12 aprile, 2011

“Viaggio della Memoria” : l'Italia unita ad Auschwitz per non dimenticare


“Viaggio della Memoria” : l'Italia unita ad Auschwitz per non dimenticare

Studenti, sopravvissuti, istituzioni. L’Italia si unisce e celebra i suoi 150 anni nel ricordo della Shoah, per la seconda tappa del viaggio della Memoria della Provincia di Roma. Un lungo striscione tricolore con la scritta ‘L’Italia unita ad Auschwitz. Per non dimenticare’ è stato esposto all’interno del campo di sterminio nazista in Polonia, dove furono uccise, dal 1940, un milione e mezzo di persone, provenienti da vari Paesi d’ Europa, tra ebrei, omosessuali e zingari. Un’iniziativa per far rivivere nel presente due momenti storici grazie ai 350 ragazzi delle scuole di Roma, Pesaro e Potenza, in rappresentanza di tutti i giovani del Paese. Con il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, i presidenti della Provincia di Pesaro, Matteo Ricci e di Potenza, Piero Lacorazza.

Lo striscione sarà inviato al capo dello Stato, Giorgio Napolitano, come segno di riconoscimento per il lavoro fatto in occasione del 150esimo dell’Unità, accompagnato da una lettera dei tre presidenti di Provincia.

“E’ una giornata importante – ha commentato il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti – ogni viaggio della memoria è un evento e quest’ anno si colora di un atto politico. Nelle celebrazioni per i 150 anni non poteva mancare un momento di riflessione su una pagina oscena dell’Europa come questa”.

Zingaretti ha sottolineato che “si può offendere la memoria con il silenzio, con le teorie negazioniste ma anche con l’indifferenza e l’incoerenza dei valori". "Dietro ogni gesto di intolleranza – ha aggiunto – si nasconde il rischio che avvenga quanto accaduto con i nazisti. In questo senso questi viaggi sono diretti ai giovani e il ricordo va unito alla capacità di rendere l’Italia più’ aperta e inclusiva".

Per Matteo Ricci la visita al campo di sterminio è “un’esperienza sconvolgente. Sono rimasto colpito dalla partecipazione emotiva dei ragazzi, a dimostrazione che spesso si parla dei giovani a vanvera. Il messaggio di una generazione che vuole un Paese unito e che non dimentica è di grande speranza”.

Per Piero Lacorazza “Le scuole della nostra Provincia faranno rivivere questa esperienza, che rifaremo. Quello che mi ha colpito è il racconto dei sopravvissuti. Si esce da qui cambiati. Dobbiamo raccontare quello che abbiamo visto anche gli altri, in questo modo renderemo onore alla memoria”.

La visita è stata scandita dal racconto dei sopravvissuti Shlomo Venezia, Sami Modiano, e le sorelle Andra e Tatiana Bucci. La ricostruzione storica è stata affidata al direttore del museo della Shoah di Roma, Marcello Pezzetti.

Per uno dei sopravvissuti, Shlomo Venezia, questo viaggio della Memoria ha un sapore particolare, dal momento che arrivò qui dalla Grecia 67 anni fa esatti, l’11 aprile del 1944. “Oggi per me è una sorta di compleanno – ha ricordato- Sono sceso per primo dal treno, in attesa che arrivassero mia madre e le mie due sorelline di 11 e 14 anni. Mi sono sentito dare due botte in testa da un nazista, sono stato portato via e non le ho viste più”.

Sami Modiano, arrivato qui da Rodi da adolescente, non ha nascosto le lacrime nel raccontare la sua vicenda: “Per me essere qui oggi è un dolore enorme, i miei occhi hanno visto cose che un ragazzo di 13 anni non avrebbe dovuto vedere. Eravamo inconsapevoli di dove andavamo a finire, un ufficiale tedesco con un semplice gesto del dito decideva chi doveva sopravvivere e chi doveva andare a morire nelle camere a gas. Qui c’era semplicemente la morte, ho perso tutti quanti”.

Le sorelle Bucci, invece erano bambine quando arrivarono nel campo di sterminio: “C’erano i tedeschi con i cani e le persone – hanno ricordato – che urlavano per cercarsi. La mamma ci ha tenute vicine”.

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