Il presidente della Provincia di Roma, Enrico Gasbarra, ed il giornalista e scrittore Piero Angela, al World Travel Market di Londra, hanno illustrato ‘Ville ai Fori Imperiali’, un progetto di valorizzazione delle Domus Romane scoperte poco più di un anno fa nel sottosuolo di Palazzo Valentini, sede della Provincia dal 1873.
L’iniziativa si inserisce in un più ampio progetto di recupero del cinquecentesco Palazzo che ha ridato nuova luce ad ambienti abbandonati da decenni, usati come vere "discariche amministrative".
Gli straordinari risultati conseguiti sono il frutto di un’indagine condotta dall'equipe di archeologi e architetti della Provincia, con il coordinamento della Soprintendenza archeologica di Roma. La ricerca archeologica è stata eseguita con metodo stratigrafico sotto la direzione scientifica del professor Eugenio La Rocca.
Le scoperte saranno aperte a Natale con una vetrina straordinaria in cui si potranno ammirare i gioielli di una storia finora nascosta. Decine di reperti, vetri preziosi, ceramiche, marmi policromi, vasi, statuette saranno esposti in un grande museo completamente trasparente che sarà costruito nel cortile di Palazzo Valentini.
Un'imponente struttura in plexiglass, di circa 200 metri quadrati, ospiterà infatti il tesoro archeologico delle Domus e delle Piccole Terme.
Dall'antichità nasce una storia diversa. Le straordinarie scoperte di Palazzo Valentini aprono nuovi capitoli, che andranno a modificare la storiografia tradizionale. Le Domus romane, le Piccole Terme, il valore dei ritrovamenti, il pregio dei colori, testimoniano l'esistenza di una vera e propria City del Senato romano, un quartiere esclusivo immediatamente dietro il Foro di Traiano, e al centro degli edifici pubblici dell'antica Roma.
Il progetto, che si avvale di una serie di effetti luminosi e di un commento esplicativo, permette al visitatore di comprendere rapidamente il significato del ritrovamento, e di “rivivere” questi luoghi attraverso suggestive ricostruzioni virtuali, di entrare in un sensazionale viaggio nella Storia come mai è stato fino ad ora possibile, grazie ad una tecnologia sofisticata, la computer graphic e ad un attento lavoro di ricostruzione scientifica e storiografica.
Sarà possibile entrare virtualmente nella Roma di Adriano, rimanendo comunque all'interno di un'area archeologica reale, straordinaria, di 1.200 metri quadrati, che riserva continue sorprese e che sarà collegata ai Fori Imperiali.
Il percorso comprende due iter: il primo dedicato all’ambiente principale, il secondo alle due sale attigue. Il commento sonoro, diffuso da piccoli altoparlanti “a pioggia”, grazie a musiche ed effetti particolari, sottolinea i momenti più suggestivi della visita.
Il progetto generale ha come obiettivo di riprodurre un’atmosfera “magica”, prevalentemente buia, dove le luci creano sorprese ed emozioni. Nella sala principale, la visita prevede quattro soste.
La prima sopra l’abside, la seconda nella parte centrale, la terza sopra i resti della scala, del piccolo mosaico e delle due statue, la quarta nuovamente nella parte centrale.
La parte più ricca e sorprendente comincia quando il visitatore torna nella posizione centrale, dove parte la proiezione di un video, che grazie al computer graphic permette allo spettatore di rivivere emozioni sospese nel tempo. Sempre grazie all’uso del computer graphic viene effettuata una ricostruzione virtuale degli ambienti che culminerà nella visione di un modello tridimensionale in cui questi ruderi pian piano si trasformeranno in una domus, cioè nella villa romana.
Un’ultima sequenza in computer graphic permette di vedere cosa è successo, quando, durante il Rinascimento, è stato costruito Palazzo Valentini: i ruderi romani vengono riempiti di terra e di detriti, utilizzando come materiale di riempimento anche le due statue togate. Le statue, vanno messe in relazione alla sistemazione dell’area voluta dall’imperatore Domiziano e conclusa da Traiano all’inizio del II sec. D.C., nell’ambito del grande progetto urbanistico che portò alla realizzazione del Foro Traiano.
A quel punto si vedrà apparire il pavimento (oggi scomparso) e riappariranno anche i locali sotterranei di palazzo Valentini, con un arredamento d’epoca. Tutto poi sarà gradualmente “cancellato”, e si rivedranno nuovamente i ruderi originali. Il muro/schermo si spegnerà e torneranno le luci di posizione.
