31 ottobre, 2010
GOCCE DI MEMORIA 31 ottobre 1943
I locali pubblici debbono chiudere alle 23.00, ma viene concesso una dilazione al rientro
nelle abitazioni prima del coprifuoco, ora fissato a mezzanotte.
Alla fine di ottobre si intensificano le uccisioni dei gerarchi e ufficiali fascisti; un capomanipolo
cade in corso Umberto, un centurione in via del Plebiscito, un milite in piazza
Vittorio.
Ferdinando Agnini, studente di medicina che organizza gli universitari e i liceali antifascisti
del quartiere Monte Sacro, costituisce i gruppi studenteschi della Resistenza
nell'Arsi (Associazione Rivoluzionaria Studenti Italiani), che nel febbraio del 1944 confluirà
nell'Unione Studenti Italiani. Alla testa dell'Arsi il giovane si diede con i suoi compagni
a raccogliere armi ed informazioni utili alla lotta contro i tedeschi. Ferdinando
Agnini provvide anche alla stampa di un foglio il cui titolo era “La nostra lotta” e, in collaborazione
con gruppi di patrioti comunisti della Va Zona, organizzò azioni contro i
nazifascisti. Catturato a seguito della delazione di un infiltrato nell’organizzazione resisistenziale
il 24 febbraio 1944, Agnini fu lungamente torturato in via Tasso e quindi
fucilato alle Fosse Ardeatine.
PROMEMORIA 31 ottobre 2002 - Terremoto del Molise. Una potente scossa di magnitudo 5.4 della Scala Richter, uccide 27 bambini
Terremoto del Molise. Una potente scossa di magnitudo 5.4 della Scala Richter, alle ore 11,32, provoca il crollo della scuola elementare di San Giuliano di Puglia uccidendo 27 bambini e una maestra; altre due donne, residenti nello stesso paese, restano uccise dalle macerie delle proprie abitazioni
Il terremoto del Molise è stato un sisma verificatosi tra il 31 ottobre e il 2 novembre 2002, con epicentro situato in provincia di Campobasso tra i comuni di San Giuliano di Puglia, Colletorto, Bonefro, Castellino del Biferno e Provvidenti.
La scossa più violenta, alle 11.32 del 31 ottobre, ha avuto una magnitudo di 5.4 gradi della magnitudo momento, con effetti corrispondenti all'VIII-IX grado della scala Mercalli. Durante il terremoto crollò una scuola a San Giuliano di Puglia: morirono 27 bambini e una maestra. Le indagini giudiziarie, portate a compimento dal procuratore della Repubblica presso il tribunale di Larino, Nicola Magrone, e sfociate in un processo, hanno stabilito che il crollo della scuola era stato determinato da responsabilità umane: costruttori, progettisti, tecnico comunale e sindaco dell'epoca sono stati definitivamente condannati dalla corte di cassazione il 28 gennaio 2010.
Altre due persone morirono in circostanze diverse in occasione del terremoto. Circa 100 furono i feriti e 2.925 gli sfollati in provincia di Campobasso. Anche nella provincia di Foggia ci furono numerosi sfollati e una decina di comuni riportarono danni di rilievo ad edifici storici e abitazioni.
30 ottobre, 2010
Biciclette elettriche a pedalata assistita: contributi per i comuni e i municipi
Biciclette elettriche a pedalata assistita: contributi per i comuni e i municipi
La Provincia di Roma, attraverso il Piano strategico denominato “Provincia di Kyoto”, ha individuato le sette sfide dell’innovazione e della sostenibilità per favorire lo sviluppo del territorio in coerenza con le politiche europee in materia di lotta ai cambiamenti climatici, che costituiscono ormai i capisaldi del proprio Programma di Governo e degli interventi attuati.
Le politiche della mobilità sono quindi legate al principio di sostenibilità e incentrate sull’attuazione di interventi di sviluppo del sistema di trasporto pubblico e sull’utilizzo di sistemi alternativi ai mezzi privati.
In tale ottica è previsto un Bando di contribuzione, indirizzato ai Comuni della Provincia e ai Municipi del Comune di Roma, per l’acquisto e installazione di biciclette elettriche a pedalata assistita, colonnine di ricarica e rastrelliere, con lo scopo di stimolare politiche di ciclabilità anche legate al concetto di riqualificazione della vita soprattutto nei centri urbani, riduzione dell’inquinamento e sicurezza stradale.
A tale Bando possono partecipare i Comuni della Provincia e i Municipi del Comune di Roma che, unitamente alla istanza di partecipazione, trasmettano un Piano di ciclabilità con l’individuazione delle aree in cui prevedere l’installazione delle colonnine di ricarica e delle rastrelliere e muniti delle necessarie autorizzazioni.
Le domande di partecipazione dovranno essere trasmesse, secondo le modalità stabilite nel Bando, entro le ore 13,00 del 20 dicembre 2010.
Eventuali richieste di chiarimenti potranno essere avanzate al Dipartimento XIV – Ufficio di Direzione, ai numeri 06 67666518, 06 67666470, o via mail al seguente indirizzo mobilitasostenibile@provincia.roma.it
PROMEMORIA 30 ottobre 1977 - Il giocatore del Perugia Renato Curi muore durante una partita contro la Juventus
Il giocatore del Perugia Renato Curi muore durante una partita contro la Juventus
È il 30 ottobre 1977, 30.000 spettatori gremiscono gli spalti. Curi, reduce da un infortunio, ha recuperato appena in tempo per essere della partita.[3] La gara ha inizio alle 14:30 ed il primo tempo trascorre combattutto da entrambe le parti. Nel mentre una fitta pioggia si abbatte sul capoluogo umbro. Alle 15:34, cinque minuti dopo l'inizio del secondo tempo, sugli sviluppi di una rimessa laterale nei pressi del centrocampo, Renato Curi fa uno scatto per raggiungere la palla, ma dopo pochi metri si accascia a terra. Morirà poco dopo, stroncato da un arresto cardiaco, a 24 anni.[4]
Oltre che lo stadio di Perugia, anche una squadra porta il suo nome: la Renato Curi Angolana, che milita attualmente in Serie D.
29 ottobre, 2010
Consumi e consumatori dentro la crisi. Presentato uno studio a Palazzo Valentini
Consumi e consumatori dentro la crisi. Presentato uno studio a Palazzo Valentini
Un quinto delle famiglie che vivono a Roma e in provincia ha ridotto, negli ultimi 12 mesi, la spesa per generi alimentari e bevande, mentre più del 20% ha dovuto fare tagli alla spesa destinata a sanità trasporti e istruzione.
Sono i risultati dell’indagine “Consumi e consumatori dentro la Crisi”, realizzata dalla Provincia di Roma, Assessorato alle Politiche del Personale, Tutela dei Consumatori e Lotta all'Usura, in collaborazione con l’Università Roma Tre - Facoltà di Economia “Federico Caffè”, presentata questa mattina a Palazzo Valentini.
Da un’analisi sui dati nazionali e locali emerge un calo generalizzato dei consumi con l'aggravarsi delle disparità sociali e un forte indebitamento delle famiglie per consumi.
Quali politiche di rilancio dei consumi per dare maggiore impulso all'economia sia nella redistribuzione, sia per altri consumi? Al dibattito scientifico si aggiunge una tavola rotonda con i rappresentanti dei siti web che hanno dibattuto di crisi e che si sono orientati verso un’interpretazione della stessa come determinata da una deficienza di domanda aggregata. Lo studio, basato su una rilevazione statistica diretta su campione casuale di 525 individui residenti a Roma e provincia, mostra come le abitudini di consumo nel nostro territorio si siano modificate nell’ultimo anno in particolare per effetto della crisi economica.
“Già nel corso del 2008 e del 2009 - spiega l’Assessore Visintin - i dati ISTAT ci mostrano una contrazione della spesa per consumi nelle famiglie sia a Roma che nel resto del Paese. Nell’ultimo anno gli effetti della crisi si sono fatti sentire ancora di più, anche nel nostro territorio, in particolare per quello che riguarda l’acquisto di generi di prima necessità”.
“Guardando i dati - prosegue Visintin - è confortante notare che, sebbene in diminuzione, le spese per istruzione, manifestazioni culturali e libri non scolastici sono state sacrificate meno rispetto ad altre, probabilmente perché percepite come necessarie al conseguimento delle stima e del rispetto sociale. E’ da ritenere che siano queste le voci destinate a guidare l’auspicata ripresa della spesa per consumi. Quello che conta è rimanere accanto alle famiglie, ascoltrle e supportarle tanto sui temi relativi al consumerismo quanto sui problemi inerenti l'usura”.
L’indagine - curata dal Prof. Attilio Trezzini e dalla Dott.ssa Alessia Naccarato del Dipartimento di Economia dell’Università Roma Tre - non stima l’entità della variazione di spesa delle famiglie, ma punta a capire come questa sia variata per determinate categorie di consumo.
Dall’analisi emerge un’area di disagio economico che tocca il 30-32% della popolazione del nostro territorio, la quale dichiara, in riferimento alle spese sostenute negli ultimi 12 mesi, di riuscire a “quadrare appena il bilancio” e di essere stata costretta a contrarre debiti o a prelevare i propri risparmi per far fronte alla vita quotidiana. In questo quadro, gli abitanti del provincia sembrano resistere meglio alla crisi rispetto agli abitanti di Roma. Le famiglie con donne capofamiglia sembrano lievemente più colpite. La fascia di età più fragile è risultata quella tra i 46 e i 65 anni. I disoccupati sono la categoria più toccata mentre, tra coloro che lavorano, i lavoratori autonomi sono penalizzati di più rispetto ai lavoratori dipendenti. Il disagio colpisce in modo più marcato le famiglie con figli, mentre le coppie senza figli, e in misura minore i single sembrano resistere meglio.
In merito alla riduzione delle spese, l’indagine registra come le Spese fisse per abitazione, affitto, condominio e utenze siano le più difficilmente contraibili. Il 56% delle famiglie le ha mantenute costanti mentre il numero di quelle che le hanno aumentate, il 23,62%, è maggiore rispetto a quelle che sono riuscite a diminuirla, 20,38%.
I numeri evidenziano dunque un problema abitativo e di tariffe che interagisce con la crisi, determinando una ulteriore contrazione dei consumi. viaggi e vacanze, abbigliamento abbonamenti pay tv, si presentano come le categorie spesa più facilmente contratte e sembrano essere considerate più superflue mentre le spesa per Manifestazioni culturali, apparecchiature tecnologiche e manutenzione della casa, sebbene percepita come non strettamente necessaria, sembra essere stata sacrificata da una quota di famiglie sensibilmente minore di quanto non sia avvenuto per viaggi e abbigliamento e dunque appaiano essere percepite come meno superflue. Le spese sanitarie, per generi alimentari, istruzione, comunicazioni e trasporti sono invece tra quelle sacrificate da un minor numero di famiglie e sono plausibilmente percepite come essenziali.
