20 luglio, 2007

PROEMEMORIA 20 luglio 2001 - Genova: Durante scontri in piazza in occasione del G8 viene ucciso Carlo Giuliani, con un colpo di pistola sparato da un


Carlo Giuliani (Roma, 14 marzo 1978 - Genova, 20 luglio 2001) era un simpatizzante del movimento no-global, figlio di Giuliano, sindacalista della CGIL, e Haidi Giuliani, senatrice della Repubblica, ucciso dalle forze dell'ordine, durante i violenti scontri con parte dei manifestanti che protestavano contro la riunione dei G8 che si tenne nel capoluogo ligure tra il 19 al 21 luglio di quell'anno.
L'episodio che portò alla morte del giovane manifestante fu il momento di maggiore drammaticità di quelli che, storicamente, sono ricordati come fatti del G8 di Genova.
I fatti del 20 luglio
Amici e genitori raccontano che Carlo quel giorno volesse trascorrerlo al mare. Tuttavia, dopo aver avuto notizia degli scontri, avrebbe deciso di cambiare programma e, indignato per le violenze che stavano sconvolgendo Genova, si sarebbe recato a vedere cosa stesse accadendo[1]. Unitosi così ai manifestanti, affrontava le cariche delle forze dell'ordine nella zona di via Tolemaide nel quartiere Foce, verso la stazione Brignole.
A seguito di una carica abortita (la cui utilità, numero di uomini impegati e valutazione di fattibilità, saranno resi a posteriori pareri e testimonianze contrastanti da parte degli ufficiali responsabili del reparto) in piazza Alimonda una Land Rover Defender con tre Carabinieri a bordo, l'autista Filippo Cavataio, Mario Placanica e Dario Raffone, facendo manovra per seguire la ritirata degli uomini rimane apparentemente bloccata contro un grosso contenitore per rifiuti. L'autista sosterrà poi che sarebbe rimasto bloccato a causa di una manovra errata di un altro veicolo Land Rover Defender che seguiva la carica delle forze dell'ordine.
Sulla credibilità di tale dichiarazione getta un'ombra una serie di fotografie a disposizione della magistratura sin dai giorni successivi al 20 luglio 2001, la cui diffusione è stata resa possibile solo successivamente all'archiviazione del procedimento aperto nei confronti del carabiniere Mario Placanica. Da queste fotografie emerge con chiarezza come il contenitore fosse utilizzato come schermo protettivo da almeno un carabiniere: questa circostanza renderebbe piuttosto credibile che il carabiniere Filippo Cavataio non abbia tentato di spostare il contenitore per non rischiare di travolgere il collega[2].
Il veicolo rimane così fermo per alcuni secondi durante i quali viene presa d'assalto da alcuni dei manifestanti che stavano inseguendo le forze dell'ordine in ritirata verso la parte bassa di via Caffa e piazza Tommaseo, dove vi era il raggruppamento dei carabinieri e delle forze di polizia. Tra questi, Carlo Giuliani, con il volto coperto da un passamontagna, che raccoglie e solleva un estintore, già precedentemente scagliato contro il mezzo da un altro manifestante e poi caduto a terra, manifestando l'intenzione di lanciarlo a propria volta contro il veicolo dei carabinieri[3]
Dall'interno del veicolo, il carabiniere di leva Mario Placanica, dopo aver estratto e puntato la pistola verso i manifestanti intimandogli di andarsene, spara due colpi per difendersi dagli attacchi. Un colpo ferisce mortalmente Carlo Giuliani al volto. Il fuoristrada, nel tentativo di fuggire rapidamente dai manifestanti, riprende la manovra passando sul corpo del ragazzo due volte (una prima in retromarcia, la seconda a marcia avanti). Sono le 17:27 del 20 luglio 2001. La drammaticità di quei momenti è testimoniata anche da un filmato[4]
La sorella Elena racconterà di aver telefonato a Carlo sul cellulare intorno alle 19, poco dopo la morte, ma di aver parlato con un sedicente amico del fratello. Le prime notizie di stampa comunicano che un sasso lanciato dai manifestanti avrebbe ucciso un ragazzo spagnolo e questa informazione si diffonde rapidamente. Le prime immagini sollevano il sospetto che, mentre il corpo era circondato dai carabinieri, qualcuno abbia posto un sasso a fianco della testa di Giuliani. La tesi del sasso lanciato durante gli scontri come causa della morte verrà anche sostenuta da uno dei responsabili delle forze dell'ordine arrivati sul posto dalla vicina via Caffa, che urlerà ad uno manifestanti, che si stavano avvicinando per vedere se Giuliani fosse morto, "Tu l'hai ucciso! Col tuo sasso!". La fronte del ragazzo presentava una profonda ferita stellata, la cui provenienza era ancora ignota.
La notizia che voleva le forze dell'ordine estranee alla morte del giovane, ancora non identificato, comunque viene smentita già verso le 21, nel mentre si rendono disponibili le immagini scattate da un fotografo dell'agenzia Reuters.
Il ragazzo caduto era stato in realtà immediatamente identificato proprio grazie al suo telefono cellulare, ma i parenti vengono infatti avvisati solo verso le 22.

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