18 settembre, 2007
Turismo oro di Roma. E tesoro per lo stato: ogni anno dalla capitale tributi per 1.500 milioni
Ogni anno le attività turistiche della Capitale fruttano al bilancio dello Stato oltre 1.500 milioni, pari a circa mezzo punto percentuale di tutte le entrate tributarie che cittadini e imprese versano annualmente. Per ogni 100 euro di spesa sostenuta dai turisti a Roma, circa 39 euro entrano nelle casse statali sotto forma di imposte. Il dato risulta da una ricerca della facoltà di Economia dell'università "La Sapienza".
L'indagine stima il gettito tributario complessivo che lo Stato ha ottenuto nel 2005 grazie al turismo romano, dividendo la spesa turistica per settori merceologici e considerando le imposte, dirette e indirette, per tipologia di reddito prodotto. Esempi: 764 milioni di euro per Irpef e Ires calcolate sui redditi d'impresa, 302 milioni per Irpef sul lavoro dipendente, 438 milioni di Iva sui beni e servizi acquistati dai turisti a Roma nel 2005.
Nel 2005 il budget complessivo per il turismo a Roma è stato di circa 4 miliardi. Di questi, la città ha versato all'erario 1.549 milioni di imposte, di cui 909 derivano dalla spesa turistica diretta e 639 sono generati dall'indotto – altri settori coinvolti nella produzione di beni e servizi acquistati dai turisti –.
Sotto la lente dei ricercatori, inoltre, il gettito fiscale prodotto dalle singole voci di spesa: l'alloggio dei turisti ha generato incassi per lo Stato pari a 281 milioni, la spesa culturale e ricreativa (musei, mostre, spettacoli, intrattenimenti) 219 milioni, la ristorazione 151, lo shopping 138, le altre spese (trasporti e comunicazione) 118 milioni. Ogni giorno, in media, un turista italiano ha speso 123 euro, uno straniero 177,2.
Turismo, dunque, "oro di Roma" ma anche "tesoro per lo Stato", ha commentato l'assessore al bilancio Causi. Un insieme di attività che produce risultati economici di rilievo non solo per la capitale, ma per tutto il paese. E dunque gli investimenti per migliorare il potere d'attrazione della capitale, come il denaro speso per il patrimonio storico-archeologico e per eventi culturali, sono da considerare "essenziali e non superflui".
Lo studio stima inoltre l'impatto dei flussi turistici sull'economia locale: nel 2005 i 4 miliardi spesi dai turisti hanno messo in moto per il territorio romano un ciclo produttivo che è valso 6,4 miliardi di euro e ha generato un valore aggiunto di 2,9 miliardi. Il giro d'affari dell'import (dunque produzione e reddito anche per altre regioni italiane) è stato di 624 milioni e ha dato lavoro a 60 mila persone.
Il confronto con altre voci di imposta che concorrono al bilancio dello Stato, riportate nella Relazione generale sulla situazione economica del paese 2006 (MEF), può essere utile per comprendere il 'peso' fiscale del turismo romano: il valore stimato del contributo all'erario corrisponde alla metà dei proventi incassati a livello nazionale nel 2005 dal Lotto e Superenalotto (3.622 milioni nel 2005); è equivalente alle imposte sul canone RAI (1.498 milioni); superiore alle imposte sul consumo dell'energia elettrica (1.128 milioni); pari a circa un terzo delle imposte dei consumi nazionali di metano (4.252 milioni).
E sono i cittadini romani – sottolinea l'Assessorato al Bilancio – a sostenere col sistema della fiscalità locale l'adeguamento dell'offerta di servizi all'aumento di domanda dovuto ai flussi turistici. Per cui "occorre continuare ad individuare meccanismi che consentano di far compartecipare gli stessi turisti a questi costi, come già sperimentato con successo in tanta parte del mondo".
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