04 luglio, 2007

PROMEMORIA 4 luglio 1807 Giuseppe Garibaldi


Giuseppe Garibaldi (Nizza, 4 luglio 1807 – Isola di Caprera, 2 giugno 1882) è stato un generale, condottiero e patriota italiano. Considerato una delle figure fondamentali del Risorgimento italiano, è noto anche con l'appellativo di eroe dei due mondi, per le sue imprese militari compiute sia in Sud America che in Europa.
Nel 1860 Garibaldi organizzò una spedizione per conquistare il Regno delle Due Sicilie (la Spedizione dei Mille). Raccolto un corpo di spedizione di mille uomini, le Camicie Rosse, Garibaldi raggiunse la Sicilia, sbarcando nel porto di Marsala e si proclamò dittatore della Sicilia in nome di Vittorio Emanuele II, chiamandolo 're d'Italia'.
Il 13 maggio, rinforzato da alcune centinaia di volontari raccolti nella marcia da Marsala, batté i borbonici a Calatafimi. Dopo una avventurosa marcia tutto attorno Palermo, il 27 maggio diede l'assalto alla città, da Porta Termini: assalì le carceri lasciate indifese e liberò i detenuti, dei quali molti si unirono a lui e con le famiglie delle borgate povere della città dettero vita ad una insurrezione popolare, tanto che i borbonici reagirono bombardando i quartieri ribelli. La guarnigione del Regno delle Due Sicilie accettò un armistizio che consentì loro di imbarcarsi e fare ritorno sul continente.
Vinta la resistenza della piazzaforte di Milazzo, Garibaldi, e soprattutto il suo luogotenente Nino Bixio, si resero protagonisti di una strage a Bronte [citazione necessaria]. Il 20 luglio, venne pattuito una lunga tregua con la guarnigione di Messina, che accettava di non infastidire i volontari, a condizione di mantenere il controllo della cittadella.
Il 19 agosto la truppa sbarcò in Calabria a Melito. Aggirò e sconfisse i borbonici a Reggio Calabria il 21 agosto. Cominciò una rapida marcia verso nord, che si concluse, il 7 settembre, con l'ingresso in Napoli. La capitale era stata abbandonata dal re Francesco II, che aveva portato l'esercito a nord del fiume Volturno. La battaglia del Volturno fu la più brillante tra quelle combattute da Garibaldi in questa campagna: l'1-2 ottobre le forze garibaldine respinsero brillantemente l'attacco dell'esercito borbonico.
Anche se Francesco II, aveva perso le speranze di recuperare Napoli, Garibaldi non disponeva delle forze necessarie a condurre l'assedio delle fortezze in cui l'esercito sconfitto si era ritirato (Capua e, soprattutto, Gaeta). Fu quindi risolutivo l'arrivo dell'esercito del Regno di Sardegna, guidato da Fanti e da Enrico Cialdini, che avevano cacciato l'esercito pontificio dalle Marche e dall'Umbria.
Garibaldi incontrò Vittorio Emanuele II il 26 ottobre 1860, nei pressi di Teano (in realtà località Taverna della Catena, nell'attiguo comune di Vairano Patenora) e gli consegnò la sovranità sul Regno delle Due Sicilie. Garibaldi accompagnò poi il re a Napoli il 7 novembre e, il giorno seguente, si ritirò nell'isola di Caprera, rifiutando di accettare qualsiasi ricompensa per i suoi servigi.
Tale atteggiamento basta da solo a confermare come egli non avesse mai immaginato di formare una repubblica garibaldina in Sicilia, o a Napoli, bensì restare fedele al motto che aveva fatto proprio all'inizio del 1859: 'Italia e Vittorio Emanuele'

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