Preoccupano, inoltre, le dimensioni assunte nel nostro territorio, dal fenomeno dell’indebitamento delle famiglie. Circa il 30% del campione ha infatti dichiarato di essersi indebitato nell’ultimo anno. Un fenomeno che appare di maggiore intensità rispetto al resto del Paese, in parte per il costo elevato delle abitazioni e in parte per il fatto che il territorio metropolitano evidenzia comportamenti più simili al Nord Italia dove l’indebitamento risulta maggiore.
Significativa l’analisi delle ragioni dell’indebitamento, il 5,33% del campione ha finanziato l’acquisto di una casa e un altro 5% circa ha ristrutturato l’abitazione principale. Da sottolineare come il 22,86% si sia indebitato per far fronte a spese diverse, non solo per l’acquisto di beni durevoli, auto o elettrodomestici, ma anche per far fronte a spese considerevoli, ma ordinarie come pagamenti inps, imposte arretrate, spese condominiali e simili. Stupisce solo all’apparenza che il 45,45% delle famiglie con meno di 700 euro dichiari di essersi indebitato per finanziare spese correnti. L’indebitamento finalizzato all’acquisto di beni di consumo non incide, però, solo sulle classi di reddito molto basse, ma anche su quelle di reddito medio basso o medio. Un dato che sembra indicare il tentativo di difendere standard di consumo acquisiti nel passato anche a fronte delle riduzioni di reddito.
Un ultimo aspetto rilevante riguarda la fonte del finanziamento del debito delle famiglie. Il 39,24 percento del campione ha indicato parenti e amici. Con un certo allarme possiamo anche registrare la presenza di un 7,62% di famiglie che ha indicato una inquietante modalità “Altro”. L’elevata attitudine verso forme di finanziamento non istituzionali e la scarsa attitudine verso il ricorso alle Finanziarie indica, da un lato, un possibile margine di allargamento del mercato del credito e, dall’altra, la probabile necessità di modifiche delle normative che rendano i consumatori più sicuri nel ricorrere a banche e finanziarie, oggi paradossalmente percepite come più pericolose o meno accessibili delle Altre forme di finanziamento.
“Questi dati – aggiunge l’Assessore Visintin – confermano le nostre preoccupazioni, ma allo stesso tempo rilanciano il nostro impegno nella lotta a fenomeni come l’usura. Desidero ricordare, a tale proposito, il lavoro svolto in Parlamento, dove la Provincia si è battuta affinché la nuova legge nazionale, tutt’ora in discussione, preveda l’accesso al fondo per le vittime dell'usura da parte degli enti locali. Si tratta di risorse importanti senza cui, per i Comuni, diventa praticamente impossibile pensare e mettere in atto azioni concrete di aiuto per le vittime. E’ per questo – conclude l’Assessore – che una legge diversa insieme ad una sana politica del credito da parte delle banche appaiono oggi un punto strategico ed urgente della lotta all’usura”.
Nasce alla Magliana la prima scuola provinciale d'arte cinematografica
Nasce alla Magliana la prima scuola provinciale d'arte cinematografica
Il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, l'assessore provinciale al Lavoro e alla Formazione, Massimiliano Smeriglio e l’assessore provinciale alla Cultura, Cecilia D’Elia hanno presentato il progetto della Scuola provinciale d'Arte Cinematografica 'Gian Maria Volonté' dedicata alla formazione delle professioni e alle nuove tecnologie del cinema e dell'audiovisivo.
La sede della nuova scuola, di proprietà della Provincia, si trova in Via Greve (zona Magliana a Roma); la struttura si estende per oltre 1200 mq ed è dotata di 5 aule didattiche (con collegamento a internet e tecnologie video proiezione e impianto audio), una biblioteca-videoteca con 16 postazioni per la consultazione di libri e film, uno spazio per seminari, convegni e iniziative.
Tra le strutture e le tecnologie a disposizione della scuola ci sono inoltre una sala mix, un laboratorio di scenografia e costumi, una sala trucco, una sala recitazione e teatro di posa, uno spazio all'aperto con almeno 60 posti per proiezioni e sistema ripresa audio-video.
Grazie a un accordo con Cinecittà Luce, la scuola avrà uno spazio di ulteriori 250 mq presso Cinecittà che verranno utilizzati per postazioni informative, spazi formativi e laboratori dedicati alla post-produzione.
Destinatari della scuola sono i giovani diplomati e laureati tra i 18 e i 28 anni di età, italiani e stranieri residenti nella provincia di Roma. Saranno in tutto 50 gli studenti che potranno frequentare la scuola in maniera completamente gratuita. La frequenza ai corsi sarà consentita ai vincitori di un bando pubblico biennale che seguiranno un corso di formazione di 1140 ore (tra seminari, conferenze e stage in aziende del territorio).
La definizione dell'albo dei docenti è prevista per aprile del prossimo anno, i bandi di selezione saranno aperti nel giugno 2011 e l'inizio delle attività è fissato ad ottobre dello stesso anno. Il costo per l'allestimento, gli acquisti, i lavori e lo start-up è di 1 milione e 120mila euro.
La scuola prevede il progressivo coinvolgimento dei ragazzi nell'organizzazione stessa dei corsi e dei seminari. Le dotazioni tecnologiche e l'impostazione della didattica la renderanno un vero e proprio centro di sperimentazione di linguaggi audiovisivi e cinematografici.
Un'attenzione particolare sarà conferita all'elaborazione elettronica dell'immagine e della multimedialità. Oltre alle normali discipline (come regia, sceneggiatura, fotografia, montaggio) sarà dato risalto alle nuove figure professionali che in questi anni si sono accreditate con successo nel mondo della cinematografia: Vjing, animatore digitale e computer grafico 2D e 3D. Fondamentale, infatti, è diventato l'uso di tecnologie avanzate come il 'live cinema' e Vjing, il web e il video interattivo, il Morphing, modellazione e digital lighting.
La scuola sarà gestita direttamente dalla Provincia di Roma che si avvarrà di un comitato di indirizzo artistico e scientifico composto da personalità di spicco del mondo del cinema e dell'università.
Sono intervenuti alla presentazione del progetto il presidente del Festival del Cinema di Roma, Gian Luigi Rondi, l'amministratore delegato di Cinecittà Luce, Luciano Sovena, gli attori Valerio Mastandrea, Elio Germano, i registi Ettore Scola, Francesca Comencini e Daniele Vicari, Laura Paolucci della Casa di produzione Fandango.
PROMEMORIA 29 ottobre 1956 Inizia la Crisi di Suez: Israele invade la Penisola del Sinai e respinge le forze egiziane oltre il Canale di Suez
Inizia la Crisi di Suez: Israele invade la Penisola del Sinai e respinge le forze egiziane oltre il Canale di Suez
Il 29 ottobre, Israele invase la Striscia di Gaza e la penisola del Sinai e fece rapidi progressi verso la zona del canale. Come previsto dall'accordo, Regno Unito e Francia si offrirono di rioccupare l'area e separare le parti in lotta. Nasser (la cui nazionalizzazione della compagnia era stata accolta con gioia dall'opinione pubblica egiziana) rifiutò l'offerta, cosa che diede alle potenze europee un pretesto per una invasione congiunta per riprendere il controllo del canale e rovesciare il regime di Nasser. Per appoggiare l'invasione, numerose forze aeree, comprendenti molti aerei da trasporto, erano state posizionate a Cipro e a Malta da britannici e francesi. I due campi aerei di Cipro erano così congestionati che un terzo campo, che si trovava in condizioni dubbie, dovette essere rimesso in sesto per accogliere gli aerei francesi. Perfino il RAF Luqa di Malta era estremamente affollato dagli aerei del RAF Bomber Command. Il Regno Unito dispiegò le portaerei Eagle, Albion e Bulwark, mentre la Francia fece stazionare la Arromanches e la La Fayette. In aggiunta le britanniche Ocean e Theseus funsero da trampolino di lancio per il primo assalto elitrasportato della storia. Regno Unito e Francia iniziarono a bombardare l'Egitto il 31 ottobre per costringerlo a riaprire il canale. Nasser rispose affondando tutte e 40 la navi presenti nel canale, chiudendolo in pratica fino all'inizio del 1957.
Il 5 novembre sul tardi, il terzo battaglione del reggimento paracadutisti si lanciò sul campo aereo di El Gamil, ripulendo l'area e stabilendo una base sicura per i rinforzi e gli aerei di appoggio in arrivo. Alle prime luci del 6 novembre i commandos britannici del NOS 42 e del 40º Commando Royal Marines assalirono le spiagge con mezzi da sbarco della seconda guerra mondiale. Le batterie delle navi da guerra in posizione al largo iniziarono a sparare, dando un buon fuoco di copertura per gli sbarchi e causando danni considerevoli alle batterie egiziane. La città di Porto Said subì gravi danni e venne vista in fiamme.
Incontrando una forte resistenza, il commando numero 45 andò all'assalto con gli elicotteri e allo sbarco si mosse verso l'interno. Diversi elicotteri vennero colpiti dalle batterie sulle spiagge subendo perdite sostenute. Il fuoco amico degli aerei britannici causò pesanti perdite al 45º Commando. Combattimenti di strada e casa per casa erano all'ordine del giorno. Una dura opposizione arrivò da postazioni di cecchini ben trincerati, che causarono diverse perdite.
28 ottobre, 2010
Il Cinema contro la pena di morte. Appuntamento all’Auditorium Parco della Musica
Il Cinema contro la pena di morte. Appuntamento all’Auditorium Parco della Musica
A due settimane dalla Giornata Internazionale contro la Pena di morte nel mondo del 10 ottobre,
la Provincia di Roma, l’Associazione Articolo 21, Nessuno Tocchi Caino, Cinecittà Luce
con la collaborazione di Amnesty International, e altre associazioni in rappresentanza del mondo del Cinema, della Cultura e della Società civile presentano una nuova iniziativa contro la pena capitale.
Mercoledì 3 novembre, alle ore 12, presso l’Auditorium Parco della Musica – Teatro Studio (Viale Pietro de Coubertin – Roma) sarà proiettato il film di Claudio Serughetti “È tuo il mio ultimo respiro ?”
L’ingresso sarà libero, fino ad esaurimento posti.
L’iniziativa si svolge nell’ambito del Festival Internazionale del Film di Roma e attraverso il messaggio di diverse personalità del mondo della cultura, il documentario di Serughetti spiega le ragioni del Movimento in favore dell’abolizione della Pena di morte.
All’evento intervengono:
Nicola Zingaretti, Presidente Provincia di Roma
Francesco Maria Giro, Sottosegretario Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Giuseppe Giulietti, Portavoce Associazione Articolo 21
Sergio D’Elia, Segretario Nessuno Tocchi Caino
Luciano Sovena, Amministratore Delegato Cinecittà Luce
Claudio Serughetti, autore del film.
