08 marzo, 2012

PROMEMORIA 8 marzo 1964 – Mario Napoli, nel corso della campagna di scavi ad Elea-Velia, scopre la cosiddetta Porta Rosa.

Mario Napoli, nel corso della campagna di scavi ad Elea-Velia, scopre la cosiddetta Porta Rosa, il più antico esempio di arco a tutto sesto in Italia.
Porta Rosa è una costruzione del IV secolo a.C., ritrovata nell'area archeologica di Elea-Velia (Magna Grecia, che costituisce il più antico esempio di arco a tutto sesto in Italia.
Storia

Più che una porta, Porta Rosa era un viadotto che collegava le due sommità naturali dell'acropoli di Elea. L'arco, in undici conci di pietra arenaria, oltre a quella di viadotto, svolgeva la funzione di contenimento delle pareti della gola che collegava. Attorno al III secolo a.C. l'arco fu ostruito e l'intera struttura interrata, ad opera presumibilmente di una frana o perché l'apertura costituiva un punto debole nella difesa della città. L'interramento ne ha probabilmente permesso la perfetta conservazione. Porta Rosa fu riportata alla luce l'8 marzo 1964 dall'archeologo Mario Napoli, il quale la battezzò "Rosa" in omaggio al nome della propria moglie[4], sorella dell'archeologo Alfonso De Franciscis.
L'area fu chiusa nel 2009 per la caduta di un masso; è stata riaperta nell'agosto 2011 dopo la messa in sicurezza del costone di tufo che la sovrasta.
Morfologia

Essa è coperta da una volta di circa 2,70 metri di larghezza, e nel muro sovrastante si nota un secondo arco di scarico. La realizzazione delle mura di Velia è da collocare, nelle sue ultime fasi, a metà del IV secolo a.C. La Porta Rosa può dunque essere considerata tra i primi esempi a noi noti di realizzazioni architettoniche a volta nel mondo greco, se non fosse per la visibile differenza nel trattamento della pietra tra la porzione inferiore delle mura e la volta stessa (incluso l'arco di scarico). Ciò può avere differenti motivazioni per cui non è da escludere che mura e volta siano coeve.

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