05 dicembre, 2006
l'UMILTA' DI RIFLETTERE - Welby, richiesta scritta ai medici "Chiedo il distacco dalle macchine"
L'uomo, malato terminale di distrofia muscolare, in settembre
inviò un video-choc a Napolitano, per affermare il suo diritto all'eutanasia
La battaglia di Piergiorgio Welby per vedersi riconosciuto il diritto di sottrarsi a cure che non vuole, si arricchisce di un nuovo capitolo. E cioè una richiesta scritta di farla finita con quello che lui giudica un accanimento terapeutico. Ecco il testo: "Il sottoscritto Piergiorgio Welby chiede il distacco dal ventilatore polmonare sotto sedazione terminale, se possibile orale".
E' con queste parole, dunque, che l'uomo, co-presidente dell'associazione Coscioni, si rivolge a uno dei due medici che lo hanno in cura. Per chiedere formalmente quello che da tempo ha annunciato: l'eutanasia.
Un tema delicato per eccellenza, tornato prepotentemente alla ribalta nel dibattito politico e civile, proprio per iniziativa di Welby. Che, da tempo malato di distrofia muscolare, il 22 settembre scorso scrive un videoappello al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Per mostrare la propria condizione di paziente terminale, per ottenere la dolce morte.
Un filmato di grande impatto emotivo. Per un uomo condannato a vivere attaccato a un respiratore artificiale, a trascorrere le giornate vegetando. In attesa di morire. "Io amo la vita, presidente - dice la voce metallica, nel messaggio indirizzato al capo dello Stato - vita è la donna che ti ama, il vento tra i capelli, il sole sul viso, la passeggiata notturna con un amico. Vita è anche la donna che ti lascia, una giornata di pioggia, l'amico che ti delude. Io non sono né un malinconico né un maniaco depresso e morire mi fa orrore, purtroppo ciò che mi è rimasto non è più vita, è solo un testardo e insensato accanimento nel mantenere attive delle funzioni biologiche".
Da qui una serie di reazioni, a cominciare da quelle del mondo politico. E con i radicali nel ruolo dei paladini più convinti della causa di Welby: basta pensare alla provocazione di Marco Pannella, che ai primi di ottobre si dice disposto ad andare a staccargli personalmente - su sua richiesta - la spina.
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