Per ulteriori informazioni: Provincia di Roma - Progetto ABC Alberto Ferrigolo 06.6766.7155
progettoabc@provincia.roma.it
PROMEMORIA 28 ottobre 1958 - Roma: eletto Papa Giovanni XXIII (Angelo Giuseppe Roncalli)
Roma: eletto Papa Giovanni XXIII (Angelo Giuseppe Roncalli)
Giovanni XXIII, nato Angelo Giuseppe Roncalli (Sotto il Monte Giovanni XXIII, 25 novembre 1881 – Città del Vaticano, 3 giugno 1963), è stato il 261º vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica (il 260º successore di Pietro), Primate d'Italia e Sovrano dello Stato della Città del Vaticano (accanto agli altri titoli connessi al suo ruolo). Fu eletto papa il 28 ottobre 1958 ed in meno di cinque anni di pontificato riuscì ad avviare il rinnovato impulso evangelizzatore della Chiesa Universale. È ricordato con l'appellativo di «Papa buono». Fu terziario francescano ed è stato beatificato da papa Giovanni Paolo II il 3 settembre 2000.
A seguito della morte di papa Pio XII, Roncalli, con sua grande sorpresa, fu eletto Papa il 28 ottobre 1958 e il 4 novembre dello stesso anno fu incoronato, divenendo così il 261º Sommo Pontefice.
Secondo alcuni analisti sarebbe stato scelto principalmente per un'unica ragione: la sua età. Dopo il lungo pontificato del suo predecessore, i cardinali avrebbero perciò scelto un uomo che presumevano, per via della sua età avanzata e della modestia personale, sarebbe stato un Papa di «transizione». Ciò che giunse inaspettato fu il fatto che il calore umano, il buon umore e la gentilezza di Giovanni XXIII, oltre alla sua esperienza diplomatica, conquistarono l'affetto di tutto il mondo cattolico e la stima dei non cattolici, in un modo che i suoi predecessori non avevano mai ottenuto. Fin dal momento della scelta del nome, molti cardinali si accorsero che Roncalli non era ciò che loro si aspettavano, infatti Giovanni era un nome che nessun papa adottava da secoli (nel Novecento quasi tutti i papi si erano chiamati Pio e questo è ciò che molti si aspettavano) perché nella storia, dal 1410 al 1425, c'era stato un antipapa di nome Giovanni XXIII.
Inoltre, fatto che non succedeva dall'elezione di Pio IX, al momento dell'apertura momentanea della Cappella Sistina per far entrare mons. Di Iorio, segretario del Conclave, subito dopo l'elezione e l'accettazione, appena il prelato si inginocchiò in segno di omaggio davanti a lui, il nuovo Papa, ancora seduto sul suo scranno da porporato, vestito degli abiti cardinalizi, si tolse dal capo lo zucchetto rosso e lo posò in testa a Di Iorio, nominandolo così cardinale. Primo atto sovrano "da Papa", fra la sorpresa generale dei cardinali confratelli che lo attorniavano e che si accorsero, da questo fatto, che il nuovo Pontefice sarebbe stato un uomo di sorprese e non un "vecchietto accomodante".
Scelse quale segretario privato Loris Francesco Capovilla, che già lo assisteva quand'era patriarca di Venezia. Capovilla è restato, dopo la morte di Roncalli, un fedele custode della sua memoria
27 ottobre, 2010
38 anni fa moriva Ercole Chiappini
38 anni fa moriva Ercole Chiappini
38 anni fa ci lasciavi quando avevi soltanto 63 anni. Quella notte, per la prima volta nella mia vita, ho sentito un profondo vuoto che riaffiora continuamente. Torna la sensazione tangibile che non ti avrei mai più visto. Lo so che questo è quello che accade ad ognuno di noi quando viene a mancare il padre o la madre… ma quello era mio padre!!!
PROMEMORIA 27 ottobre 1991 A Bari nella notte tra il 26 e il 27 brucia il Teatro Petruzzelli
A Bari nella notte tra il 26 e il 27 brucia il Teatro Petruzzelli
Il rogo e la ricostruzione
Nella notte tra il 26 e il 27 ottobre 1991 il teatro fu completamente distrutto da un incendio doloso. L'ultima opera rappresentata fu la Norma. Fu poi ricostruito ed inaugurato nel 2008.
Il processo penale riguardante il rogo si è concluso con l'assoluzione degli imputati accusati di essere i mandanti e con la condanna degli esecutori materiali del fatto. Un altro procedimento civile che vedeva coinvolti la famiglia Messeni Nemagna ed il gestore temporaneo di allora Ferdinando Pinto accusato di non aver assicurato il Teatro, si è concluso con la condanna di quest'ultimo a pagare un risarcimento di 57 miliardi di lire in favore dei proprietari del Teatro. Il 21 novembre 2002 presso il Ministero per i beni e le attività culturali (alla presenza dell'allora ministro Giuliano Urbani e del sottosegretario Nicola Bono) fu sottoscritto un "Protocollo d'intesa", tra la famiglia proprietaria del Teatro ed il Comune, la Provincia di Bari e la Regione Puglia che prevedeva che il Teatro sarebbe stato consegnato dalle parti pubbliche, ricostruito, il 22 novembre 2006.
Tuttavia i lavori per la ricostruzione non sono mai iniziati, così, il 3 ottobre del 2006, il Teatro è stato espropriato in base ad un articolo collegato alla legge finanziaria del 2006 divenendo proprietà del Comune di Bari. Il 30 aprile 2008 la Corte costituzionale con sentenza n. 128/2008 [1] ha ridato la proprietà del Teatro alla famiglia Messeni Nemagna per mancanza dei requisiti di "straordinaria necessità e urgenza" previsti dall'esproprio.
Il Petruzzelli, ricostruito interamente con soldi pubblici nel 2008, è stato riconsegnato al Comune di Bari il 7 settembre 2009 per inadempienza dell'art. 5 del contratto stipulato il 29 gennaio 1896 tra Comune di Bari ed Onofrio ed Antonio Petruzzelli. L'articolo, infatti, prevede che: "Nel caso che l’edificio crollasse per terremoto, per incendio o per qualsiasi altra causa, il concessionario ed i suoi aventi causa avranno il diritto di rimettere il Politeama nello stato primitivo, purché i lavori siano intrapresi fra un anno e siano completati fra tre a contare dal giorno in cui il crollamento sia avvenuto; oppure avranno il dovere di sgombrare il suolo dei materiali e restituirlo libero al Comune fra un anno a contare dal sopra indicato termine".
La Fondazione Lirico Sinfonica Petruzzelli e Teatri di Bari è stata infine individuata come l'unico soggetto in grado di assumere la gestione, la manutenzione e l'assicurazione del Teatro Petruzzelli, sulla base di quanto scritto nell'ex art. 23 della legge 800, secondo il quale i comuni devono mettere a disposizione degli enti lirici i teatri per dare seguito alle stagioni concertistiche. Il Teatro Petruzzelli riapre ufficialmente domenica 4 ottobre 2009, quasi 18 anni dopo il rogo, con l'esecuzione della Nona sinfonia di Ludwig van Beethoven da parte dell'Orchestra della Provincia di Bari, diretta dal maestro Fabio Mastrangelo.
Il 6 dicembre 2009 viene inaugurata la prima stagione lirica nel Petruzzelli ricostruito dopo il rogo con Turandot di Giacomo Puccini, regia di Roberto De Simone e direzione orchestrale del M° Renato Palumbo, che in settembre aveva concertato Tosca, ultimo titolo in cartellone in trasferta al Teatro Piccinni. Proprio una prova di questa Tosca è stata il primo test acustico per orchestra e cantanti dopo la ricostruzione.
26 ottobre, 2010
Terra Madre: l’incontro mondiale delle comunità del cibo arriva in Provincia di Roma
Terra Madre: l’incontro mondiale delle comunità del cibo arriva in Provincia di Roma
Slow Food Lazio e la Provincia di Roma organizzano il primo TERRA MADRE della Provincia di Roma.
Dal 26 al 30 ottobre, quattro giornate di scambi e di esposizione di prodotti, con Laboratori della terra sui temi della cooperazione e dei migranti insieme alle associazioni del territorio, di ritorno dall’evento ‘Terra Madre’ a Torino.
L’iniziativa è organizzata in collaborazione con la Cooperativa sociale integrata agricola Garibaldi, l'Istituto tecnico agrario statale Garibaldi, Argo Anguillara e Mercato della Terra di Ciampino.
Martedì 26 ottobre a Palazzo Valentini, dalle 9 alle 13, ci sarà l’inaugurazione della manifestazione. Interverranno il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti e il segretario nazionale di Slow Food Italia Daniele Buttignol. Ci saranno testimonianze delle comunità del cibo e la presentazione del documento sulle politiche alimentari e la sostenibilità con le proposte della rete per una crescita corretta.
Nel cortile di Palazzo Valentini ci sarà un’esposizione dei produttori locali con il Mercato della Terra di Ciampino e i produttori delle Fattorie Sociali della provincia, con Musica per Terra Madre.
Terra Madre e Salone del Gusto Torino, oltre a essere due eventi di rilievo internazionale sono anche il momento che ogni due anni segna una grande riunione del popolo Slow. Comunità del cibo, soci, produttori da ogni angolo del pianeta arrivano nel capoluogo piemontese per incontrarsi e conoscere di più uno dell’altro, per conoscere di più il cibo.
Terra Madre è un incontro mondiale delle comunità del cibo – composte da agricoltori ma anche chef, ricercatori e docenti universitari – che ogni due anni si incontrano a Torino per scambiarsi esperienze, consolidare un confronto con i saperi tradizionali e rafforzare le modalità di produzione del cibo locale, tipico e sostenibile.
Ma Terra Madre è soprattutto una rete viva che si alimenta tutti i giorni dell'anno. A Roma si intende così ricreare lo stesso clima che si respira a Torino, ponendo al centro della manifestazione lo scambio culturale attraverso i prodotti della terra.
In allegato è possibile consultare il programma dettagliato dell’evento.
PROMEMORIA 26 ottobre 1954 - Ritorno di Trieste all'Italia
Ritorno di Trieste all'Italia.
In seguito al Memorandum di Londra firmato il 5 ottobre 1954 fra i Governi d'Italia, del Regno Unito, degli Stati Uniti e della Repubblica Federativa Popolare di Jugoslavia, concernente il Territorio Libero di Trieste nel quale si stabiliva che la Zona A passava all'amministrazione civile italiana (con alcune correzioni territoriali a favore della Jugoslavia nel comune di Muggia) quindi passavano all'Italia i seguenti comuni della zona A:
Duino
Aurisina
Sgonico
Monrupino
Trieste
Muggia
San Dorligo della Valle
Nella zona A erano presenti 5.000 soldati americani della TRUST (TRieste United States Troops) e 5.000 soldati britannici della BETFOR (British Element Trieste FORce). L'occupazione della zona A avvenne il 26 ottobre 1954. Gli alleati si ritirarono tra il 25 e il 27 ottobre 1954.
25 ottobre, 2010
PROMEMORIA 25 ottobre 1917 - Inizia la rivoluzione Russa cosiddetto "ottobre rosso"
Inizia la rivoluzione Russa cosiddetto "ottobre rosso"
La Rivoluzione russa è stato un evento sociopolitico che ha influenzato la storia mondiale di tutto il XX secolo.
L'Unione Sovietica, nata dalla Rivoluzione, fu il primo tentativo, su scala nazionale, di applicazione pratica delle teorie sociali ed economiche di Karl Marx e Friedrich Engels.
