12 marzo, 2007

PROMEMORIA 12 marzo - La Corea del Nord dichiara di progettare di ritirarsi dal trattato di non proliferazione nucleare e rifiuta agli ispettori l'acc


Il Trattato di non proliferazione nucleare (TNP) è un trattato internazionale sulle armi nucleari che si basa su su tre principi: disarmo, non proliferazione e uso pacifico del nucleare. Il trattato proibisce agli stati firmatari "non-nucleari" (ovvero che non possiedono armi nucleari) di procurarsi tali armamenti, e agli stati "nucleari" di fornirgli tecnologie nucleari.
Il trasferimento di tecnologie nucleari deve inoltre avvenire solo per scopi pacifici e sotto il controllo della AIEA (Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica).
Il trattato, che fu sottoscritto da USA, Regno Unito e Unione Sovietica il 1 luglio 1968 ed entrò in vigore il 5 marzo 1970, contribuì in modo determinante a contenere la diffusione delle armi nucleari durante la fine della guerra fredda. Nel 1970 l'arsenale atomico mondiale contava più di 38.000 testate nucleari, e dopo un picco di più di 65.000 ordigni nucleari raggiunto nel 1986 a causa della politica di deterrenza reciproca formulata dalla teoria della distruzione mutua assicurata (MAD), si cominciò a calare, raggiungendo un picco minimo di testate nucleari di 13.000.
Francia e Cina (che possedevano armi nucleari) aderirono solo molto tempo dopo, la Corea del Nord aderì nel 1985 ma, sospettata di costruire ordigni atomici, e rifiutando ispezioni, fu costretta ad uscire dal trattato.
Dopo la fine della guerra fredda il TNP comincia a mostrare i suoi limiti: il relativo basso numero di ordigni nucleari è purtroppo associato ad un alto numero di paesi che oggi si stima siano in grado di fare la bomba atomica; secondo Mohamed el Baradei, direttore dello AIEA sono più di 40.

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