17 maggio, 2011

Le parole della politica


Le parole della politica

Otto lezioni-conferenza, tenute da altrettanti autorevoli relatori, per imparare a leggere con una chiave diversa la politica di oggi: è l’iniziativa ‘Le parole della politica’, giunta alla seconda edizione, ideata e progettata da Editori Laterza, in collaborazione con La Repubblica e Fondazione Musica per Roma e con il sostegno della Provincia di Roma.

Dal 16 giugno al 7 luglio, tutti i giovedì a partire dalle 20.30, la sala Petrassi dell’ Auditorium Parco della Musica ospiterà, nell’ordine, Gustavo Zagrebelsky, Barbara Spinelli, Remo Bodei, Miriam Mafai, Sofia Ventura, Michela Marzano, Benedetta Tobagi e Corrado Augias, i quali – due per serata – disquisiranno, con presentazione e introduzione di Vladimiro Polchi, sulle parole chiave della vita pubblica dei nostri giorni: libertà, etica, identità, piazza, leadership, visibilità, memoria, minoranza.

I biglietti, del costo di 8 euro – 6 euro per over 65 ed under 26 – possono essere acquistati presso il botteghino dell’Auditorium e sui siti web www.auditorium.com e www.listicket.it. Chi avesse poca dimestichezza con l’informatica potrà farlo invece semplicemente chiamando il numero (a pagamento) 892-982.

Riguardo all’iniziativa il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti ha affermato: “Con grande convinzione anche quest’anno abbiamo sostenuto questo evento, collocandolo all’Auditorium per esaltarne gli aspetti culturali. Purtroppo le parole della politica di oggi molto spesso evidenziano un forte imbarbarimento, oltre ad una regressione culturale dei temi trattati”.

Secondo Zingaretti occorre ricostruire il vocabolario della politica “per riconciliarsi con l’agire collettivo e tornare a capirci perché l’incapacità di argomentare i problemi porta all’escalation dell’urlato e del fisico, che invece del ragionamento evoca un’emozione, come è successo pochi minuti subito dopo l’uccisione di Osama Bin Laden, quando tutti cercavano foto e immagini invece che fermarsi a pensare sulla portata storica dell’evento”.

“Questa iniziativa – ha aggiunto Zingaretti – vuole essere un incitamento alla riflessione culturale, e penso che sia utile anche alla democrazia, perché se si smette di capirci e dialogare si rompono i fili dell’appartenenza ad un senso comune”.

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