All'inizio del 1917 la Russia, che da tre anni combatteva nella prima guerra mondiale come membro della triplice intesa, era stremata. Le perdite ammontavano a più di sei milioni tra morti, feriti e prigionieri e tranne alcune vittorie sul fronte austriaco, ormai vanificate dagli eventi, la Russia aveva subito una grave serie di sconfitte che avevano comportato la perdita della Polonia russa, portando così il fronte all'interno dei suoi stessi confini.
Nelle città mancavano viveri e combustibile, anche a causa dello stato disastroso in cui versava il sistema ferroviario, e nelle campagne l'inquietudine dei contadini aumentava a causa del sempre maggior numero di reclutati per la guerra.
Il regime zarista, chiuso a riccio nella difesa del principio dell'autocrazia, aveva ormai perso del tutto il contatto con la realtà della Russia, al punto che anche molti degli elementi più conservatori delle classi tradizionalmente alleate del regime stavano prendendo coscienza che solo un'uscita di scena di Nicola II,
24 ottobre, 2010
PROMEMORIA 24 ottobre 1945 - Viene ratificato dai paesi firmatari lo Statuto delle Nazioni Unite dando così vita alle Nazioni Unite
Viene ratificato dai paesi firmatari lo Statuto delle Nazioni Unite dando così vita alle Nazioni Unite
Lo Statuto delle Nazioni Unite è l'accordo istitutivo dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU). Fu firmato a San Francisco il 26 giugno 1945 da 50 dei 51 paesi membri (la Polonia, non presente alla conferenza, firmerà ad ottobre) a conclusione della Conferenza delle Nazioni Unite sull'Organizzazione Internazionale. Entrò in vigore il 24 ottobre 1945, dopo la ratifica da parte dei 5 membri fondatori: Cina, Francia, Unione Sovietica, Regno Unito, e Stati Uniti.
È un trattato e quindi, secondo le normative di Diritto internazionale è vincolante per tutti gli Stati che lo hanno ratificato. Tuttavia, quasi tutti i paesi del mondo hanno ormai aderito all'ONU, per cui la sua validità è pressoché universale.
In Italia lo Statuto è stato ratificato con la legge n. 848 del 17 agosto 1957.
Struttura dello Statuto [modifica]
Preambolo
NOI, POPOLI DELLE NAZIONI UNITE, DECISI
a salvare le future generazioni dal flagello della guerra, che per due volte nel corso di questa generazione ha portato indicibili afflizioni all'umanità,
a riaffermare la fede nei diritti fondamentali dell'uomo, nella dignità e nel valore della persona umana, nella eguaglianza dei diritti degli uomini e delle donne e delle nazioni grandi e piccole,
a creare le condizioni in cui la giustizia ed il rispetto degli obblighi derivanti dai trattati e dalle altri fonti del diritto internazionale possano essere mantenuti,
a promuovere il progresso sociale ed un più elevato tenore di vita in una più ampia libertà,
e per tali fini
a praticare la tolleranza ed a vivere in pace l'uno con l'altro in rapporti di buon vicinato,
ad unire le nostre forze per mantenere la pace e la sicurezza internazionale,
ad assicurare, mediante l'accettazione di principi e l'istituzione di sistemi, che la forza delle armi non sarà usata, salvo che nell'interesse comune,
ad impiegare strumenti internazionali per promuovere il progresso economico e sociale di tutti i popoli,
abbiamo risoluto di unire i nostri sforzi per il raggiungimento di tali fini
In conseguenza, i nostri rispettivi Governi, per mezzo dei loro rappresentanti riuniti nella città di San Francisco e muniti di pieni poteri riconosciuti in buona e debita forma, hanno concordato il presente Statuto delle Nazioni Unite ed istituiscono con ciò un'organizzazione internazionale che sarà denominata le Nazioni Unite.
23 ottobre, 2010
PROMEMORIA 23 ottobre 1973 - Scandalo Watergate: il presidente statunitense Richard Nixon accetta di consegnare le registrazioni
Scandalo Watergate: il presidente statunitense Richard Nixon accetta di consegnare le registrazioni audio delle conversazioni tenute nella sala Ovale riguardanti lo scandalo
Lo scandalo Watergate, o semplicemente il Watergate, fu uno scandalo politico scoppiato negli Stati Uniti nel 1972, che portò alla richiesta di impeachment e alle dimissioni dell'allora Presidente degli Stati Uniti Richard Nixon.
Lo scandalo prese il nome dal Watergate Complex, il complesso edilizio di Washington che ospita il Watergate Hotel, l'albergo in cui furono effettuate le intercettazioni che diedero il via allo scandalo.
I nastri
Le udienze tenute dal Comitato senatoriale sul Watergate, in cui il consigliere della Casa Bianca John Dean era il principale testimone e in cui molti altri ex impiegati in posti chiave dell'amministrazione diedero una testimonianza drammatica, furono messe in onda dal 17 maggio al 7 agosto, causando un danno politico devastante a Nixon. Fu stimato che l'85% degli americani possessori di tv si sintonizzò almeno per una porzione delle udienze.
Cosa più nota, il senatore repubblicano Howard Baker del Tennessee formulò la memorabile domanda "Cosa sapeva il presidente e quando venne a saperlo?" che per la prima volta focalizzò l'attenzione sul ruolo personale di Nixon nello scandalo.
Il 13 luglio, il vice consigliere del Comitato Watergate Donald G. Sanders chiese ad Alexander Butterfield, vice assistente al presidente, se ci fosse un qualche tipo di sistema di registrazione alla Casa Bianca. Butterfield rispose che sebbene fosse riluttante a dirlo, c'era un sistema che automaticamente registrava ogni cosa nello Studio Ovale. La rivelazione scioccante trasformò radicalmente le indagini sul Watergate. I nastri furono subito citati contemporaneamente dal procuratore speciale (special prosecutor colui che si occupa delle indagini) Archibald Cox e dal senato, perché potevano provare se Nixon o Dean stavano dicendo la verità sugli incontri chiave.
Nixon rifiutò usando il principio del privilegio dell'esecutivo e ordinò a Cox, attraverso il ministro della giustizia Richardson, di lasciar cadere la sua citazione in giudizio. Il rifiuto di Cox portò al "massacro del sabato sera" il 20 ottobre 1973, quando Nixon obbligò alle dimissioni il procuratore generale Richardson e il suo vice William Ruckelshaus, in cerca di qualcuno al Dipartimento di giustizia intenzionato a licenziare Cox. Questa ricerca finì con l'avvocato generale Robert Bork che fece quanto gli era stato chiesto e licenziò il procuratore speciale Cox. Le asserzioni di malfunzionamento del governo indussero Nixon alla famosa frase, "non sono un imbroglione" (I'm not a crook), il 17 novembre di fronte a 400 editori dell'Associated Press riuniti al Walt Disney World in Florida.
Nixon, comunque, fu forzato a permettere l'insediamento di un nuovo procuratore speciale, Leon Jaworski, che continuò l'indagine. Mentre continuava a rifiutare di mostrare i nastri originali, Nixon acconsentì a rilasciare un gran numero di trascrizioni di essi. Queste confermavano largamente il resoconto di Dean, e causarono ulteriore imbarazzo quando si venne a sapere che era stata cancellata una parte cruciale di 18 minuti e mezzo di un nastro, che non era mai stata fuori dalla custodia della Casa Bianca. La Casa Bianca accusò di ciò la segretaria di Nixon, Rose Mary Woods, che disse di aver accidentalmente cancellato il nastro schiacciando il pedale sbagliato rispondendo al telefono. Ad ogni modo, viste le foto che riempivano le pagine dei giornali, il tentativo di rispondere al telefono e contemporaneamente schiacciare il pedale avrebbe richiesto uno stiramento quantomeno da ginnasta professionista. La donna disse che aveva mantenuto quella posizione per 18 minuti e mezzo. Più tardi le analisi forensi determineranno che il vuoto era stato cancellato ripetutamente - circa nove volte - escludendo l'ipotesi della "cancellazione casuale".
La questione dei nastri alla fine arrivò alla Corte suprema. Il 24 luglio 1974 la corte affermò all'unanimità che la richiesta di Nixon di usare il privilegio dell'esecutivo sui nastri era inammissibile e inoltre gli ordinarono di consegnarli a Jaworski. Il 30 luglio Nixon eseguì l'ordine e rilasciò i nastri incriminati.
22 ottobre, 2010
A Palazzo Valentini la mostra di Giovanni Profumo
A Palazzo Valentini la mostra di Giovanni Profumo
È stata inaugurata, presso la sala Egon Von Fürstenberg di Palazzo Valentini, la mostra “Il tempo è degli Uomini”, retrospettiva sull’artista ligure Giovanni Profumo che restituisce al pubblico la quarantennale attività del pittore genovese nato nel 1935 e morto nel 1997.
La Mostra di Giovanni Profumo è patrocinata dalla Provincia di Roma.
Hanno dato il patrocinio anche il Comune di Roma, la Regione Lazio, il Comune di Genova, la Provincia di Genova, la Regione Liguria.
Il catalogo è a cura di Raffaele Bedarida.
La mostra sarà aperta al pubblico sino al 30 ottobre con il seguente orario: lunedì – venerdì dalle 10.00 alle 19.00; sabato dalle 10.00 alle 13.00.
La mostra racconta la costante ricerca dell’artista incentrata sul tema della luce, che ispira e sostiene la sua intera produzione: dalle opere figurative degli anni '50 che rielaborano l’eredità del tonalismo ligure, alle prove ultime dove lo schema compositivo è semplificato a quasi niente e la gamma dei colori ridotta a vibrazioni tonali minime.
Dopo la retrospettiva del 1998 presso la Loggia della Mercanzia a Genova curata da Germano Beringheli, la mostra di Giovanni Profumo a Palazzo Valentini vede protagoniste circa trenta opere provenienti da importanti collezioni private nazionali e internazionali. Poiché l’artista, per tutta la sua carriera, ha evitato sistematicamente di datare le sue tele rimuovendole cosi da una linea temporale quantificabile, il percorso espositivo evita a sua volta un criterio di ricostruzione cronologica. Si privilegia dunque la copiosa produzione degli anni Novanta tutta giocata per sottili varianti luminose su schemi compositivi fissi. I decenni precedenti sono testimoniati da un ristretto nucleo di opere, dove la presenza di elementi formali si configura come ulteriore mezzo di approfondimento del tema della luce.
Durante gli anni Sessanta Profumo si stabilisce a Roma per diversi anni, proponendo una riflessione originale rispetto alla cultura artistica dominante nella capitale. Come scrive Raffaele Bedarida, curatore del catalogo che accompagna la presente mostra “è verso un superamento dialettico dell’informale che si svolge la ricerca pittorica di Profumo nei primi anni Sessanta”; nel decennio successivo tornerà invece alla figura per poi progressivamente riprendere volumi e piani geometrici bidimensionali, fino all’intensa ultima fase di ricerca al limite del monocromatismo ben documentata dalla presente mostra.