La visita segue nei due ambienti successivi, la ‘sala del mosaico’ e la ‘sala dell’impluvio’.
Nella prima è possibile assistere alla proiezione di un video che racconta il muro rinascimentale, con particolare attenzione alla descrizione del prezioso mosaico. Un effetto speciale permetterà di intravedere all’esterno della casa dei lampi: è un temporale che si sta avvicinando (il sonoro diffonderà anche il brontolio di un tuono). Poi tutto tornerà buio. A questo punto il visitatore potrà trasferirsi nella sala adiacente del ‘peristilio’.
La sala è inizialmente buia. Poi sul pavimento appare una luce che disegna una traccia rettangolare. Il pavimento si illumina e appare il mosaico. Il disegno luminoso scompare, lasciando il posto al sottostante rettangolo formato dal mosaico.
Dopo la descrizione del mosaico esistente verrà proiettata sul pavimento una ricostruzione virtuale dell’impluvio: cioè appare una vasca con dell’acqua in movimento. Sulle pareti apparirà l’immagine di una sala adiacente e uno scorcio del patio.
L’articolato progetto di ricerca archeologica nell’area del Palazzo, collegato ad uno studio scientifico delle strutture architettoniche e delle diverse fasi di costruzione e di ampliamento di Palazzo Valentini, che si snoda attraverso tre secoli di vita, si accompagna alla redazione di un progetto di allestimento di un percorso museale ed espositivo negli ambienti sotterranei del Palazzo.
Nel corso degli scavi è stata scoperta una vasta area di stanze, cunicoli, porte blindate e antiaeree realizzate alla fine del 1939. In particolare, un lungo corridoio centrale da utilizzare come via di fuga, che conduce direttamente alla Colonna Traiana.
La rifunzionalizzazione, pur nel rispetto della testimonianza di quel preciso momento storico, del rifugio antiaereo ricavato, permetterà di collegare il “museo” di Palazzo Valentini all’area archeologica dei Fori Imperiali e, in particolare, con il suo monumento più suggestivo, la Colonna che racconta le imprese dell'imperatore Traiano e del suo esercito in Dacia.
Il Palazzo, quindi, sarà inserito di diritto nel grande “museo all’aperto” dell’area centrale di Roma antica, comprendente Fori Imperiali, Foro Romano, Palatino e Colosseo. Ritroverà così quell’unità urbanistica e culturale di cui godeva nell’antichità, quando la sua area di domus di prestigio e di alto livello sociale, sviluppatasi a partire dal I fino al V sec. d.C., circondava ed abbracciava il centro del potere.
Da aggiungere che, dopo gli straordinari risultati ottenuti nei primi due anni di ricerca, il presidente Gasbarra ha voluto la prosecuzione dei lavori affidati all'equipe di archeologi e di architetti della Provincia di Roma.
Nel febbraio del 2007, l'indagine, coordinata dalla Soprintendenza archeologica di Roma, ha portato alla luce in un'area di 500 metri quadrati, le Piccole Terme sotto il nucleo cinquecentesco di Palazzo Valentini (disposti in facciata e lungo via de’ Fornari), sulle quali è stato realizzato un pavimento flottante vetrato di oltre 100 mq, il più grande esistente a Roma.
Una vera e propria area termale con vasche per acqua calda e fredda, percorsi climatici e condotti per una sorta di sauna.
Le nuove indagini, condotte in un grande ambiente che conserva intatta l’ossatura architettonica con l’imponente volta a botte, hanno evidenziato altre strutture murarie relative allo stesso complesso termale, permettendo di ricostruire un settore a Ovest, riscaldato da tubuli fictiles lungo le pareti e pavimenti marmorei su suspensurae, e un settore ad Est con ambienti e vasche per l’acqua fredda.
Le ridotte dimensioni del complesso suggeriscono il suo carattere privato, in collegamento con una ricca domus e ad uso esclusivo dei proprietari dell’abitazione.
Il complesso ha poi vissuto una lunga storia: ad una prima fase costruttiva, collocabile agli inizi del III sec. d.C., e caratterizzata da muri in opera laterizia, sono seguite più fasi di ristrutturazione nel corso del IV-V sec. d.C., caratterizzate da murature in opera listata rivestite di marmi. In queste fasi gli ambienti hanno subito un impressionante rialzamento di più di un metro e mezzo, oltre ad essere stati con ogni probabilità rifunzionalizzati e restaurati a più riprese.
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