entro il maggio 1940 le autorità d'occupazione tedesche annunciarono che Cracovia sarebbe diventata la città più "pulita" del Governatorato Generale (comprendente tutte le zone occupate della Polonia, ma non annesse direttamente al Reich) ed ordinarono una massiccia deportazione degli ebrei dalla città. Degli oltre 68.000 ebrei presenti a Cracovia, solo 15.000 lavoratori e le loro famiglie ebbero il permesso di rimanere in città; tutti gli altri ricevettero ordine di abbandonarla e vennero "reinsediati" nelle aree circostanti.
Il ghetto di Cracovia venne costituito ufficialmente il 3 marzo 1941 ed installato nel quartiere di Podgórze, non nel quartiere ebraico di Kazimierz, obbligando allo spostamento delle famiglie polacche residenti nelle abitazioni ebree situate fuori dal ghetto. Prima della creazione del ghetto il quartiere di Podgórze era abitato da 3.000 persone: in quest'area vennero stipati inizialmente 15.000 ebrei che occupavano 30 strade, 320 edifici e 3.167 stanze. Come risultato venne assegnato un appartamento ogni quattro famiglie, e molti sfortunati furono costretti a vivere per strada.
Il ghetto venne circondato da mura che lo isolarono completamente dalla città circostante; tutte le finestre e porte che erano rivolte verso il lato "ariano" della città vennero murate, escluse quattro passaggi custoditi che permettevano il traffico attraverso il ghetto. Come oscuro presagio del futuro imminente i muri di cinta erano costruiti con le lapidi demolite dal cimitero ebraico della città. Piccole sezioni del muro rimangono ancora oggi.
Gli appartenenti al movimento di sinistra Akiva unirono le loro forze con i gruppi sionisti per fondare una organizzazione clandestina di combattimento chiamata Żydowska Organizacja Bojowa (ŻOB) ed organizzare la resistenza all'interno del ghetto con il supporto esterno del movimento polacco di resistenza Armia Krajowa. Il gruppo portò avanti una serie di attività di resistenza compreso un attentato al club di ritrovo degli ufficiali tedeschi. A differenza di quanto successe a Varsavia, però, gli sforzi non portarono ad una sollevazione generale prima che il ghetto venisse liquidato.
A partire dal 30 maggio 1942, le autorità tedesche iniziarono una serie di sistematiche deportazioni dal ghetto verso i campi di concentramento circostanti; nei mesi successivi migliaia di ebrei subirono questa sorte.
Il 13 e il 14 marzo 1943 i nazisti, per ordine dello Sturmbannführer Willi Haase, operarono la "liquidazione" finale del ghetto effettuata dalle SS al comando dello SS-Hauptsturmführer Amon Göth: 8.000 ebrei reputati abili al lavoro vennero deportati al Campo di concentramento di Kraków-Plaszów. Circa 2.000, considerati inabili vennero uccisi nelle strade del ghetto ed i rimanenti vennero inviati a morire al campo di Auschwitz.
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