All’inaugurazione della mostra sono intervenuti il presidente della Commissione Cultura della Provincia di Roma Pino Battaglia; il vicepresidente della Commissione Cultura del Comune di Roma Paolo Masini; l’assessore alla Cultura del Comune di Genova Andrea Ranieri; la presidente del Muma, Istituzione Musei del Mare e della Navigazione, del Comune di Genova Maria Paola Profumo.
PROMEMORIA 22 ottobre 1942 gli alleati compiono un devastante bombardamento sulla città di Genova.
Seconda guerra mondiale: gli alleati compiono un devastante bombardamento sulla città di Genova che si protrae per tutta la notte uccidendo parecchie centinaia di civili, spazzando via gli antichi sestrieri e annientando patrimonio artistico della città. Viene rasa al suolo la Galleria delle Grazie e i 354 rifugiati al suo interno.
21 ottobre, 2010
Salone dell’Editoria Sociale allo spazio Ex Gil di Trastevere
Salone dell’Editoria Sociale allo spazio Ex Gil di Trastevere
Oltre 30 editori e più di 50 organizzazioni no-profit presenti, 32 tavole rotonde, presentazioni di libri e incontri, 107 autori e scrittori ospiti, 3 giorni di dibattiti, proiezioni e conferenze. Sono questi i numeri del Salone dell’editoria sociale che parlerà di welfare e crisi economica, lavoro e immigrazione, altra economia ma anche un 'processo alla scuola', un dibattito sulla crisi del sistema educativo.
L’appuntamento è fissato presso lo spazio ex Gil a Trastevere, dal 22 al 24 ottobre, per la seconda edizione del Salone dell'editoria sociale. Saranno affrontate anche le questioni della storia d'Italia (Risorgimento e Resistenza), del dialogo interreligioso e del ruolo dei media attraverso 32 tavole rotonde, presentazioni di libri e conferenze con un totale di 107 autori e scrittori ospiti.
L'iniziativa è stata presentata ieri a Palazzo Valentini dagli assessori provinciali alla Cultura, alle Politiche Sociali e al Lavoro, Cecilia D'Elia, Claudio Cecchini e Massimiliano Smeriglio.
''Le case editrici - ha detto D'Elia - hanno il ruolo di porre le domande giuste ai politici e a chi lavora con la società che si trasforma. Ci sono molti motivi per sostenere questo Salone visto che l'Italia è un paese in cui si legge poco e sono in diminuzione i libri venduti''.
Esprimendo la volontà di rendere l'iniziativa un appuntamento fisso, Cecchini ha ricordato che ''il settore del sociale attraverso la sua produzione culturale serve a educare l'opinione pubblica''.
Smeriglio ha infine sottolineato che il Salone ''è un volano per la creazione di nuove opportunità lavorative. Ci sono settori strategici come questo che non sono inseriti nell' agenda politica del Paese''.
Nel corso della manifestazione sarà presentato un rapporto sull'editoria sociale in Italia curato dalla casa editrice 'Gli Asini' e basato sulla proiezione di dati Istat.
Nel 2009 sono stati 60mila i titoli pubblicati con una tiratura di 90 milioni di copie, il 90% delle quali distribuite gratuitamente con prevalenza su scuola, cultura e sport.
Per maggiori informazioni http://www.editoriasociale.info .
20 ottobre, 2010
Capitale Metropolitana. Periferie Comuni: presentato il rapporto di studio sulla condizione sociale, economica e territoriale
Capitale Metropolitana. Periferie Comuni: presentato il rapporto di studio sulla condizione sociale, economica e territoriale
Aumenta la popolazione nel territorio provinciale di Roma. Negli ultimi dieci anni, infatti, si e' registrato un incremento demografico del +12,2%. Questa dinamica si è però concentrata in modo particolarmente sensibile nella prima cintura dove la crescita di residenti (+22,4%) è stata quasi il triplo rispetto a quella registrata nel resto della provincia (+8,9%).
Sono queste le risultanze emerse dall’incontro “Capitale Metropolitana. Periferie Comuni: presentazione del rapporto di studio sulla condizione sociale, economica e territoriale”, iniziativa promossa dalla Provincia di Roma.
La giornata di lavori, cui è intervenuto il presidente dell’Amministrazione provinciale di Roma Nicola Zingaretti, si è tenuta presso l’Auditorium “Ennio Morricone” (Facoltà di Lettere e Filosofia – Università di Roma “Tor Vergata”, via Columbia 1).
Nel programma della giornata i saluti del Rettore dell’Ateneo, Renato Lauro e del Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia, Rino Caputo.
A seguire gli interventi di accademici, esperti, artisti ed amministratori locali. Tra questi si segnalano: Walter Enrico Perandini, sindaco di Ciampino; Carlo Eufemi, sindaco di Ardea; Sandro Medici, presidente del X Municipio di Roma; Maurizio Marcelloni, ordinario di Urbanistica; Franco Salvatori, docente universitario e presidente della Società Geografica Italiana; Enzo Proietti, Direttore Area Territorio di Provinciattiva e l'attore e scrittore Ascanio Celestini.
La Capitale e la periferia ma anche i Comuni limitrofi a Roma analizzati non soltanto dal punto di vista demografico ma anche per quanto concerne i servizi, la soddisfazione economica, spazi pubblici e mobilità. A fronte di un forte aumento demografico, il rapporto mette in evidenza carenze strutturali nelle funzioni per la cultura e lo svago, nella sanità e nei servizi commerciali.
Se però nel complesso la disponibilità di servizi alla popolazione è maggiore di quella rilevata nell'estrema periferia romana, Comuni come Pomezia, Bracciano e Monterotondo, che maggiormente sono cresciuti a livello di residenti, soffrono la carenza di servizi.
Tra le periferie dei Comuni di prima cintura, cultura, svago e aggregazione sociale, sanità, trasporti e scuole sono i servizi che mancano di più. Tra gli esiti della ricerca anche la mancanza di spazi pubblici come le piazze. Nel complesso, infatti, nei Comuni di prima cintura si contano 0,8% per ogni 1.000 abitanti. Altro aspetto considerato, l'accessibilità e la velocità di connessione alla rete Internet. In diverse aree analizzate le infrastrutture telematiche sono ancora inadeguate a soddisfare la domanda e, secondo il rapporto, "rappresentano un freno alle potenzialità di sviluppo del territorio".
Un altro aspetto considerato dal rapporto formato e' quello legato alla mobilità. Su 1000 residenti intervistati per i 24 quartieri presi in considerazione tra Roma ed i comuni della provincia di prima cintura, emerge che il 40,2% delle persone sentite e' costretto a recarsi quotidianamente nella Capitale per raggiungere il proprio posto di lavoro. Il dato e' ancora più marcato (53,6% del totale) tra gli studenti delle scuole superiori e universitari. Diffuso trasversalmente alle comunità locali, il pendolarismo su Roma e' particolarmente accentuato tra i componenti delle famiglie di recente insediamento.
"Bisogna fare molto - ha spiegato il presidente Zingaretti - ma bisogna pensare a quello che si deve fare. C'è stata un'esplosione di residenzialità senza servizi con un eccesso di mobilità di fronte alla quale occorre investire".
Per Zingaretti, in particolare, "si deve puntate al trasporto su ferro con nuove tecnologie e togliendo i passaggi a livello e ad una mobilità più efficace. E poi dobbiamo esaltare la vocazione dei territori perché l'economia si trova sui territori ma spesso non viene utilizzata”.
“Negli anni scorsi - ha proseguito ancora il presidente della Provincia di Roma - c'è stato uno sviluppo demografico che ha distrutto i paesaggi ed i territori. Dobbiamo invertire la tendenza: l'economia cresce se rilanciamo le vocazioni turistiche, archeologiche, enogastronomiche, una ricchezza molto diffusa che spesso non e' conosciuta”.
Quasi la metà del campione preso in considerazione per la realizzazione del rapporto "Capitale metropolitana, periferie comuni", a cura della Provincia di Roma, considera buono il livello di integrazione degli immigrati nei propri comuni. Il 4% ritiene alto l'indice di integrazione mentre per il 20% e' quasi nullo. Inoltre il 69% si dichiara molto d'accordo sulla necessità di favorire l'integrazione contro il 18% che ritiene corretta l'affermazione che 'non ci sia posto per gli immigrati’.
"Quando c'è una buona integrazione - ha detto Zingaretti - gli immigrati non vengono visti come un problema anzi spesso vengono visti come un' opportunità per rivitalizzare l'economia locale e questo fa giustizia delle tante sciocchezze che spesso si dicono per creare paura e lucrare su questo".
PROMEMORIA 20 ottobre 2000 - La Convenzione europea del paesaggio viene ufficialmente sottoscritta nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio .
La Convenzione europea del paesaggio viene ufficialmente sottoscritta nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze
La Convenzione Europea del Paesaggio è un documento adottato dal Comitato dei Ministri della Cultura e dell'Ambiente del Consiglio d'Europa il 19 luglio 2000, ufficialmente sottoscritto nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze il 20 ottobre 2000.
È stata firmata da ventisette Stati della Comunità Europea e ratificata da dieci, tra cui l'Italia nel 2006.
Definizione di "paesaggio"
« "Paesaggio" designa una determinata parte di territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall'azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni. »
(Capitolo 1, art. 1 lettera a)
Oltre a dare una definizione univoca e condivisa di paesaggio, la convenzione dispone i provvedimenti in tema di riconoscimento e tutela, che gli stati membri si impegnano ad applicare. Vengono definite le politiche, gli obiettivi, la salvaguardia e la gestione relativi al patrimonio paesaggistico, riconosciuta la sua importanza culturale, ambientale, sociale, storica quale componente del patrimonio europeo ed elemento fondamentale a garantire la qualità della vita delle popolazioni.
Emerge la sua natura antropica, ovvero l'importanza ricoperta dal ruolo dell'azione umana. Il paesaggio è descritto come l'aspetto formale, estetico e percettivo dell'ambiente e del territorio.
La Convenzione prevede la salvaguardia di tutti i paesaggi, indipendentemente da prestabiliti canoni di bellezza o originalità, ed include espressamente:
« ...paesaggi terrestri, le acque interne e marine. Concerne sia i paesaggi che possono essere considerati eccezionali, sia i paesaggi della vita quotidiana sia i paesaggi degradati." »
(art. 2)
Problemi della traduzione italiana [modifica]
La traduzione italiana, disponibile nel sito del ministero, riporta nella definizione di paesaggio un'incongruenza con la versione originale: la precisazione "Paesaggio designa una determinata parte di territorio" non risulta nella versione inglese ("Landscape means an area, as perceived..."), mentre in quella francese si definisce "una parte di territorio" ("une parte de territoire") in cui la determinazione avviene tramite la percezione della popolazione, come definito in seguito. Determinare per definizione un territorio non ha senso, perché secondo la Convenzione tutto il territorio è paesaggio; la precisazione quindi è un probabile retaggio del concetto italiano di paesaggio inteso come bellezza naturale, così disciplinato dalla legge 1497/39 sulla "protezione delle bellezze naturali". È quindi preferibile la seguente versione in italiano:
« Zona o territorio, quale viene percepito dagli abitanti del luogo o dai visitatori, il cui aspetto o carattere derivano dalle azioni di fattori naturali e/o culturali (antropici) »
(da A.Giordano, Per codice di progetto del paesaggio, in Frames. Frammenti di architettura e paesaggio, 2006, Libreria Internazionale Cortina, Padova)
19 ottobre, 2010
Così vicine, così lontane. Tate, colf e badanti.
