08 novembre, 2007
Criminalità e stranieri, il caso Regina Coeli
130 rumeni, 23 da altri paesi dell'ex est europeo (Moldavia, Ucraina, Russia, Bulgaria), 18 ex-jugoslavi, 14 maghrebini, 12 dal resto dell'Africa, 11 polacchi, 11 albanesi, 8 asiatici, 6 mediorientali, 2 cittadini dell'Unione Europea (Romania esclusa): sono i 236 detenuti stranieri a Regina Coeli, incontrati e 'analizzati' da un'associazione di mediatori culturali (Medea) nell'ambito di una ricerca più vasta sugli stranieri negli istituti di pena romani. Lo studio è stato commissionato dal garante comunale dei diritti dei detenuti, Gianfranco Spadaccia.
L'inchiesta si concluderà a fine dicembre, ma Spadaccia ha anticipato i dati su Regina Coeli perché – afferma il garante – "per fronteggiare la criminalità degli stranieri bisogna conoscerla", così da distinguere le reti delinquenziali organizzate dalle "conseguenze di degrado, disgregazione e miseria". Altrimenti, osserva Spadaccia, "si finisce per reagire solo alle emergenze e alle emozioni collettive".
I dati diffusi dal garante fotografano dunque la situazione a Regina Coeli ad agosto-settembre 2007. Dei 236 detenuti stranieri, intervistati da Medea con il consenso delle autorità carcerarie, solo 74 risultano entrati in Italia illegalmente, ma solo 46 hanno il permesso di soggiorno. 87 sono incensurati, 97 hanno precedenti penali.
In testa alla classifica dei reati commessi il furto (65), seguito da rapina (55) e ricettazione (16). Rilevanti anche i numeri dei reati legati alla sessualità: 19 casi di violenza sessuale, 17 di sfruttamento della prostituzione e riduzione in schiavitù. 5 gli arrestati per omicidio, 10 per tentato omicidio, 14 per violenza, 6 per sequestro, 3 per estorsione.
Sul fronte stupefacenti: 14 arrestati per violazione della legge Fini-Giovanardi, 5 per traffico. Su 236 detenuti, i tossicodipendenti erano 25 e gli alcolisti 12.
Per saperne di più, vedere le tabelle diffuse dal garante.
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