08 novembre, 2007

Tibaldi, dalla precarietà alla 'buona e piena' occupazione


Un mercato del lavoro fortemente deregolamentato, precarietà, crisi aziendali: con queste criticità ha dovuto fare i conti, fin dal momento del suo insediamento, Alessandra Tibaldi, Assessore al Lavoro, Pari Opportunità e Politiche Giovanili della Regione Lazio. Le risposte non si sono fatte attendere: dalla legge per il contrasto e l’emersione del lavoro sommerso al piano triennale, dalla gestione di vertenze industriali che hanno permesso il salvataggio di migliaia di posti di lavoro alla proposta del reddito sociale garantito, le azioni dell’Assessorato hanno accompagnato lo sviluppo e la promozione della buona e piena occupazione nel Lazio. Non solo. “Diritti, rappresentanza, riconoscimento e rispetto”, come dichiara in quest’intervista la stessa Tibaldi, sono i cardini attorno a cui ruotano le politiche di genere, mentre per la prima volta la Regione Lazio si è dotata di un programma di politiche integrate per i giovani, realizzato attraverso un percorso partecipato.

Com’era la situazione del mercato del lavoro regionale e degli altri ambiti di competenza dell’Assessorato nel momento del suo insediamento?

“Quando ho ricevuto l’incarico di Assessora al Lavoro, Pari Opportunità e Politiche Giovanili della Regione Lazio ho trovato una situazione complessa nei settori di mia competenza. Il mercato del lavoro era fortemente deregolamentato, le politiche di genere trascurate e quelle giovanili inesistenti a livello di delega. I principali problemi in cui mi sono imbattuta sono stati quelli della precarietà e delle crisi aziendali esistenti sull’intero territorio regionale: dalle aree a Nord della regione, penso al distretto ceramico di Civita Castellana e alla centrale di Civitavecchia, a quelle dell’estremo Sud, come Cassino e Formia. Ma anche altre criticità hanno interessato l’Assessorato, a cominciare dall’ampia diffusione del lavoro nero e irregolare fino alla piaga sociale degli incidenti e morti sul lavoro”.

Per affrontare queste criticità quali provvedimenti sono stati presi?



“Per contrastare questi problemi sono state attivate molte iniziative ed azioni di sistema, talvolta anche d’intesa con gli altri assessorati. Tra le più significative, vi sono il piano triennale del lavoro e la legge per il contrasto e l’emersione del lavoro sommerso. Ma altre iniziative analoghe sono in itinere: le proposte di legge per il reddito sociale garantito, per la stabilizzazione del personale precario regionale e delle fasce sociali svantaggiate e il testo unico per il lavoro. L’Assessorato, nella sua azione di promozione della buona e piena occupazione, ha rilanciato le attività di concertazione istituzionale e sociale, trascurate in precedenza. Questa funzione è avvenuta soprattutto attraverso l’apertura di tavoli tecnici con gli enti territoriali e le parti sociali finalizzati al contrasto del lavoro irregolare e alla promozione dell’inclusione sociale, dell’occupazione e della sicurezza sul lavoro. Inoltre, anche l’attività connessa alle vertenze aziendali ha svolto un ruolo importante nell’ambito della nostra attività istituzionale, garantendo la salvaguardia di migliaia di posti di lavoro. A tale proposito è da sottolineare che la tipologia delle vertenze affrontate è varia, andando dalle procedure di riduzione del personale alle cessioni di ramo d’azienda, dalle dichiarazioni di crisi aziendale fino ai problemi occupazionali legati alle dichiarazioni di fallimento delle imprese”.



Cosa prevedono il piano triennale del lavoro e la legge contro il lavoro nero?