Così vicine, così lontane. Tate, colf e badanti.
La prima mostra bibliografica itinerante sul mondo delle badanti.
Apre domani, martedì 19 ottobre presso la Biblioteca comunale di Anzio (viale Anium 7/a), la mostra bibliografica “Così vicine, così lontane. Tate, colf e badanti”. La mostra è costituita da oltre 130 documenti, diari, fiabe, romanzi, biografie, fotografie, manuali, cataloghi di mostre, dizionari, materiali plurilingui, riviste, inchieste e reportage sul tema delle collaboratrici domestiche di oggi e di ieri ma contiene anche un ricco repertorio di film e documentari.
L’esposizione resterà aperta sino al 5 novembre. Questi gli orari per i visitatori: mattina: dal martedi al venerdi 9.00-13.00, sabato 9.00-12.00; pomeriggio: dal lunedi al giovedi 15.00 - 18.30, venerdi 15.00 - 18.00
“La mostra – dichiara l’assessore Cecilia D’Elia – girerà in tutte le otto “Biblioteche del mondo” della Provincia di Roma ma è disponibile per enti, associazioni e istituzioni culturali. Questa iniziativa è dedicata alle badanti e al valore del loro lavoro che tante famiglie italiane sperimentano ogni giorno. Queste donne, che vivono così vicino alle nostre esigenze e così lontano dai loro affetti e ricordi, sono per la nostra società un tesoro umano e culturale, nonché economico spesso dimenticato. Si inseriscono nelle strutture familiari, ne condividono l’intimità, partecipano alle dinamiche intergenerazionali, incrociano i consumi, gli stili di vita, i comportamenti degli italiani. L’integrazione è un fatto, oltre che una necessità e una forza di rinnovamento sociale e civile. In mostra documenti e testi di struggente umanità che fanno battere il cuore a tutte e a tutti, italiani e stranieri, vicini e lontani”.
Durante tutta la sua permanenza a Anzio la mostra sarà animata da visite guidate appositamente organizzate per le scuole del territorio.
“Così vicine, così lontane” è un progetto contenitore, in progress: il suo patrimonio documentario si integrerà con materiali, anche inediti, storie di vita,diari, lettere, raccolti nel territorio man mano che la mostra svolgerà il suo percorso nella provincia di Roma.
La mostra è suddivisa in 5 sezioni: Da Cenerentola a Mary Poppins: Fiabe, storie e romanzi per bambini e ragazzi; Le avventure di una badante rumena, il diario di una domestica indiana: Romanzi, racconti, storie di vita; Quando in Italia c’erano le balie: Saggi, ricerche, cataloghi di mostre; Ritratto di famiglia italiana con badante: Manuali,dizionari, materiali plurilingui; Una stanza tutta per sé: Giornali, riviste,film, documentari.
“Cosi vicine, cosi lontane” è ideata e curata da Vinicio Ongini, autore di libri per l'infanzia ed esperto di intercultura;l’organizzazione e il coordinamento sono a cura del Sistema Bibliotecario Provincia della Provincia di Roma.
Contestualmente all’itinerario della mostra si svolgerà una ricerca qualitativa, in collaborazione con le Associazioni di donne immigrate LIPA e NoDi, sui consumi e i bisogni culturali di tate, colf e badanti.
PROMEMORIA 19 ottobre 1933 - La Germania esce dalla Società delle Nazioni
La Germania esce dalla Società delle Nazioni
La Germania abbandona la Conferenza internazionale per il disarmo ed esce dalla Società delle Nazioni.
Il partito nazista ando' al potere ,dopo elezioni "democratiche",e Hitler decise che non avrebbe reso conto delle sue azioni ad altri paesi...era ovviamente ostile a parecchi paesi che ne facevano parte in primis Francia e Gran Bretagna ovviamente per via del trattamento che avevano riservato alla Germania dopo la Grande Guerra
Naturalmente il Führer non voleva essere un membro di una organizzazione che limitasse le sue imprese militari in programma.
18 ottobre, 2010
Reddito Minimo Garantito: nota esplicativa
Reddito Minimo Garantito: nota esplicativa
La Regione Lazio il 17 settembre 2010 ha richiesto a tutte le Province, compresa quella di Roma – con riferimento all’art. 6 della legge regionale n.4/2009 - un’ulteriore verifica relativa agli eventuali redditi lavorativi dei beneficiari nel periodo gennaio-settembre 2010 ed ha notificato le modalità di erogazione del Reddito Minimo Garantito.
La Provincia di Roma ha già completato tale verifica per 3.675 nominativi dei 4.269 ammessi al beneficio, provvedendo alla trasmissione del relativo elenco alla Regione Lazio in data odierna, 18 ottobre 2010. I rimanenti 594 nominativi verranno trasmessi alla Regione non appena espletate le verifiche necessarie (presumibilmente entro il 15 novembre 2010).
Le modalità di erogazione saranno le seguenti:
• il pagamento del beneficio avverrà a cura di Poste Italiane SpA, nel rispetto della graduatoria definitiva pubblicata dalla Provincia di Roma, fino ad esaurimento delle risorse finanziarie complessivamente assegnate dalla Regione Lazio alla Provincia di Roma;
• i beneficiari che hanno diritto, su base annua, ad importi tra € 1.201,00 e € 7.000,00 riceveranno l’erogazione in sei rate ognuna delle quali sarà costituita dall’importo di due mensilità;
• i beneficiari che hanno diritto, su base annua, ad importi fino a € 1.200,00 riceveranno l’erogazione in un’unica soluzione;
• tutte le erogazioni avverranno a partire dal 15 di ogni mese;
• i cittadini beneficiari dovranno recarsi personalmente presso un qualsiasi ufficio postale della Regione Lazio (sono circa 800) o in qualsiasi altro ufficio postale italiano muniti di un documento di identità e del proprio codice fiscale entro 40 giorni dalla disposizione dei singoli pagamenti;
• tutti i beneficiari riceveranno dalla Provincia di Roma, entro il mese di dicembre 2010, una lettera raccomandata in cui verranno specificate le tempistiche di erogazione del beneficio.
I cittadini ammissibili al contributo, che sono stati convocati a partire da settembre 2010, a seguito dello scorrimento della graduatoria ed al fine di utilizzare le risorse economiche ancora disponibili, dovranno attendere la valutazione della documentazione consegnata e la pubblicazione ufficiale del loro punteggio e dell’eventuale beneficio spettante. Le modalità di erogazione del sussidio saranno le medesime di quelle sopra indicate.
PROMEMORIA 18 ottobre 1810 - Viene fondata la Scuola Normale Superiore di Pisa
Viene fondata la Scuola Normale Superiore di Pisa
La Scuola normale superiore di Pisa è un centro di formazione e di ricerca pubblico, corrispondente italiano dell'École Normale Supérieure di Parigi e modello per le altre scuole superiori universitarie. È una delle tre scuole superiori riconosciute e dotate di autonomia.
La Scuola normale superiore nacque ufficialmente, per decreto napoleonico, il 18 ottobre 1810, come succursale dell'École Normale Supérieure di Parigi per i paesi in cui era autorizzato l'uso della lingua italiana, ma solo nel 1813 cominciò veramente la sua attività, volta soprattutto alla formazione degli insegnanti di scuola media superiore.
Il primo regolamento della scuola
Collocata presso il convento di San Silvestro di Pisa, ebbe un "Regolamento di disciplina" che ricalcava quello della scuola francese di riferimento, indicando con precisione ammissioni, occupazioni, castighi, ricompense e persino il vestiario degli studenti[1]
L'abdicazione di Napoleone e la restaurazione granducale dei Lorena portò alla chiusura della nuova scuola dopo un solo anno.
Nel 1846 la Scuola normale superiore fu rifondata per volontà del granduca Leopoldo II di Lorena, con la funzione di “semenzaio dei professori e dei maestri delle scuole secondarie del granducato”. Nella denominazione originaria di “Scuola normale”, l'aggettivo si riferiva a quella che era la sua funzione didattica primaria, di trasmettere "norme"[2]: l'appellativo di "superiore" era quindi legato alla preparazione per l'insegnamento secondario.
L'istituto, ospitato dall'Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano e inaugurato il 15 novembre 1847, conservava ben poco dell'ordinamento d'epoca napoleonica, presentandosi più come un'appendice assistenziale dell'Università pisana.
Nel 1862 la Scuola assunse carattere nazionale e prese il nome di "Scuola normale del Regno d'Italia". Con la fondazione delle due riviste (Annali della classe di scienze nel 1871 e Annali della classe di lettere e filosofia nel 1873) ebbe inizio l'attività editoriale della Scuola. Con lo sviluppo del corso di perfezionamento la Scuola andò sempre più assumendo, accanto alla funzione di collegio universitario, quello di istituto superiore di formazione scientifica e di ricerca. Questo carattere venne acquisito ufficialmente, insieme con l'autonomia amministrativa, nel 1932, soprattutto grazie all'azione di Giovanni Gentile.
Nel periodo fascista la Scuola normale proseguì la propria attività didattica e di ricerca.
Alla funzione della scuola di preparare all'insegnamento secondario, si è progressivamente affiancata quella di formare i futuri ricercatori e docenti universitari. Nel 1959 è stata istituita una sezione femminile nell'allora ricostruito Collegio Timpano per consentire anche alle donne di vivere presso la scuola.
17 ottobre, 2010
PROMEMORIA 17 ottobre 1933 - Albert Einstein, scappa dalla Germania Nazista e si sposta negli USA
Albert Einstein, scappa dalla Germania Nazista e si sposta negli USA
Si trasferì in America a causa delle persecuzioni antisemite che già imperversavano in Germania e in Europa.
Infatti quando Adolf Hitler salì al potere nel gennaio 1933, Einstein era professore ospite all'Università di Princeton. Nel 1933 i Nazisti promulgarono "La Legge della Restaurazione del servizio Civile" a causa della quale tutti i professori universitari ebrei furono licenziati e durante gli anni trenta fu condotta una campagna dai premi Nobel Philipp von Lenard e Johannes Stark che etichettò i lavori di Einstein come "fisica ebraica", in contrasto con la "fisica tedesca" o "ariana". Nel 1944 a Rignano sull'Arno, in Italia, la moglie e le figlie di suo cugino Robert furono uccise come rappresaglia contro Albert[9] da un reparto di soldati tedeschi delle SS: la strage familiare colpì molto lo scienziato[10] che l'anno successivo perse anche il cugino che si suicidò. Einstein rinunciò alla cittadinanza tedesca e svizzera e restò negli USA fino alla morte. All'Institute for Advanced Study a Princeton proseguì con le sue ricerche, studiando anche alcuni problemi cosmologici e le probabilità delle transizioni atomiche.
