01 marzo, 2011

PROMEMORIA 1 marzo 1968 La Battaglia di Valle Giulia fu un noto scontro di piazza tra manifestanti universitari e polizia


La Battaglia di Valle Giulia fu un noto scontro di piazza tra manifestanti universitari e polizia
La Battaglia di Valle Giulia fu un noto scontro di piazza tra manifestanti universitari e polizia, in cui i primi tentarono di riconquistare la Facoltà di Architettura della Sapienza Università di Roma attaccando la polizia, che la presidiava dopo averla sgomberata da un'occupazione studentesca.
Valle Giulia è il nome della zona di Roma, alle pendici dei Parioli, alle spalle di Villa Borghese ed alle porte del quartiere Flaminio, in cui sono ubicate diverse istituzioni culturali internazionali ed in cui, a fianco alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna, è tuttora situata la sede della facoltà di Architettura della prima Università di Roma.
Dopo che, nel mese di febbraio 1968, la facoltà era stata sede di numerose iniziative politiche, molte delle quali coordinate da docenti dello stesso ateneo, ed essendosi giunti all'occupazione della facoltà da parte degli studenti, il 29 febbraio (l'anno era bisestile) la stessa era stata sgomberata dalla polizia, chiamata dal rettore Pietro Agostino D'Avack, e restava presidiata.
Il 1º marzo 1968, un venerdì pieno di sole, circa 4000 persone si radunarono in Piazza di Spagna. Da lì il corteo si divise in due: una parte mosse verso la città universitaria, mentre la maggioranza degli studenti si diresse verso Valle Giulia con l'intento di liberare la facoltà dalla polizia. Giunti sul posto, gli studenti fronteggiarono un imponente cordone di forze dell'ordine. Un piccolo gruppo di poliziotti, staccatosi dalla fila, prese uno studente e iniziò a picchiarlo; la reazione degli studenti fu immediata e iniziò un lancio di sassi ed altri oggetti contundenti.
Solo gli ufficiali di presidio disponevano di armi cariche (la versione istituzionale affermò che ciò fu ordinato gerarchicamente per evitare il degenerare della situazione che si prevedeva incandescente, mentre "radio caserma" affermò - ripresa da fonti giornalistiche della destra estrema - che questa era una condizione ordinaria delle forze di polizia, dovuta alla carenza di fondi per l'acquisto delle munizioni). Gli scontri presto degenerarono in tutta l'area universitaria e, sorprendentemente, gli studenti mostrarono di essere in grado di reggere l'urto con le cariche della polizia, a differenza di quanto era accaduto in altri scontri accaduti nei mesi precedenti.
Si registrarono 148 feriti tra le forze dell'ordine e 478 tra gli studenti. Ci furono 4 arrestati e 228 fermati. Otto automezzi della polizia furono incendiati. Cinque pistole furono sottratte agli agenti.
Tra i partecipanti agli scontri di Valle Giulia ritroviamo molte figure che avranno in seguito percorsi tra i più svariati: il regista Paolo Pietrangeli (che all'episodio dedicò la famosa canzone "Valle Giulia" divenuta un simbolo del movimento sessantottino), Giuliano Ferrara (che rimase ferito), Paolo Liguori, Aldo Brandirali, Ernesto Galli della Loggia e Oreste Scalzone.
A guidare l'attacco alla polizia furono anche alcuni esponenti dell'estrema destra giovanile, come ad esempio Stefano Delle Chiaie di Avanguardia Nazionale.[senza fonte] La componente neofascista della contestazione (abituata agli scontri di piazza) fu espulsa dal movimento studentesco non in seguito ai fatti di Valle Giulia, ma successivamente all'assalto della facoltà di Lettere dell'Università La Sapienza (16 marzo) da parte di un gruppo di militanti del Movimento Sociale Italiano.

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