15 marzo, 2007

LIBERATI GLI OSTAGGI ITALIANI IN NIGERIA


ANSA- Francesco Arena e Cosma Russo, i due tecnici dell'Agip sequestrati il 7 dicembre scorso in Nigeria, sono stati liberati. Alla prima notizia data dall'agenzia britannica Reuters, un giornalista della quale si trova sul posto, e' seguita la conferma dalla Farnesina, che ha espresso soddisfazione per il felice esito della vicenda. La positiva conclusione, hanno sottolineato fonti della Fernesina, si e' avuta grazie all'intenso lavoro svolto da tutte le competenti istituzioni italiane, dall'Eni e dal governo nigeriano.
Arena, 54 anni, di Gela (Caltanissetta) e Russo 55 anni, di Bernalda (Matera) erano stati rapiti - insieme ad un altro italiano, Roberto Dieghi, liberato il 17 gennaio per motivi di salute, e a un libanese, Imad Saliba, rilasciato il 21 febbraio - vicino una stazione petrolifera Agip nei pressi di Port Harcourt. Il sequestro era stato rivendicato dalla guerriglia del Movimento per la liberazione del Delta del Niger (Mend), in lotta contro il governo federale nigeriano, reo ai suoi occhi di privare la popolazione locale Ijaw degli ingenti proventi del petrolio.
Parallelamente alla liberazione di Arena e Russo, il Mend ha annunciato che in futuro prenderà in ostaggio altri stranieri e che continuerà i suoi attacchi contro impianti petroliferi nello stato nigeriano di Bayelsa, prioritariamente contro quelli gestiti dall'Eni. Il leader e portavoce del Mend, Jomo Gbomo, ha negato che siano state avanzate richieste di riscatto e ha sempre sottolineato, nei frequenti contatti allacciati con i media internazionali, che gli obiettivi del suo movimento erano esclusivamente di natura politica. Ancora pochi giorni fa Gbomo aveva fatto sapere in una mail all'Ansa che i due ostaggi stavano bene ma che i tempi del loro rilascio potevano essere assai lunghi.

Lunedì scorso il presidente nigeriano Olusegun Obasanjo, in un incontro con il presidente del Consiglio Romano Prodi, si era impegnato ad "adoperarsi anche personalmente" per la liberazione dei rapiti. Prodi aveva parlato di prospettive "incoraggianti". Il sequestro dei tecnici dell'Agip si era brevemente intrecciato con quello di altri due italiani, Lucio Moro e Luciano Passarin, entrambi friulani, dipendenti della 'PGH', società collegata alla Impregilo, catturati il 23 febbraio e rilasciati dopo tre giorni. Il Mend ha negato ogni coinvolgimento in quest'ultima azione.

Il Mend è venuto alla ribalta solo nel corso dello scorso anno con rapimenti, sabotaggi di oleodotti e attacchi alle piattaforme di Agip, Chevron e Shell, le principali compagnie petrolifere che operano nella regione. Il suo obiettivo dichiarato è la separazione dalla Nigeria e una redistribuzione dei redditi petroliferi a favore della poverissima comunità Ijaw, che conta circa 14 milioni di persone. L'origine e la reale forza del movimento sono misteriosi. I suoi membri si definiscono combattenti per la libertà. Attribuiscono ogni responsabilità della attuale situazione al presidente federale Olusegun Obasanjo, che li costringerebbe alla lotta armata (sono una trentina i soldati nigeriani uccisi nel 2006 in scontri con la guerriglia). La regione del Delta del Niger dove è attivo il Mend è un territorio della Nigeria del sud dai forti contrasti. Poverissimo, galleggia su un lago di greggio (stimato in 34,5 miliardi di barili) e gas (circa 2,7 miliardi di miliardi di metri cubi). Nella Nigeria, di gran lunga il più popoloso stato dell'Africa con circa 130 milioni di abitanti, oltre la metà della popolazione vive con meno di un dollaro al giorno. La ricchezza del petrolio nelle regioni del Delta del Niger resta per lo più confinata nelle mani delle multinazionali del petrolio, che ne sfruttano i giacimenti, e del governo centrale di Abuja. I progetti di estrazione petrolifera stravolgono spesso antichi equilibri e l'inquinamento distrugge estesi territori.

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