16 maggio, 2011

PROMEMORIA 16 maggio 1974 - A Milano viene arrestato Luciano Liggio, mafioso siciliano detto la Primula Rossa non uscirà più di prigione.


A Milano viene arrestato Luciano Liggio, mafioso siciliano detto la Primula Rossa, per la seconda volta: non uscirà più di prigione
Il 19 novembre 1969 riuscì a fuggire da una clinica di Roma dove era ricoverato, mezz'ora prima dell'arrivo dei carabinieri che avevano un mandato di arresto per lui.
Nel 1971, d'accordo con Riina, fece assassinare il procuratore Pietro Scaglione, che aveva tentato di far luce sulle sue attività. Dopo un lungo periodo di latitanza al nord, ed in particolare in Lombardia (dove si arricchì con i sequestri di persona[3]), venne arrestato una seconda volta dagli uomini della guardia di finanza del colonnello Giovanni Vissicchio il 16 maggio 1974 in una casa di via Ripamonti a Milano mentre era insieme alla sua ennesima compagna Lucia Parenzan e al figlio che era nato dalla loro relazione.
Venne processato dal giudice Cesare Terranova, e fu condannato all'ergastolo nel 1975 per l'assassinio del boss mafioso Michele Navarra.
Finì sotto processo per l'omicidio di Pietro Scaglione e del giudice Cesare Terranova, ucciso nel 1979, secondo gli inquirenti su ordine dello stesso Liggio[6].
Venne inoltre processato al maxiprocesso di Palermo del 1986-1987 e non tornò mai più in libertà, nonostante le richieste di essere spostato agli arresti domiciliari a causa delle sue condizioni fisiche.
Morì di infarto nel carcere di Badu' e Carros in Sardegna nel 1993. Venne sepolto a Corleone, dopo una cerimonia svolta senza prete e senza i parenti stretti.

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