“Con il piano pluriennale delle politiche attive del lavoro per il triennio 2007-2009 si è voluto centrare l’obiettivo dell’incremento occupazionale in un quadro di superamento delle diversità territoriali esistenti e di quelle che caratterizzano le diverse componenti del mercato del lavoro. Questo riequilibrio deve necessariamente collocarsi all’interno di un nuovo sistema di welfare, che tuteli adeguatamente le fasce lavorative più deboli. Ma, per affrontare adeguatamente i problemi del mercato del lavoro, è indispensabile che le politiche per il lavoro si coordinino, strategicamente ed operativamente, anche con quelle per la formazione e l’istruzione, sviluppando costanti momenti di confronto e di lavoro comune. Anche la legge per il contrasto e l’emersione del lavoro non regolare svolge una funzione positiva per la regolamentazione del mercato del lavoro: ad esempio, premiando quelle imprese che operano in maniera qualificata sotto il profilo della responsabilità sociale, o prevedendo un regime sanzionatorio particolarmente severo contro il lavoro nero e una politica di incentivi per l’emersione del lavoro non regolare”.

Quali sono stati gli interventi più significativi intrapresi nel settore delle pari opportunità?



“Sul versante delle pari opportunità nel corso del 2007, anno dedicato a livello europeo a questa tematica, si sta svolgendo un fitto calendario di iniziative tese alla valorizzazione di tutte le differenze, a cominciare da quelle di genere. Queste manifestazioni vogliono rendere tutte e tutti più consapevoli del proprio diritto di godere di un uguale trattamento e di vivere una vita libera da qualsiasi discriminazione. Per questo ruotano intorno a quattro temi principali: i diritti, la rappresentanza, il riconoscimento e il rispetto. L’iniziativa più significativa predisposta in questo ambito dall’Assessorato è stata il bando per la promozione delle pari opportunità nel lavoro, che ha previsto il conseguimento di questo obiettivo attraverso una griglia di azioni indirizzate verso i settori della formazione, dell’informazione, dell’analisi, della ricerca e della promozione di principi di parità e di non discriminazione sul lavoro. Gli ambiti di intervento dei progetti presentati sono tutti riconducibili all’integrazione della dimensione di genere nella governance e nelle politiche del lavoro, alla valorizzazione della risorsa femminile nel lavoro e alla promozione e sperimentazione di strumenti e servizi per la conciliazione dei tempi di vita con quelli del lavoro”.

Per le politiche giovanili quali azioni sono state attivate?



“Nel settore delle politiche giovanili, l’atto di indirizzo più importante realizzato è stato il Piano Triennale Giovani 2007-2009, con cui per la prima volta la Regione Lazio si è dotata di un programma di politiche integrate per i giovani, realizzato attraverso un percorso partecipato. Il piano prevede una serie di iniziative tese a garantire la partecipazione diretta dei giovani alla definizione delle politiche giovanili degli enti locali. Tra le numerose azioni contenute nel programma triennale ricordo: la Carta Giovani, che consente di beneficiare di molti sconti e agevolazioni per beni e servizi in Italia e in Europa; i Consigli dei Giovani, organismi elettivi di partecipazione attiva dei giovani alle scelte politico-amministrative degli enti locali; e le Officine dell’Arte, centri di aggregazione giovanile realizzati grazie al recupero di immobili pubblici inutilizzati e alla dotazione di strumenti di autoproduzione audio, video e software open source finanziati dalla Regione. Per concludere vorrei ricordare che, a supporto delle aree di intervento dell’assessorato, abbiamo attivato alcuni portali Internet: PortaLavoro (www.portalavoro.regione.lazio.it) per i problemi del lavoro e Attiva Giovani (www.attivagiovani.it) per le politiche giovanili. Il sito per le pari opportunità è, invece, in fase di realizzazione. Il portale del lavoro svolge, per la verità, anche una utilissima funzione di servizio, contenendo il nodo regionale della Borsa Lavoro nazionale per l’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro, e il Sistema Informativo Lavoro, che consente di connettere in rete tutte le strutture del settore esistenti nei diversi ambiti provinciali, come i centri per l’impiego, i centri di iniziative locali per l’occupazione e i centri di formazione professionale”.

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