02 ottobre, 2010
PROMEMORIA 2 ottobre 1968 - Una pacifica dimostrazione studentesca a Città del Messico finisce nel Massacro di Tlatelolco
Una pacifica dimostrazione studentesca a Città del Messico finisce nel Massacro di Tlatelolco
Il massacro di Tlatelolco avvenne il 2 ottobre 1968 nella Piazza delle tre culture a Tlatelolco, Città del Messico. Non si è mai riusciti ad avere un numero preciso dei morti: alcune stime dicono piu di 300 persone, ma quasi tutte le fonti governative riportano stime non oltre i 40 o 50 morti, al momento della strage il governo parlò di 34 morti in gran parte militari.
Gli incidenti
Il massacro fu preceduto da mesi di inquietudini politiche nella capitale messicana, con manifestazioni e proteste studentesche per appoggiare gli eventi che succedevano nel mondo nel 1968.
Il 27 agosto più di 200.000 studenti scesero in piazza e si accamparono nel Zocalo e il giorno dopo furono dispersi dall'esercito messicano.
Gli studenti volevano approfittare dell'attenzione che c'era sulla città per via dei Giochi olimpici del 1968. Il presidente di allora Gustavo Diaz Ordaz, settimane prima del massacro ordinò all'esercito di occupare il Campus dell'UNAM. L'esercito indiscriminatamente picchiò molti studenti e per protesta il rettore Javier Barros Sierra si dimise il 23 settembre.
Le proteste degli studenti non diminuirono. Le manifestazioni crebbero a tal punto che il 2 ottobre dopo 9 settimane di sciopero studentesco, 15.000 studenti di varie università marciarono per le vie della città, protestando contro l'occupazione del campus. Al calare della notte 5.000 studenti e lavoratori, molti dei quali con la famiglia si raccolsero nella Plaza de las tres Culturas di Tlatelolco.
Alla fine della giornata le forze militari e politiche con carri blindati e veicoli da combattimento circondarono la piazza e aprirono il fuoco, puntando sulle persone che protestavano o che semplicemente passavano di lì. In breve tempo una massa di corpi copriva tutta la superficie della piazza. Fra i feriti, anche la scrittrice fiorentina Oriana Fallaci, che si trovava in un grattacielo sovrastante la piazza per controllare al meglio le azioni fra manifestanti e forze dell'ordine. Ferita da un elicottero in volo, fu creduta morta e portata in obitorio, dove un prete si rese conto che era ancora viva. La giornalista riportò tre ferite d'arma da fuoco.
Il massacro continuò tutta la notte, i soldati si accamparono negli appartamenti vicini alla piazza. Testimoni riferirono che i corpi furono spostati con camion dell'immondizia. La spiegazione ufficiale fu che facinorosi armati iniziarono a sparare verso le forze dell'ordine che per difesa personale iniziarono a sparare. I media di tutto il mondo diffusero le immagini e pubblicarono la notizia che si era registrato lo scontro più violento tra studenti e forze dell'ordine.
Indagini posteriori
29 anni dopo il massacro, nell'ottobre 1997, il congresso messicano formò un comitato per investigare sul massacro di Tlatelolco. Il comitato raccolse vari testimoni e attivisti politici dell'epoca, incluso l'ex presidente Luis Echeverria Alvarez, (che all'epoca era Segretario del Governo). Echeverria ammise che gli studenti erano disarmati e che l'attacco militare fu pianificato precedentemente per distruggere il movimento studentesco.
Nell'ottobre 2003 (35 anni dopo il massacro) il National Security Archive dell'Università George Washington pubblicò documenti della CIA, del Pentagono, del dipartimento di stato, del FBI e della Casa Bianca. I documenti descrivono che:
In risposta alle preoccupazioni del governo messicano per la sicurezza dei Giochi olimpici, prima e durante la crisi il Pentagono inviò nel paese istruttori di lotta antisovversiva, armi, munizioni e materiale per il controllo della protesta e sofisticata tecnologia per la comunicazione militare.
Tra il luglio e l'ottobre numerosi agenti della CIA che si trovavano in Messico facevano quotidianamente rapporto di quello che accadeva nella comunità universitaria e all'interno del governo. Sei giorni prima del massacro il segretario di Governo e il direttore della sicurezza federale parlando con vari agenti CIA dissero che la situazione sarebbe stata controllata in breve tempo.
Secondo la CIA il governo messicano sistemò le cose con il leader studentesco Socrates Campos Lemus, un'accusa contro i dirigenti dissidenti per l'appoggio economico e logistico del movimenti. Tra i leader attuali si trova Carlos Madrazo.
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