02 ottobre, 2007

PROMEMORIA 2 ottobre 1968 - Strage in Messico


Il 2 ottobre 1968 è una data che non solo rimarrà sempre nella memoria dei protagonisti ma che ormai fa parte della storia non solo messicana. In quel giorno infatti si consumò quella che senza dubbio può essere considerata la più crudele, sanguinosa e cinica repressione del movimento studentesco: la strage della Piazza delle Tre Culture.
Ad oltre trent'anni da quella tragica giornata, la nebbia dell'omertà avvolge ancora molti particolari. Non si conosce neppure il numero esatto dei morti. Già durante quelle ore la macchina del potere si era infatti mossa per insabbiare, confondere, depistare, cancellare informazioni.
Qualche numero: 15.000 proiettili sparati (cifra ufficiale), 8.000 militari di vari corpi impegnati nell'azione, 300 mezzi fra carri armati, blindati vari e jeeps armate di mitragliatrici. Tutto questo per reprimere una manifestazione pacifica, secondo il vecchio copione per cui i militari in borghese si infiltrano tra i manifestanti con il ruolo di "provocatori" ed i militari in divisa possono così rispondere alla provocazione. Il risultato: non meno di 700 feriti, un numero di morti che probabilmente è tra i 150 e i 300 (alcuni pare siano stati fatti sparire lanciandoli nell'oceano con aerei militari), 5000 studenti detenuti - di cui alcuni sottoposti a torture e a finte fucilazioni. Ben 300 di essi rimarranno in carcere fino all'amnistia del 1971.
Quella strage, programmata a tavolino con giorni di anticipo, rimane ancora oggi impunita.
Nel 1993 una Comisión de la Verdad indagò sui fatti. Il segretario di tale commissione era Paco Ignacio Taibo II che, in un articolo apparso su La Jornada in occasione del trentennale della strage ci riassume le conclusioni a cui giunse quella Commissione. La ricostruzione dei fatti è semplicemente sconvolgente.

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