16 ottobre, 2010

Domus Romane: gli scavi di Palazzo Valentini diventano esposizione permanente


Domus Romane: gli scavi di Palazzo Valentini diventano esposizione permanente

Gli scavi archeologici nel sottosuolo di Palazzo Valentini diventano, dal 16 ottobre 2010, un’esposizione permanente, che va ad arricchire il patrimonio storico artistico di Roma con la nuova area archeologica delle Domus Romane.

L’opera di riqualificazione, ricerca e musealizzazione portata avanti in questi anni con un progetto interamente curato da storici dell’arte, archeologi e architetti, tutti appartenenti all’Amministrazione provinciale, ha dato risultati di eccezionale rilevanza, per l’importanza rivestita in età romana da quest’area e perché le scoperte consentono di ricostruire un importante tassello della topografia antica e medioevale della città di Roma.

L’inaugurazione dell’esposizione permanente è avvenuta oggi pomeriggio: il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta , accompagnato dal presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti, ha effettuato una visita ufficiale agli scavi archeologici presenti sotto al Palazzo.

Il suggestivo percorso tra i resti di “Domus” patrizie di età imperiale, appartenenti a potenti famiglie dell’epoca, forse a senatori, con mosaici, pareti decorate, pavimenti policromi, basolati e altri reperti, è supportato da un intervento di valorizzazione curato da Piero Angela e da un’équipe di tecnici ed esperti, quali Paco Lanciano e Gaetano Capasso, che hanno ridato vita alle testimonianze del passato attraverso ricostruzioni virtuali, effetti grafici e filmati.

Il visitatore vedrà “rinascere” strutture murarie, ambienti, peristilii, terme, saloni, decorazioni, cucine, arredi, compiendo così un viaggio virtuale dentro una grande Domus dell’antica Roma. Completa il percorso un grande plastico ricostruttivo dell’area in età romana e delle varie fasi di Palazzo Valentini, grazie al quale il visitatore può ricollocarsi all’interno del contesto urbano attraverso le sue numerose stratificazioni storiche.

Un esempio unico e prezioso di come il patrimonio artistico dell’antichità, riconsegnato da un’opera attenta e rigorosa di restauro e riqualificazione, possa essere valorizzato attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie.

Gli scavi saranno aperti tutti i giorni dalle 9,30 alle 17,00. Chiuso: il martedì, il 25 dicembre, 1 gennaio e 1 maggio. Per motivi di sicurezza gli ingressi sono limitati.

Il costo del biglietto è di 6 euro; il prezzo ridotto è di 4 euro, per i visitatori di età compresa tra 6 e 25 anni e over 65. Prezzo ridotto (sempre 4 euro) anche per i possessori della card di “Provinz” , la newsletter settimanale con informazioni sulle attività e gli eventi a Roma e provincia.

Si consiglia la prenotazione, il cui costo è di 1,50 euro a persona.

L’ingresso è gratuito per i minori di sei anni e per i portatori di handicap con accompagnatore.

Per prenotazioni ed informazioni: tel. 06 32810. Per l’acquisto dei biglietti on line, cliccare qui

Riguardo la storia di Palazzo Valentini, va detto che lo stabile fu edificato a partire dalla fine del Cinquecento su iniziativa del Cardinale Michele Bonelli, nipote del Papa Pio V, il porporato aveva promosso una vasta operazione di bonifica della zona dei Fori imperiali.

A questa fase della fabbrica, diretta forse dal frate Domenica Paganelli che impostò l’impianto trapezoidale dell’edificio, chiuso verso la piazza SS. Apostoli da un’elegante facciata, seguirono nel XVII sec. una serie di ristrutturazioni e ampliamenti su committenza del Cardinale Carlo Bonelli.

Nei primi del Settecento il Palazzo venne dato in affitto ai principi Ruspoli che vi ospitarono, tra gli altri, il compositore G.F. Haendel.

Alla metà del secolo, l’intero stabile fu acquistato dal cardinale Giuseppe Spinelli cui si deve la sistemazione nel Palazzo della ricchissima biblioteca dell’imperiali - composta da oltre ventiquattromila volumi - e destinata alla pubblica fruizione.

Nel 1827 l’edificio venne acquistato dal banchiere Vincenzo Valentini che stabilì qui la sua dimora, promuovendo il completamento dei lavori verso il Foro. Nel 1873, dopo che il Palazzo passò alla Deputazione Provinciale di Roma, furono realizzati ulteriori ampliamenti e trasformazioni per renderlo idoneo ad ospitare i propri uffici e il Consiglio provinciale.

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