05 gennaio, 2007

Gli uomini e la violenza contro le donne


Il testo-appello degli uomini sulla violenza ha circolato e circola. Molti di noi promotori e firmatari hanno ricevuto inviti per partecipare a dibattiti, iniziative, presidi organizzati con la spinta della giornata mondiale (25 novembre) contro la violenza rivolta alle donne. Penso utile un primo bilancio. E raccolgo qualche appunto.
Giovedì 23 partecipo con Beppe Pavan, di “uomini in cammino”, a una discussione organizzata da alcune associazioni di donne (“donnetwork”, “laboratorio politico delle donne”) e di giovani nell’area Ds – Margherita (l’area del futuro e contrastato partito democratico) nei locali della federazione genovese dei Ds.
Un appuntamento di carattere “seminariale”, con una ventina di donne. L’unico altro uomo presente è un giovane (un trentenne) che ascolta quasi tutto il dibattito ma se ne va senza intervenire.
Introducono Maria Paola Profumo (“donnetwork”) e Giulietta Ruggeri (“Laboratorio politico delle donne”). Per la prima la differenza femminile emerge soprattutto nella “cura” che può trasformare positivamente anche la politica e l’esercizio del governo. La seconda si chiede come mai dopo tanti anni dall’approvazione della legge sulla violenza le cose non sembrano cambiate in meglio, anzi forse sono peggiorate.
Il mio approccio e quello di Beppe Pavan sono un po’ diversi. Io racconto la genesi del nostro testo, nato dopo anni di discussioni tra donne e uomini – in particolare negli annuali appuntamenti di Asolo. E dico che una cultura consapevole della differenza sessuale e delle sue contraddizioni dovrebbe finalmente attraversare anche i luoghi della politica. Beppe insiste sulla necessità di organizzare gruppi di soli uomini per produrre una autocoscienza maschile più strutturata: una lavoro intenso e lungo sul proprio sé, che ha cambiato – racconta – la sua vita di sindacalista superimpegnato nel sociale e gli ha consentito di “ravvedersi” in tempo e salvare il suo rapporto di coppia. Il suo discorso è accolto con maggiore successo del mio: dagli uomini si vogliono rotture riconoscibili nei comportamenti quotidiani …
Gli interventi delle donne sono assai diversi.
Alcune presentano la loro associazione “Valori in rosa”, un gruppo di professioniste che si occupano sia della promozione delle “competenze” femminili, sia della tutela delle donne che subiscono violenze. A Genova in questo periodo c’è un moltiplicarsi di iniziative di donne per le donne. Partono corsi di formazione delle donne Ds. Si rilancia la presenza di Emily Liguria, con altri corsi di formazione. C’è la scadenza delle elezioni amministrative a primavera e le donne non vogliono restare tagliate fuori.
Si citano episodi di “bullismo” anche nelle scuole genovesi, contro ragazzine.
Una dice che sui giornali emerge solo la violenza fisica, e non quella che rende “invisibili” le donne nel lavoro e nella politica.
Una psicologa di “Valori in rosa”, a contatto con violenze in carcere e casi di disagio giovanile dice più o meno: non andava bene la vecchia educazione familiare autoritaria, ma oggi un principio educativo basato su più autorevolezza nella scuola e nella famiglia va ricreato. Non abbiamo bisogno di strette repressive o della moltiplicazione degli esperti alla Crepet…
Una donna dice che è importante il confronto con l’altro sesso, che bisogna lavorare insieme: forse le reazioni violente degli uomini derivano dal fatto che sentono sempre più che stanno perdendo terreno…
Concludendo Pavan dice tra l’atro: il nostro testo è stato firmato anche da Giordano (Prc) e Fassino (Ds): ma cosa fate nelle vostre sezioni? La prossima volta portate anche i vostri mariti…

Nessun commento: