05 gennaio, 2007
PARTE UNA NUOVA SANATORIA PER GLI ALLOGGI DELL’ATER. L’ULTIMA SANATORIA AVEVA COME SCADENZA IL 30 SETTEMBRE 1999.
Questa nuova sanatoria risulterà utile soltanto se poi non si saneranno nei prossimi anni altre occupazioni abusive. Le leggi ci sono devono soltanto essere applicate.Per numero di alloggi l’Ater è l’azienda più grande d’Europa. A Roma ne conta 53 mila. Chi non vorrebbe gestire una proprietà immobiliare del genere? E come può essere che l’ex Iacp invece di essere ricco sfondato sia indebitato fino al collo? Perde 5 milioni di euro al mese che alimentano una voragine di 800 milioni, seconda solo alla Sanità. Considerando le altre 5 province il disavanzo ordinario viaggia al ritmo dei 100 euro al minuto. A questo sfascio che passa di mano ad ogni fine legislatura se ne aggiunge un altro: i 560 milioni di euro di Ici non pagata che il Comune di Roma pretende. Un contenzioso che si trascina da anni e rimane sospeso forse perché risolverlo vorrebbe dire certificare per entrambi i contendenti un aumento del deficit. E così si va avanti: l’Ater moroso che tenta di rifarsi sui suoi inquilini a loro volta morosi. Di questa commedia dell’assurdo la capitale è la punta dell’iceberg. Ma l’Ater della Provincia di Roma non è da meno: il 50% degli inquilini non paga il canone. In questo quadro alla Ionesco in cui fare le leggi è sempre più facile che farle osservare l’unica certezza rimane la sanatoria. Per chi occupa illegalmente un alloggio popolare sottraendolo a chi da anni ne ha diritto p rima o poi arriva un condono. “L’ultimo”, ovviamente.
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L’emendamento è stato votato, dopo 4 ore di discussione, e alla vigilia di Natale come solo le questioni importanti impongono. Ma alla fine è stato firmato da tutto il Consiglio regionale. Decreta un colpo di spugna sulle occupazioni abusive. Regolarizza quanti, senza titolo, hanno «preso possesso», alla data dello scorso 20 novembre, di un alloggio popolare. sanatoria in piena regola, dunque. Consentirà ad almeno 5400 abusivi di evitare lo sfratto. Fa parte del pacchetto-casa, accompagna la Finanziaria 2006 regionale. La Regione attingerà a proprie risorse.
Il provvedimento disciplina la cessione degli alloggi, definisce un aumento medio del canone del 20% e affitti concordati per chi non rientra più nei limiti di reddito. L’obiettivo è salvare dal fallimento le Ater. Impresa fino a ieri ritenuta impossibile. «Avevamo due scelte - ha chiarito il presidente della Commissione regionale casa, Giovanni Carapella - o chiudere le aziende cartolarizzando o attuare una riforma radicale. Lla strada che abbiamo scelto. Potrà funzionare se nel frattempo ci sarà una politica nazionale per la casa».
Gli abusivi per non ritenersi più tali dovranno comprovare la data di inizio dell’occupazione tramite certificazione anagrafica o accertamento dei vigili o autodenuncia purché in data anteriore al 20 novembre. Si dovrà dimostrare di avere i requisiti di reddito richiesti e «di non aver sottratto il godimento dell’alloggio ad un legittimo assegnatario».
Inizialmente la sanatoria doveva essere fissata al 30 giugno 2006 (l’allungamento dei tempi è frutto di un compromesso con Action). Per il periodo di occupazione abusiva è dovuta una indennità. La giunta regionale ha stanziato inoltre 40 milioni per l’emergenza abitativa per i comuni con popolazione inferiore ai 150 mila abitanti. E altri 100 milioni di euro per nuove case popolari da realizzare nel triennio. Per i soci delle coop in difficoltà economiche (leggi Casalazio) è previsto un contributo a fondo perduto di 10 mila euro.
Bruno Astorre, assessore regionale alle Politiche per la casa, ha posto alcune condizioni: «Regole più severe per evitare che il problema dell’abusivismo si riproponga: nei casi di comprovata compravendita dell’alloggio l’assegnatario decadrà dal diritto e l’occupante non avrà titolo all’acquisto dell’immobile».
Il timore è che l’abusivismo riprenda. Carapella spiega: «Abbiamo messo a punto una riforma strutturale, nelle zone A di pregio le occupazioni non saranno più sanabili e nessuno potrà ottenere due volte un alloggio popolare cosa che invece era ancora possibile». E i controlli? «Li faremo in via informatica ma la vera scommessa sarà bloccare le vendite nascoste». Le mosse erano state anticipate dal presidente dell’Ater di Roma Luca Petrucci: «Con queste regole il fallimento, sarebbe stato inevitabile, l’emergenza abitativa compete agli enti locali».
Tradotto vuol dire contratto di servizio e possibilità di alienare ogni anno il 15% del patrimonio a condizioni vantaggiose per chi acquista. E anche qui sono previste novità. Il ricavato dovrà essere reinvestito per l’emergenza abitativa. Per gli «onesti» che hanno pagato regolarmente l’affitto è previsto un ulteriore sconto del 5%. Gli alloggi liberi o non regolarmente occupati verranno venduti su libero mercato. Nel caso che l’assegnatario non intenda acquistare gli verrà proposto un alloggio alternativo e il “suo” verrà venduto liberamente. Infine per la prima volta viene data all’assegnatario la possibilità di acquistare un diritto di usufrutto, una sorta di nuda proprietà.
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