Diventò cittadino statunitense nel 1940. Einstein nei suoi ultimi anni di vita tentò di unificare le forze fondamentali allora note, cioè la gravità e l'elettromagnetismo ignorando la forza nucleare debole e la forza nucleare forte. Incidentalmente notiamo che lo studio di queste interazioni era già iniziato; in particolare Enrico Fermi aveva già sviluppato negli anni trenta una teoria basica della forza nucleare debole. Nel 1950 Einstein descrisse la sua teoria di unificazione, poi rivelatasi parzialmente errata, in un articolo della rivista Scientific American.
I vari lavori di Einstein operarono una rivoluzione di tale portata da poter essere paragonata solo a quella di Isaac Newton. La sua onestà scientifica si esplicitò nel dare impulso alla meccanica quantistica, tramite lo studio sull'effetto fotoelettrico, anche se non fu mai convinto del significato di quella teoria (famosa è la sua frase in polemica con Niels Bohr secondo cui Dio non gioca a dadi), non potendone accettare l'aspetto probabilistico.
16 ottobre, 2010
Domus Romane: gli scavi di Palazzo Valentini diventano esposizione permanente
Domus Romane: gli scavi di Palazzo Valentini diventano esposizione permanente
Gli scavi archeologici nel sottosuolo di Palazzo Valentini diventano, dal 16 ottobre 2010, un’esposizione permanente, che va ad arricchire il patrimonio storico artistico di Roma con la nuova area archeologica delle Domus Romane.
L’opera di riqualificazione, ricerca e musealizzazione portata avanti in questi anni con un progetto interamente curato da storici dell’arte, archeologi e architetti, tutti appartenenti all’Amministrazione provinciale, ha dato risultati di eccezionale rilevanza, per l’importanza rivestita in età romana da quest’area e perché le scoperte consentono di ricostruire un importante tassello della topografia antica e medioevale della città di Roma.
L’inaugurazione dell’esposizione permanente è avvenuta oggi pomeriggio: il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta , accompagnato dal presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti, ha effettuato una visita ufficiale agli scavi archeologici presenti sotto al Palazzo.
Il suggestivo percorso tra i resti di “Domus” patrizie di età imperiale, appartenenti a potenti famiglie dell’epoca, forse a senatori, con mosaici, pareti decorate, pavimenti policromi, basolati e altri reperti, è supportato da un intervento di valorizzazione curato da Piero Angela e da un’équipe di tecnici ed esperti, quali Paco Lanciano e Gaetano Capasso, che hanno ridato vita alle testimonianze del passato attraverso ricostruzioni virtuali, effetti grafici e filmati.
Il visitatore vedrà “rinascere” strutture murarie, ambienti, peristilii, terme, saloni, decorazioni, cucine, arredi, compiendo così un viaggio virtuale dentro una grande Domus dell’antica Roma. Completa il percorso un grande plastico ricostruttivo dell’area in età romana e delle varie fasi di Palazzo Valentini, grazie al quale il visitatore può ricollocarsi all’interno del contesto urbano attraverso le sue numerose stratificazioni storiche.
Un esempio unico e prezioso di come il patrimonio artistico dell’antichità, riconsegnato da un’opera attenta e rigorosa di restauro e riqualificazione, possa essere valorizzato attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie.
Gli scavi saranno aperti tutti i giorni dalle 9,30 alle 17,00. Chiuso: il martedì, il 25 dicembre, 1 gennaio e 1 maggio. Per motivi di sicurezza gli ingressi sono limitati.
Il costo del biglietto è di 6 euro; il prezzo ridotto è di 4 euro, per i visitatori di età compresa tra 6 e 25 anni e over 65. Prezzo ridotto (sempre 4 euro) anche per i possessori della card di “Provinz” , la newsletter settimanale con informazioni sulle attività e gli eventi a Roma e provincia.
Si consiglia la prenotazione, il cui costo è di 1,50 euro a persona.
L’ingresso è gratuito per i minori di sei anni e per i portatori di handicap con accompagnatore.
Per prenotazioni ed informazioni: tel. 06 32810. Per l’acquisto dei biglietti on line, cliccare qui
Riguardo la storia di Palazzo Valentini, va detto che lo stabile fu edificato a partire dalla fine del Cinquecento su iniziativa del Cardinale Michele Bonelli, nipote del Papa Pio V, il porporato aveva promosso una vasta operazione di bonifica della zona dei Fori imperiali.
A questa fase della fabbrica, diretta forse dal frate Domenica Paganelli che impostò l’impianto trapezoidale dell’edificio, chiuso verso la piazza SS. Apostoli da un’elegante facciata, seguirono nel XVII sec. una serie di ristrutturazioni e ampliamenti su committenza del Cardinale Carlo Bonelli.
Nei primi del Settecento il Palazzo venne dato in affitto ai principi Ruspoli che vi ospitarono, tra gli altri, il compositore G.F. Haendel.
Alla metà del secolo, l’intero stabile fu acquistato dal cardinale Giuseppe Spinelli cui si deve la sistemazione nel Palazzo della ricchissima biblioteca dell’imperiali - composta da oltre ventiquattromila volumi - e destinata alla pubblica fruizione.
Nel 1827 l’edificio venne acquistato dal banchiere Vincenzo Valentini che stabilì qui la sua dimora, promuovendo il completamento dei lavori verso il Foro. Nel 1873, dopo che il Palazzo passò alla Deputazione Provinciale di Roma, furono realizzati ulteriori ampliamenti e trasformazioni per renderlo idoneo ad ospitare i propri uffici e il Consiglio provinciale.
PROMEMORIA 18 ottobre 1943 - Deportazione dal Ghetto di Roma di 1022 ebrei verso il campo di concentramento di Auschwitz
Deportazione dal Ghetto di Roma di 1022 ebrei verso il campo di concentramento di Auschwitz
16 ottobre, marcia per la memoria degli ebrei romani deportati
Nella stessa data del 1943 oltre mille ebrei furono mandati ad Auschwitz, tornarono solo in sedici
ROMA - 16 ottobre, il rastrellamento e la deportazione degli ebrei romani nel ’43, una data che ha segnato la storia di Roma. E che sarà ricordata ancora una volta, per il sedicesimo anno consecutivo, con la fiaccolata che la Comunità di Sant’Egidio organizza alle 18.45 di sabato lungo il percorso che da piazza Santa Maria in Trastevere arriva, attraverso via della Lungaretta e l’Isola Tiberina, al Portico d’Ottavia nel Ghetto. La marcia ricorda il percorso dei deportati di quel 16 ottobre 1943, che dal Ghetto furono condotti al Collegio Militare di via della Lungara a Trastevere prima di essere trasferiti nei treni con destinazione Auschwitz.
SOLO IN 16 TORNARONO - «Una marcia per ricordare, non c’è futuro senza memoria», così recita l’intestazione della convocazione. «Il 16 ottobre 1943 durante l’occupazione nazista di Roma, oltre 1.000 ebrei romani furono presi e deportati nel campo di concentramento di Auschwitz – ricorda in una nota S.Egidio -. Solo un esiguo numero, 16 persone, tra cui una sola donna, Settimia Spizzichino, tornarono alle loro case. A 67 anni dalla deportazione degli ebrei romani, la Comunità di Sant'Egidio e la Comunità ebraica di Roma, come ogni anno dal 1994, fanno memoria di questo tragico momento della vita della città, organizzando un "pellegrinaggio della memoria", per non dimenticare la deportazione avvenuta durante l'occupazione nazista». La manifestazione si concluderà al Portico d’Ottavia, sul piccolo palco prenderanno la parola Marco Impagliazzo, della Comunità di Sant’Egidio, il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni, il presidente della Comunità Ebraica Riccardo Pacifici, il sindaco di Roma Gianni Alemanno, il presidente della provincia Nicola Zingaretti, il presidente della regione Renata Polverini e il fondatore di Sant’Egidio Andrea Riccardi.
15 ottobre, 2010
140 anni della Provincia di Roma
140 anni della Provincia di Roma
La Provincia di Roma celebra oggi la sua istituzione risalente al 15 ottobre del 1870. In occasione dei suoi 140 anni l'Amministrazione di Palazzo Valentini ha deciso di organizzare una serie di eventi che sono iniziati la mattina con la deposizione della corona da parte del presidente Zingaretti presso l'Altare della Patria, alla presenza della Giunta e del Consiglio provinciale di Roma.
Successivamente, alle ore 10.30, a palazzo Valentini si è svolto un consiglio provinciale straordinario presieduto dal presidente del consiglio provinciale, Giuseppina Maturani. Nel corso della seduta hanno preso la parola il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, e un rappresentante della maggioranza e uno dell'opposizione, rispettivamente i capigruppo Daniele Leodori e Andrea Simonelli.
Durante la seduta il presidente Zingaretti ha consegnato i premi Provincia Solidale (che per l'anno 2010 sono stati assegnati alle associazioni ‘Il Fiore del deserto’, Be you – Luiss, Be free cooperativa contro tratta e violenza, Giovani Solidali della Comunità di S. Egidio) e il premio Provincia Capitale, conferito alla squadra di archeologi diretta dal professore dell'Università La Sapienza Lorenzo Nigro, che a maggio e giugno ha effettuato importanti ricerche e scavi archeologici in Giordania. Il team guidato dal professor Nigro è composto da giovani ricercatori e studenti romani che hanno partecipato con entusiasmo e passione alla missione in Palestina e Giordania.
Al termine della cerimonia il presidente Zingaretti e il professore Nigro hanno presentato alla stampa, in anteprima assoluta, nella sala della Pace, i risultati conseguiti in Medio Oriente dagli studiosi dell'Università capitolina.
Oggi pomeriggio, alle ore 15, il presidente Zingaretti riceverà la visita del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, dopo la visita ufficiale agli scavi, avvenuta lo scorso dicembre, da parte del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
PROMEMORIA 15 ottobre 1962 - Crisi dei missili di Cuba: la prova di forza tra Stati Uniti e Unione Sovietica sulle armi nucleari sovietiche a Cuba
Crisi dei missili di Cuba: la prova di forza tra Stati Uniti e Unione Sovietica sulle armi nucleari sovietiche a Cuba, mette il mondo intero sotto la minaccia di una guerra atomica (la crisi durerà per 13 giorni a partire da questo punto)
La crisi dei missili di Cuba fu un confronto tra USA e URSS conseguente allo spiegamento sovietico di missili nucleari a Cuba. La crisi iniziò il 15 ottobre 1962 e durò tredici giorni, in seguito alla loro scoperta il 14 ottobre, da parte di un aereo da ricognizione U2.
È considerato uno dei momenti più critici della Guerra Fredda, assieme al Blocco di Berlino e all'esercitazione Able Archer 83.
Dopo giorni di tensione, Chruščëv, vista la fermezza di Washington e di John Fitzgerald Kennedy, ordinò il ritiro dei missili in cambio della promessa di non invasione dell'isola e del ritiro dei missili Jupiter installati nelle basi di Turchia e Italia, avvenuto 6 mesi più tardi.
