03 marzo, 2007
PROMEMORIA 3 marzo 2002 - I cittadini svizzeri votano a favore dell'ingresso della loro nazione nell'ONU
"Gli svizzeri sono finalmente qui. Li abbiamo attesi per lungo tempo". Il segretario generale dell'ONU Kofi Annan lo ha sottolineato mentre la bandiera elvetica veniva issata di fronte al Palazzo di vetro di New York, accanto ai 189 vessilli degli altri Stati membri. Annan ha quindi dato il benvenuto alla Confederazione in quattro lingue, romancio compreso.
“La Svizzera è un vivido esempio di ciò a cui aspirano le Nazioni Unite: una società pacifica e multiculturale, basata su solide fondamenta democratiche”, ha detto il segretario generale di fronte al molto pubblico presente alla cerimonia.
“Vedere qui la croce svizzera è un momento commovente. È un giorno di celebrazioni, non solo per la Svizzera, ma per l'intera famiglia delle nazioni”, ha aggiunto.
Durante la cerimonia dell'assemblea generale dell'ONU, la delegazione svizzera ha lasciato i banchi destinati ai paesi osservatori che occupava da decenni. Accompagnata dagli applausi della sala, era stata scortata alla nuova postazione situata tra quella svedese e quella siriana, nel pieno del consesso dell’ONU.
Il presidente della Confederazione Kaspar Villiger e il ministro degli esteri Joseph Deiss, alla testa della missione, erano visibilmente raggianti.
“Si tratta di uno dei momenti più importanti della mia vita”, ha dichiarato a swissinfo il presidente della Confederazione Kaspar Villiger poco prima dell’inizio dei lavori dell’assemblea a New York.
“Sono particolarmente fiero del fatto che la decisione di aderire sia stata presa dal popolo”. La Svizzera, una delle più anziane democrazie al mondo, diventa l’ultimo membro delle Nazioni Unite.
Ma, particolare piuttosto importante, è l’unico Stato nella storia dell’ONU che ha legittimato tale passo tramite una votazione popolare, svoltasi lo scorso 3 marzo.
Celebrazioni contenute
Il tutto avviene mentre New York sta preparandosi a ricordare il primo anniversario del crollo delle torri gemelle.
Per questo motivo, i rappresentanti elvetici si sono sempre tenuti in contatto con i loro ospiti per assicurarsi che le celebrazioni previste a margine della storica adesione fossero appropriate.
Ma la stessa New York ha voluto compiere un gesto in onore del nuovo venuto. Nella notte su martedì, l’Empire State Building era stato infatti illuminato in rosso e bianco, in onore della bandiera rossocrociata, al posto dell’usuale e patriottico rosso-bianco-blu.
Neutralità rinforzataNel suo discorso (vedi storia allegata), tenuto nelle tre lingue nazionali, Kaspar Villiger ha sottolineato che la Confederazione era e resta uno Stato neutrale. Una questione che per Berna resta d'importanza vitale.
Villiger ha inoltre ricordato che la Svizzera è sempre stata vicina alle Nazioni Unite. Pur non partecipando attivamente ai suoi organi politici, la Confederazione ha sempre fatto la sua parte nella maggior parte delle sue strutture specializzate, non solo nelle vesti di generosa donatrice.
L’isolamento un vicolo cieco
Alcune ore prima della cerimonia, il ministro degli esteri Joseph Deiss aveva definito l'ONU un punto d’incontro irrinunciabile. Ogni approccio unilaterale, ogni isolamento nazionale conduce soltanto ad un vicolo cieco. “E ciò vale sia per i piccoli Stati, sia per quelli grandi”.
Pace, sicurezza delle persone nelle zone di guerra, lotta contro la povertà, diritti dell’uomo, protezione delle minoranze, salvaguardia dell’ambiente e sviluppo sostenibile. Saranno queste le priorità elvetiche nell'ambito dell'organizzazione universale.
Settori nei quali Berna è già attiva ma che possono essere efficacemente promossi soltanto in un contesto internazionale. “Il nostro paese potrà ora esporre le proprie idee e quindi meglio difenderle”, ha detto Joseph Deiss.
Ed un primo successo non è tardato: lunedì infatti, il professor Walter Kälin è stato scelto quale nuovo membro della Commissione dell’ONU per i diritti civili e politici
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