29 maggio, 2007
PROMEMORIA 29 maggio 1985 - Strage dell'Heysel
A Bruxelles, Belgio, 39 tifosi della Juventus muoiono e centinaia rimangono feriti, durante scontri scoppiati nella finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool
La strage dell'Heysel fu una tragedia calcistica avvenuta il 29 maggio 1985, quando Juventus e Liverpool si affrontarono per la finale di Coppa dei Campioni allo stadio Heysel di Bruxelles.
I fatti
La designazione dello stadio Heysel da parte dell'Uefa fu aspramente criticata da entrambi i club: la struttura era fatiscente, priva di adeguate uscite di sicurezza e di corridoi di soccorso e durante un sopralluogo prima della partita i dirigenti juventini restarono esterrefatti. Il campo di gioco e le tribune erano malcurati, assi di legno erano sparsi per terra, i muretti divisori erano vecchi e fragili e da essi si staccavano pezzi di calcinacci, le tribune di cemento vetuste e sgretolate. Lo scarico dei servizi igienici colava dai muri, contribuendo a renderli ancora più fragili.
La Juventus era favorita, forte di campioni del calibro di Michel Platini e Zibì Boniek. I tifosi bianconeri erano migliaia: buona parte proveniva dai club organizzati e venne fatta sistemare nella tribuna N, nella curva opposta a quella riservata ai tifosi inglesi; molti altri tifosi, sganciati dal tifo organizzato, padri di famiglia con bambini e sostenitori tutt'altro che "accesi", comprarono i biglietti al di fuori dei circuiti ufficiali e si ritrovano nella tribuna Z, con due reti metalliche a separarli dalla curva dei più accesi tifosi del Liverpool. A questi tifosi si unirono anche tifosi del Chelsea, famosi per la loro violenza (si facevano chiamare "headhunters", "cacciatori di teste"). Fu questo il secondo grave errore degli organizzatori: invece di dividere nettamente le due tifoserie tramite un'opportuna e diversificata distribuzione dei biglietti, riservarono il settore Z a tifosi qualsiasi, mettendo di fatto i diversi supporter a contatto tra loro.
Circa un'ora prima della partita, i tifosi inglesi cominciarono a spingersi verso il settore Z a ondate, cercando il "take an end" ("prendi la curva") aspettandosi di trovare risposta dagli "ultras" juventini...che ultras non erano. Gli inglesi sostennero la tesi di un lancio di pietre proveniente dal settore dei tifosi italiani per giustificare la loro spinta violentissima che divelse in pochi secondi le reti di protezione. In realtà il lancio di pietre non avvenne mai, al contrario la carica degli hooligans fu preceduta da razzi sparati fra i bianconeri e da una fitta sassaiola. Come si spiegò successivamente, molti inglesi non avevano affatto intenzione di caricare gli juventini, ma solo di simulare la carica per spaventare gli avversari, una pratica di uso comune nel campionato inglese ma sconosciuta in Italia. I tifosi juventini, impauriti, nella totale assenza delle forze dell'ordine belghe, completamente colte di sorpresa dall'azione degli inglesi, si ammassarono contro il muro opposto alla curva dei sostenitori del Liverpool. Alcuni, disperati, si lanciarono dall'alto nel vuoto, altri cercarono di scavalcare ed entrare nel settore adiacente; alcuni di essi finirono sugli spunzoni delle recinzioni.
Il muro su cui erano ammassati i bianconeri crollò per il troppo peso, moltissime persone vennero travolte, schiacciate e calpestate nella corsa verso una via d'uscita, per molti rappresentata da un varco aperto verso il campo da gioco. Dall'altra parte dello stadio i tifosi juventini del settore N e tutti gli altri sportivi accorsi allo stadio sentirono le voci dello speaker, dei capitani delle due squadre che invitavano alla calma e in pochi capirono quello che stava realmente accadendo.
Gli scampati alla tragedia si rivolsero ai giornalisti in tribuna stampa perché telefonassero in Italia, per rassicurare i familiari. I morti furono 39, dei quali 32 italiani, 4 belgi, 2 francesi e 1 irlandese. Centinaia i feriti.
Si decise di giocare ugualmente la partita: la decisione fu presa dalle forze dell'ordine belghe, per evitare ulteriori tensioni. L'incontro fu disputato in un'atmosfera surreale, con le notizie che si susseguivano ed i giocatori stessi ignari di che proporzione avesse assunto la tragedia.
Solo dieci anni dopo, nel 1995, Stefano Tacconi -portiere della Juventus che giocò la finale- ammetterà in una intervista: "Noi della Juventus sapevamo che all'Heysel c'erano stati dei morti laggiù nel settore Z. A dircelo erano stati i tanti, tantissimi tifosi che erano giunti nello spogliatoio per farsi medicare ...."
Nel secondo tempo della partita, Boniek subì un fallo un metro abbondante fuori dell'area di rigore e l'arbitro Daina concesse ugualmente il rigore. Platini segnò e la Juventus divenne campione d'Europa. La sensazione fu che a un certo punto il match seguisse quasi un canovaccio preconfezionato, in cui bisognava scongiurare i supplementari che nessuno voleva per ovvi motivi.
Ci furono molte critiche riguardo al comportamento di alcuni giocatori della Juventus, che si lasciarono andare sul campo a scene di esultanza e festeggiamenti per la conquista della coppa, in particolare fu criticato il comportamento di Sergio Brio, che scese dall'aereo che riportava la squadra a Torino dopo la finale-tragedia, sollevando la coppa in segno di trionfo.
Il giorno seguente l'UEFA escluse le squadre inglesi (i cui tifosi si erano già in passato macchiati di simili efferatezze) a tempo indeterminato dalle Coppe europee: per questo motivo non si giocò la successiva finale di Supercoppa Europea del 1985, che avrebbe dovuto far incontrare la stessa Juventus con la squadra inglese dell'Everton F.C., vincitrice della Coppa delle Coppe del 1985. Il provvedimento di esclusione fu applicato fino al 1990, un anno dopo la strage di Hillsborough, che vide sempre protagonisti (anche se stavolta senza alcuna colpa) i tifosi del Liverpool.
Nel 1988 il regista Marco Tullio Giordana diresse un film drammatico dal titolo "Appuntamento a Liverpool", ispirato alle vicende successive alla strage dell'Heysel, che vedeva Isabella Ferrari come protagonista nel ruolo della figlia di una delle vittime, alla ricerca dell'assassino del padre.
Nel 2000 lo stadio Heysel fu raso al suolo e ricostruito con un nuovo nome: Stadio Re Baldovino. Al suo interno una targa commemorativa ricorda la tragedia del 29 maggio 1985.
I parenti delle vittime hanno fondato un Comitato. In occasione del ventesimo anniversario della strage (29 maggio 2005) hanno presenziato alla cerimonia di inaugurazione del monumento di commemorazione delle vittime a Bruxelles, presieduta dal sindaco della capitale belga.
Negli stessi giorni le squadre giovanili di Juventus e Liverpool si sono affrontate allo stadio Comunale di Arezzo (città di Giuseppina Conti e di Roberto Lorentini, due delle vittime; il padre di Lorentini, Otello, è tra l'altro il fondatore del suddetto Comitato) in un match amichevole.
Pochi giorni prima, il 6 e il 12 aprile 2005, la Juventus ed il Liverpool si sono affrontate, nel modo più pacifico possibile, per i quarti di finale della UEFA Champions League.
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