14 ottobre, 2010
Immigrati: 7 milioni di euro per 104 interventi nel 201
Immigrati: 7 milioni di euro per 104 interventi nel 2010
Più di sette milioni di euro con cui finanziare, per il 2010, 104 interventi su tutto il territorio. Questi i numeri del Piano provinciale sull’immigrazione. Dei 104 interventi finanziati, tre sono gestiti direttamente dalla Provincia, 62 ricadono sul territorio del Comune di Roma e 39 sul territorio della provincia.
I tre progetti gestiti dalla Provincia di Roma contano in tutto su un importo di due milioni e 500 mila euro: il primo riguarda la costituzione di 13 centri servizi per l' immigrazione, il secondo un centro polivalente per l’informazione e il sostegno all’autoimprenditorialità degli immigrati e il terzo è un progetto di ricerca dell’osservatorio sulle migrazioni.
"I processi di integrazione - ha affermato il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti - sono impetuosi e cresceranno sempre di più. Servono politiche di integrazione che trasformino la presenza degli immigrati anche in opportunità per tutti perché se non si governano questi processi esplodono i problemi. Per questo motivo finanziamo tante cooperative, per fare in modo che sui territorio siano più presenti le opportunità di aggregazione, di formazione, di integrazione e di lavoro per evitare che esplodano conflitti. In Provincia c’è una politica per l’immigrazione che vedrà protagoniste migliaia di persone".
"I tre progetti gestiti dalla Provincia - ha detto l'assessore provinciale alle Politiche sociali Claudio Cecchini - contano in tutto su un importo di due milioni e 500mila euro. Il primo riguarda la costituzione di 13 centri servizi per l'immigrazione, il secondo un centro polivalente per l'informazione e il sostegno all'autoimprenditorialità degli immigrati, e il terzo è un progetto di ricerca dell'osservatorio sulle migrazioni".
I 104 progetti del piano provinciale possono essere classificati in 45 centri di accoglienza e di integrazione sociale, 31 progetti di integrazione scolastica, 8 di educazione interculturale, 9 di orientamento ai servizi del territorio, 5 di accoglienza residenziale, un Centro servizi, un incubatore di impresa, un progetto di ricerca dell' osservatorio sulle migrazioni e 3 di promozione e rafforzamento dell' associazionismo.
PROMEMORIA 14 ottobre 1980 - Per le vie di Torino si compie la Marcia dei quarantamila
Per le vie di Torino si compie la Marcia dei quarantamila. Si tratta di quadri, impiegati della Fiat, ma anche di operai e comuni cittadini che, inaspettatamente ed in contrapposizione ai sindacati, manifestano per il ritorno alla normalità della città, scossa dalle proteste per la messa in Cassa integrazione guadagni di ben 24.669 operai. Dal punto di vista sociale essa rappresenta l'emergere della cosiddetta Maggioranza silenziosa, piccolo borghesi affermatisi nella stagione del riflusso che saranno i nuovi protagonisti dell'Italia terziarizzata, a partire dagli anni ottanta.
La marcia dei quarantamila, anche detta marcia dei quarantamila quadri FIAT, è una manifestazione svoltasi a Torino il 14 ottobre 1980.
Migliaia di impiegati e quadri della FIAT scesero in piazza per protestare contro le violente forme di picchettaggio che impedivano loro di entrare in fabbrica a lavorare, da ormai 35 giorni. La manifestazione segnò un punto di svolta nelle relazioni sindacali: il sindacato a breve capitolò e chiuse con un accordo favorevole alla Fiat la vertenza, iniziando una progressiva perdita di potere ed influenza per tutti gli anni ottanta non solo in Fiat ma nel paese.
13 ottobre, 2010
Corsi di Educazione finanziaria a sostegno dell'imprenditoria giovanile
Corsi di Educazione finanziaria a sostegno dell'imprenditoria giovanile
Nell’ambito delle azioni promosse a sostegno dell’imprenditoria giovanile, la Provincia di Roma, in collaborazione con Banca Unicredit, organizza un ciclo di lezioni di “Educazione Finanziaria”, con l’intento di aiutare le piccole e medie imprese ad avvicinarsi al mondo delle banche.
Il corso, condotto da personale altamente specializzato di Unicredit, sarà completamente gratuito ed avrà quali suoi temi centrali: la definizione di una proficua relazione Banca-Impresa, lo sviluppo del gioco di squadra, le modalità per elaborare un piano di impresa, la condivisione delle strategie, la creazione di valore in un contesto di forte cambiamento.
Le otto lezioni previste, si terranno nella sede Unicredit di via Boncompagni 8, sala “Guido Carli”, dalle ore 16.00 alle ore 18.00 a partire dal giorno 27 Ottobre (calendario e programma completo in allegato).
L’iscrizione al corso potrà essere effettuata tramite l’invio via e-mail del modulo di iscrizione (in allegato) al seguente indirizzo: servizimprese@provincia.roma.it.
La e-mail dovrà avere come oggetto la dicitura “Iscrizione al corso di Educazione Finanziaria”.
Il modulo potrà anche essere inviato via fax al numero 06/ 67664790.
Considerata la disponibilità limitata di posti, saranno accettate le prime 60 domande di partecipazione pervenute.
Per ulteriori informazioni è necessario rivolgersi al dott. Arnaldo Criscuolo, funzionario del Dipartimento Innovazione e Impresa della Provincia di Roma:
Tel: 06 67665648 ed E mail: a.criscuolo@provincia.roma.it.
PROMEMORIA 13 ottobre 1944 Carletto Besana, eroe della Resistenza, è processato a Casargo da un tribunale tedesco-fascista e condannato a morte
Carletto Besana, eroe della Resistenza, è processato a Casargo da un tribunale tedesco-fascista e condannato a morte
Carletto Besana (Barzanò, 1º luglio 1920 – Introbio, 15 ottobre 1944) è stato un operaio e partigiano italiano.
Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 svolge intensa attività di collegamento e rifornimento fra la Brianza e la Valsassina (Lecco) dove con il fratello Guerino (anch'egli operaio, nato a Barzanò, il 27 settembre 1918) si era unito a bande partigiane.
Biografia
Il 20 luglio 1944, Carletto, incaricato di prelevare armi a Costa Masnaga, viene ferito a un fianco in uno scontro a fuoco. Ricercato, è costretto a rimanere nascosto; appena guarito ritorna in Valsassina.
L'11 ottobre 1944, durante un rastrellamento di SS italiane nella valle tra Biandino e Introbio, Guerino viene ferito gravemente alle sette del mattino. Si trascina su per la montagna per avvertire i compagni che lo trovano morente alle cinque di sera nei pressi di una grotta.
Carletto accorre alla notizia del ferimento del fratello che gli muore tra le braccia. Non vuole abbandonarlo ai cani dei fascisti che battono la valle e rimane a vegliarlo nella grotta. Viene catturato anch'esso dalle stesse SS di stanza ad Oggiono che hanno ucciso il fratello.
Tradotto a Casargo (Lecco), viene rinchiuso con tredici compagni in un pozzo, sottoposto a lunghi interrogatori e seviziato. Processato il 13 ottobre 1944 a Casargo, da un tribunale misto tedesco e fascista, viene condannato a morte. Mentre aspetta di essere fucilato scrive poche righe alla madre: "Cara mamma, fatevi coraggio quando riceverete la notizia della nostra morte, ho ricevuto i Sacramenti e muoio in pace col Signore. Mamma non pensate al fratello Guerino perché l'ho assistito io alla sua morte. Arrivederci in Paradiso. Figlio Carlo. Ciao."
Viene fucilato alle ore 15 del 15 ottobre presso il cimitero di Introbio (Lecco). Vengono fucilati con lui Benedetto Bocchiola, Carlo Cendali, Francesco Guarnerio, Andrea Ronchi e Benito Rubini.
Dopo il 25 aprile 1945, le salme dei due fratelli Besana vengono recuperate e riportate al paese natale di Barzanò. Qui il 10 maggio si svolgono i solenni funerali.
12 ottobre, 2010
PROMEMORIA 12 ottobre 1946 - L'Italia adotta l'Inno di Mameli come inno nazionale provvisorio
L'Italia adotta l'Inno di Mameli come inno nazionale provvisorio
Il Canto degli Italiani, meglio conosciuto come Fratelli d'Italia, o l'Inno di Mameli, è l'inno nazionale della Repubblica Italiana, provvisoriamente adottato dal 12 ottobre 1946.
Nella seconda guerra mondiale, indicibilmente più dura della prima, non ci fu lo spazio nemmeno per i canti che avevano invece caratterizzato la Grande Guerra nascendo molto spesso dal basso: solo dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 l'inno di Mameli e molti altri vecchi canti assieme a quelli nuovi dei partigiani risuonarono per tutta Italia (anche al Nord, dove erano trasmessi dalla radio) dando coraggio agli italiani. In questo periodo di transizione, sapendo che la monarchia sarebbe stata messa in discussione e che la Marcia Reale sarebbe stata perciò provocatoria, il governo adottò provvisoriamente come inno nazionale La canzone del Piave. Nel 1945, dopo la fine della guerra, a Londra Toscanini diresse l'esecuzione dell'Inno delle nazioni, composto da Verdi e comprendente anche l'inno di Mameli, che vide così riconosciuta l'importanza che gli spettava. Il Consiglio dei ministri nel 12 ottobre 1946 acconsentì all'uso dell'inno di Mameli come inno nazionale, limitandosi così a non opporsi a quanto decretato dal popolo, anche se alcuni volevano confermare La canzone del Piave, altri avrebbero preferito il Va', pensiero (celebre aria dall'opera lirica Nabucco) di Giuseppe Verdi e altri ancora avrebbero voluto bandire un concorso per trovare un nuovo inno che sottolineasse la natura repubblicana della nuova Italia, ciò che del resto non era necessario, perché Mameli e il suo inno erano già accoratamente repubblicani (proprio per questo all'inizio erano stati banditi dal regno sabaudo). La Costituzione sancì l'uso del tricolore come bandiera nazionale, ma non stabilì quale sarebbe stato l'inno, e nemmeno il simbolo della Repubblica, che essendo fallito il primo concorso dell'ottobre 1946 fu scelto solo con il decreto legislativo del 5 maggio 1948 in seguito a un secondo concorso cui parteciparono 197 loghi di 96 artisti e specialisti, dei quali risultò vincitore Paolo Paschetto, col suo noto emblema.[senza fonte]
Per molti decenni si è dibattuto a livello politico e parlamentare circa la necessità di rendere Fratelli d'Italia l'inno ufficiale della Repubblica Italiana, ma senza che si arrivasse mai all'approvazione di una legge o di una modifica costituzionale che sancisse lo stato di fatto riconosciuto peraltro anche in tutte le sedi istituzionali.
Nel 2006 è stato discusso nella Commissione affari costituzionali del Senato un disegno di legge che prevede l'adozione di un disciplinare circa il testo, la musica e le modalità di esecuzione dell'inno Fratelli d'Italia.[5] Lo stesso anno, con la nuova legislatura, è stato presentato al Senato un disegno di legge costituzionale che prevede la modifica dell'art.12 della Costituzione italiana con l'aggiunta del comma «L'inno della Repubblica è Fratelli d'Italia».Nel 2008, altre iniziative analoghe sono state adottate in sede parlamentare.
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